Nintendo è nel cuore di ogni appassionato di videogame, sia esso giovane o più attempato, come il sottoscritto. Parliamo infatti di una casa di sviluppo, tanto hardware quanto software, capace di segnare con la sua creatività tanto le origini di questo mezzo di intrattenimento digitale, quanto le fasi più moderne e contemporanee, tra console e brand entrati ormai nell’immaginario collettivo di ogni amante dei mondi virtuali interattivi. Oggi, al di là di Mario e Zelda, parliamo un però un po’ delle macchine dei sogni targate Kyoto.
Nel corso dei decenni la Grande N ha saputo sfornare alcuni tra i device più iconici della storia dell’intera industria, pur incappando anche in qualche passo falso, piccolo o grande che sia stato. Innanzitutto, possiamo tranquillamente affermare che sia stata proprio Nintendo a dare il via al mercato delle home console portando a un successo di massa la prima produzione a nome NES, affiancata qualche anno dopo da quello che, a tutti gli effetti, è il reame incontrastato del loro predominio commerciale: l’ambito degli hardware portatili. Immortale e storico, il Game Boy è ancora oggi un elemento portante dell’intera industria, capace di definirla in maniera assolutamente cruciale, persino al di là dell’elevatissima base installata di quasi 120 milioni di pezzi venduti nel mondo (comprensivi della revisione Color, ovviamente). Successivamente, conferme importanti ma anche momenti di flessione con SNES e Game Boy Advance, comunque ancora preponderanti in un settore capace di assorbire momenti di crisi e rilanci dovuti anche a svariati competitor coi loro tentativi, più o meno riusciti, di conquistare quote di mercato, come segnalano le prime vere difficoltà commerciali del GameCube, sofferente per colpa dell’enorme successo della PlayStation (1 e 2) dell’acerrimo e agguerrito avversario che passa sotto il nome di Sony.
Dopo una generazione in flessione, arrivarono però i picchi più alti sul versante prettamente numerico grazie all’enorme spinta innovativa dettata dalla nuova dirigenza di Iwata con Nintendo DS e Nintendo Wii che furono semplicemente in grado di cambiare il volto del mercato, aprendo le porte alla nuova era di Nintendo, quella più moderna fatta più di idee che di potenza grafica, dove l’allargamento del pubblico potenziale è diventato il driver fondante dell’intero business model del colosso giapponese. Una vera e propria svolta, seguita però dalla flessione ancora di successo in ambito portatile con l’introduzione del nuovo modello dotato di 3D stereoscopico, ma anche dal punto più basso dell’intera storia della casa di Kyoto, con il rifiuto del Wii U da parte del mercato di massa. Vicolo cieco? Assolutamente no.
La grande capacità di reinventarsi, restando sempre fedeli a sé stessi, caratterizza da sempre un’azienda che, pur partendo dal mercato delle carte collezionabili Hanafuda, passando per gli arcade e arrivando con prepotenza nell’industria dei videogiochi da casa o portatili, non ha disdegnato di diversificare i proprio introiti grazie a grandi progetti nel circuito dei Parchi a tema, o dei film d’animazione. Ma ovviamente, tra un amiibo e alcuni progetti mobile, tra un museo e persino sveglie “game-ificate“, il fulcro restano le console. O meglio, la console, avendo deciso di far confluire tutti gli sforzi di sviluppo, creatività e programmazione in un unico device ibrido (il primo nella storia degli hardware dedicati), capace di rivoluzionare davvero l’intero scenario mondiale. Nintendo Switch è la console più venduta nella storia dei videogame giapponesi e si appresta, avvicinandosi a grandi passi, a superare senza ombra di dubbio il Nintendo DS come prodotto di maggior successo di sempre per la casa di Kyoto, puntando anche il record assoluto di PlayStation 2. Un rilancio in grande stile, con un rimbalzo elastico dalle difficoltà del Wii U che ha dell’incredibile.
Nell’infografica sottostante potete vedere quanto siano sempre stati intriganti poi i videogiochi per il pubblico di riferimento, con una ratio tra hardware e software sempre di grande livello, laddove ovviamente la maggior base installata ha concesso alle console di maggior successo di registrare anche i migliori riscontri in termini di giochi venduti, con Nintendo Switch che però, complice l’unificazione di tutti i brand (pensiamo ad esempio agli episodi principali di Pokémon) sotto un unico hardware sta toccando picchi davvero inimmaginabile.
E ora la domanda sorge spontanea: come si comporterà la Nintendo Switch 2? Possiamo vedere, analizzando la storia della casa di Kyoto, che la reiterazione di un concept vede sempre una flessione, rispetto al successo esplosivo della proposta originale, ma laddove il 3DS è riuscito a mantenere alto e vivo l’interesse verso i brand proprietari, il Wii U è stato invece un tracollo, per cui non esiste una regola ferrea per poter prevedere l’andamento sul mercato di un hardware presumibilmente in continuità con la rottura concettuale del 2017, simboleggiata dalla fruibilità ibrida di Switch. Una cosa però è certa: proprio il concetto stesso del prodotto unico, sul quale concentrare tutti gli sforzi e l’attrattiva derivante dalla presenza contemporanea di così tanti brand amati dal pubblico di massa dovrebbe quantomeno scongiurare le incognite più preoccupanti. Tra nuova potenza computazionale, scenari di resa dettati dall’AI applicata al sistema di DLSS di Nvidia (presente per la prima volta su una console dedicata al puro ambito videoludico), possibili miglioramenti del rapporto con le terze parti e nuovi ed emozionanti capitoli delle saghe più amate, preferiamo immaginarci un futuro roseo, per la nuova generazione di prodotti a marchio Nintendo.