Broken Sword: Shadow of the Templars – Reforged: la recensione

Oggi facciamo un salto nel tempo, fino a tornare a metà anni '90 ed incontrare uno dei migliori punta e clicca di sempre, qui in versione "Reforged".

Avete presente quei nomi che da soli sono in grado di evocare un’epoca, uno spaccato di storia vissuta, un momento clou tanto per l’industria videludica quanto per il vissuto personale di molti di noi? Ecco, probabilmente Broken Sword, appartiene di diritto a questa categoria, insieme al suo maggiore competitor, Monkey Island. Questa epopea inizia nella seconda metà degli anni ’90, un periodo di fermento, in cui il panorama videoludico era dominato da avventure grafiche che, tuttavia, stavano per vivere un annunciato declino, in favore di modalità di gioco più innovative ed accattivanti, di dinamismo e di rivoluzioni grafiche. Tuttavia, nel cuore di quel cambiamento, nacque una delle avventure grafiche più amate di sempre, destinata a diventare un classico, quasi sino a diventare sinonimo del genere stesso. La genesi di Broken Sword è strettamente legata alla volontà della software house Revolution Software di andare oltre i limiti tecnici, narrativi e creativi dei giochi di avventura dell’epoca, puntando su una storia in grado di fondere mistero, storia e azione, personaggi intriganti, una grafica fatta di fondali pre-renderizzati estremamente definiti ed un gameplay conosciuto ma ben interpretato. Dopo più di vent’anni, la saga di Broken Sword torna sui nostri schermi con Shadow of the Templars – Reforged, che vede l’introduzione di una grafica migliorata, la rimasterizzazione della colonna sonora e l’inserimento di nuove funzionalità che hanno reso il gioco più accessibile, senza tuttavia stravolgerne l’esperienza di gioco. Si diceva della piccola/grande rivoluzione portata da questo titolo nel panorama videoludico di allora, certo rimane da scoprire quanto rimanga attuale dopo tutti questi anni, e con le migliorie tecniche intercorse. Vediamo subito come il titolo ha reagito alla prova del tempo trascorso.

Appena avviato il gioco ci consente di scegliere tra un approccio più rilassato, improntato semplicemente a seguire la storia senza troppo impegno, ed uno più focalizzato sulla complessità degli enigmi da risolvere. Nel primo caso avremo degli aiutini tanto utili quanto comunque non troppo plateali, quasi discreti, utili a darci quel piccolo suggerimento per procedere poi in autonomia. Dal punto di vista della trama ovviamente non ci sono stati stravolgimenti, oltretutto considerando che l’impianto era già di ottima fattura. Sottolineiamo l’approfondimento psicologico dei personaggi, a partire dal protagonista George Stobbart, un turista americano che si ritrova coinvolto in un complotto che ruota attorno ai misteri dei Templari, fino alla giornalista francese Nicole Collard, che accompagna George nell’indagine. La creazione di una trama così ricca, in cui si intrecciano elementi storici, mitologici e di suspense, si rivelò una delle mosse vincenti allora, ed è un aspetto a tutt’oggi intrigante. L’ambientazione parigina, con la sua aura romantica, diventa il punto di partenza di un’indagine che si sposterà allargando il raggio d’azione, portando il giocatore a scoprire indizi, risolvere misteri e affrontare nemici in un contesto che non ha mai smesso di sedurre per la sua varietà e complessità. Inoltre, avremo la possibilità di toglierci la curiosità di fare un confronto in tempo reale tra la resa grafica odierna e quella del gioco originale, uno sfizio che durante la prova abbiamo più volte cercato. Semplicemente premendo un tasto infatti potremo passare dalla grafica ri-masterizzata e viceversa, passando dell’originale design in 2D con sprite a bassa risoluzione, alla nuova edizione in alta definizione, con scenari e personaggi ridisegnati in maniera dettagliata e moderna. La Parigi del gioco, ad esempio, non è mai stata così affascinante, con la Torre Eiffel che svetta all’orizzonte e le strade parigine che sembrano quasi prendere vita. Le stesse animazioni dei personaggi sono molto migliorate, grazie all’uso di nuove animazioni e ad una fluidità dei movimenti ora più naturale.

A livello di gameplay, Broken Sword: Shadow of the Templars – Reforged resta fedele alla formula classica che ha reso celebre la serie. Il gioco è una classica avventura grafica punta e clicca, con un ampio uso di dialoghi e la necessità di risolvere enigmi per proseguire nell’avventura. Ogni scena è ricca di dettagli, con oggetti da osservare, combinare e utilizzare per avanzare nella storia. Sostanzialmente le interazioni possibili sono tre: osservare un determinato punto, interagire con esso oppure estrarre un oggetto dal nostro inventario per provare ad utilizzarlo in quel determinato punto. Ad ogni interazione con gli NPC ci verranno automaticamente suggerite determinate linee di azione: la scelta di dialoghi e risposte giuste, piuttosto che il mostrare un determinato oggetto al momento giusto, può aprire nuove piste investigative o rivelare informazioni cruciali.

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