THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi abbiamo un ospite speciale, visto che parliamo forse del primo “Souls-like” per console di nuova generazione, interamente made in Italy!
Negli ultimi anni, il panorama dei videogiochi indipendenti ha dimostrato una straordinaria evoluzione. Da una scena inizialmente associata a titoli 2D, pixel art e budget contenuti, l’industria indie ha saputo spingersi ben oltre i suoi confini tradizionali. Oggi, team piccoli ma ambiziosi si confrontano con generi e tecnologie che un tempo sembravano esclusivo appannaggio dei colossi del settore. Lo dimostrano giochi indie che abbracciano mondi tridimensionali, narrativa profonda e meccaniche di gameplay complesse, spesso ispirandosi ai giganti dell’industria come From Software, senza paura di osare o sbagliare. In questo fermento creativo, anche l’Italia ha iniziato a ritagliarsi uno spazio significativo. Dopo il successo di titoli narrativi come Martha is Dead e il recente annuncio di A Quiet Place di Stormind Games, il mercato tricolore si mostra sempre più capace di confrontarsi con progetti tecnicamente ambiziosi e dal respiro internazionale. Tra queste realtà spicca Jyamma Games, uno studio milanese che, con Enotria: The Last Song, si lancia coraggiosamente nel competitivo genere dei soulslike, un territorio che richiede un equilibrio tra gameplay tecnico, ambientazioni immersive e una narrazione evocativa. Enotria non è solo un gioco: è una lettera d’amore al folklore italiano, reinterpretata attraverso un prisma fantastico che affonda le sue radici nella tradizione, ma guarda al futuro con un’identità forte. Il made in Italy, spesso sottovalutato nel panorama gaming, trova qui un’espressione che potrebbe definire nuovi standard per i progetti indipendenti nostrani. Questo non è un gioco che si accontenta di replicare, ma di contribuire, tracciando un percorso che eleva ulteriormente le ambizioni dell’industria italiana.
La cornice narrativa di Enotria: The Last Song è uno degli aspetti più affascinanti del gioco, capace di catturare l’attenzione attraverso la reinterpretazione del folklore italiano. Non aspettatevi una trama lineare e ricca di dialoghi: la narrazione si sviluppa in modo implicito, lasciando al giocatore il compito di ricostruire i frammenti di un mondo affascinante e decadente. Il racconto emerge dai dettagli ambientali, dagli incontri con enigmatiche figure e dalle rovine di una civiltà spezzata, dove ogni elemento visivo trasuda significato. Jyamma Games abbraccia una chiave narrativa distorta e oscura, dove la violenza e l’ambiguità non servono solo a colpire, ma a incuriosire. Gli ambienti raccontano storie di un passato glorioso e di un presente tormentato, in cui il folklore italico si mescola a influenze fantasy per creare un universo unico e inquietante. È un’Italia che non hai mai visto prima, reinventata in chiave cupa e simbolica, dove il silenzio e i dettagli parlano più delle parole.