MINIATURES: la recensione

All'interno di una vecchia scatola di legno si trovano quattro oggetti curiosi: una lucertola giocattolo, una falena catturata, un cacciavite e una conchiglia. Ognuno ha la sua storia da raccontare…

Negli ultimi anni, il panorama delle produzioni videoludiche indipendenti ha vissuto una crescita esponenziale, complice una serie di strumenti e piattaforme di autopubblicazione che consentono anche ai piccoli studi di sviluppatori di raggiungere il pubblico senza dover passare per le tradizionali dinamiche dell’industria. Questo ha dato vita a una vera e propria rivoluzione creativa, permettendo a molti sviluppatori di sperimentare liberamente su temi, stili e formati non convenzionali, dando vita a opere che mettono spesso in discussione i canoni estetici e narrativi del medium videoludico. È in questo contesto che si inserisce Miniatures, il nuovo titolo di Other Tales Interactive, un team che ha già dimostrato grande sensibilità e talento con il pluripremiato Tick Tock: A Tale for Two, vincitore del prestigioso WINGS Award all’A MAZE Berlin 2024 e del Digital Vikings Award per il miglior stile artistico in un gioco indipendente del periodo.

Miniatures è molto più di un semplice gioco: è una collezione di esperienze interattive che esplorano la memoria, l’infanzia e l’immaginazione attraverso quattro storie brevi. Con questo progetto, Other Tales Interactive si propone di mettere in discussione non solo ciò che il videogioco può raccontare, ma anche come farlo, spingendosi oltre il classico approccio narrativo. Ogni racconto all’interno di Miniatures ha uno stile artistico e un gameplay unico, in modo da rappresentare al meglio la varietà delle emozioni e dei temi trattati. Ad esempio, si va dalla costruzione di mobili in una narrazione che esplora le dinamiche familiari, all’immersione in un paesaggio marino onirico che evoca temi di perdita e ricerca. Le meccaniche di gioco sono pensate per stimolare il giocatore a riflettere e interagire con gli ambienti e gli oggetti, esaltando l’esperienza intima e personale che solo un’opera d’arte interattiva può offrire. Il progetto è una testimonianza delle enormi potenzialità artistiche e narrative che gli studi indipendenti possono raggiungere oggi grazie all’autopubblicazione e alle piattaforme digitali come Nintendo eShop, Steam e iOS. Non è un caso che proprio Miniatures faccia della sua breve durata uno dei suoi punti di forza, consentendo di condensare in circa 45 minuti un’esperienza profonda e memorabile, perfetta per il pubblico moderno alla ricerca di esperienze di valore in tempi ridotti. Other Tales Interactive sfrutta al meglio l’accessibilità offerta dai controlli touch e dai comandi intuitivi, pensati per accentuare l’immersione e favorire un approccio riflessivo ai puzzle e alle storie.

Fra i tanti elementi costitutivi dell’opera qui trattata troviamo anche la suddivisione in micro-archi narrativi, fornendo 4 diverse avventure ben distinte, seppur unite sempre dal minimo comun denominatore della maturità e della sensibilità di temi e atmosfere presentati. Ogni racconto è un viaggio artistico e narrativo unico che esplora momenti significativi e delicati della condizione umana, evocando stati d’animo che spaziano dall’incanto alla malinconia. In The Lost Chair si racconta la storia di una bambina impegnata a costruire una sedia per suo padre. La struttura del gioco invita il giocatore a mettere insieme i pezzi della sedia, seguendo un processo che appare quasi rituale. Questo puzzle, semplice ma carico di significato, porta avanti un tema profondo sulla vulnerabilità e il valore dei legami familiari. Lo stile grafico qui è minimalista e sobrio, con una tavolozza cromatica limitata che esalta l’intimità della scena e richiama i disegni dei libri illustrati per bambini, creando un’atmosfera al contempo tenera e solenne. Un’altra storia, The Wishing Shell, si ambienta in un mondo marino onirico dove il protagonista, un giovane ragazzo, raccoglie conchiglie che custodiscono i suoi desideri infantili. Qui la dinamica ludica invita il giocatore a esplorare, trascinato dalla curiosità verso un oceano di memorie e sogni. Le conchiglie, in realtà, rappresentano piccole speranze e sogni che, una volta aperte, rivelano frammenti di un’infanzia perduta. La grafica, con le sue tinte bluastre e gli effetti sfumati, evoca la fluidità dell’acqua e conferisce al racconto un tocco di magia eterea, immersiva. Questi racconti non sono solo giochi, ma esperienze che si fissano nel cuore del giocatore, stimolando riflessioni su temi universali come il tempo, il desiderio e la memoria. La terza toccante storia è “Il Castello di Sabbia,” un racconto ambientato su una spiaggia deserta, dove il giocatore aiuta una bambina a costruire un castello di sabbia in continua lotta con le onde. Qui, il gameplay è semplice e quasi meditativo: raccogliere e modellare la sabbia diventa un atto simbolico, un dialogo silenzioso tra la protagonista e il mare che la sfida costantemente. Lo stile grafico è ancora una volta minimalista, con colori vivaci e un design quasi cartoonesco, evocando la fugacità dell’infanzia e l’inevitabile scorrere del tempo. Il contrasto tra l’innocenza del gioco e l’impotenza di fronte alla natura rende questa esperienza non solo dolce, ma profondamente poetica. Tra i racconti presentati, uno dei più suggestivi è infine “L’Orologio Spezzato,” che trasporta il giocatore in una vecchia bottega di orologi, dove un giovane protagonista cerca di aggiustare il ricordo di un caro perduto. L’esperienza ruota attorno alla riparazione di meccanismi intricati, in cui ogni ingranaggio rappresenta una memoria sfumata, come un puzzle meccanico che si svela attraverso tocchi e movimenti delicati. La grafica adotta toni freddi e pastello, simili a un dipinto impressionista, creando un’atmosfera di nostalgia e malinconia perfetta per il tema della perdita e della riconciliazione con il passato. Nel loro insieme, le storie risultano separate, differenziate ma estremamente coerenti tra loro sotto tanti punti di vista, tanto stilistico quanto interattivo, anche grazie a una giocabilità sempre semplice ma solo apparentemente superficiale.

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Dal punto di vista tecnico, Miniatures sfrutta bene le capacità della Nintendo Switch, pur adottando un approccio che privilegia l’efficienza. Il gioco è ottimizzato in maniera intelligente, offrendo un’esperienza fluida con caricamenti rapidi e una gestione delle risorse che evita cali di frame rate anche in modalità portatile, dove la console ha una potenza di calcolo ridotta. Questo è possibile grazie alla struttura stessa del gioco: ogni storia è breve e poco impegnativa dal punto di vista grafico, con ambientazioni ridotte e un uso di texture e luci gestito per essere esteticamente curato ma non esoso. L’interfaccia e i controlli sono stati pensati per adattarsi alla fruizione ibrida dell’hardware ibrido della casa di Kyoto: in modalità portatile, l’uso del touch screen permette un’interazione intuitiva, amplificando l’esperienza tattile e immersiva dei puzzle, laddove in modalità docked, invece, Miniatures offre un’esperienza rilassata da godere sul grande schermo televisivo, mantenendo comunque comandi reattivi e una resa visiva che rimane nitida e più che apprezzabile, soprattutto grazie all’ottima e onnipresente direzione artistica.

La recensione

7 Il voto

In un mondo videoludico sempre più dominato da produzioni enormi e complesse, progetti come Miniatures ricordano quanto i giochi possano essere allo stesso tempo semplici e profondi, fornendo un'ulteriore conferma di quanto l'industria indie abbia oggi la possibilità, e la capacità, di esplorare i confini tra arte e intrattenimento in modo fresco a inaspettato.

Valutazione

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