Chi ci segue da vicino e con costanza avrà notato come, nel corso degli ultimi tempi, accanto al sempre vivo apprezzamento per il fermento creativo e produttivo del panorama indipendente si stia insinuando anche un certo grado di saturazione per determinate tipologie di offerta: se, da un lato, l’enorme semplificazione di programmazione, autopromozione e autopubblicazione esploso nell’arco di un decennio ha saputo aumentare la varietà potenziale delle tipologie videoludiche, avvicinandole sostanzialmente ai gusti e alle visioni individuali di micro-team anche mono-sviluppatore, dall’altro ha finito per appiattire l’afflato immaginifico, veicolandolo fin troppo spesso verso stilemi condivisi. Metroidv-ania o rogue-like, pixel-art o 8-bit: il rilascio di titoli appartenenti a questi specifici generi o strutturati secondo questi crismi è arrivato a un ritmo quasi quotidiano, sfiorando la bulimia consumistica e rischiando di generare un effetto quasi contrario a quello iniziale. Potrebbe infatti diventare difficile, nel contesto contemporaneo, torvare la chiave per “bucare lo schermo”, attirare l’attenzione di un discreto gruppo di consumatori e raggiungere il giusto grado di successo. Sarà questo il caso di Voidwrought?
Voidwrought è un’opera sviluppata da Lightspire Studios, un team indipendente che si distingue per la sua passione nell’offrire esperienze di gioco avvincenti e artisticamente ricercate. Il titolo si colloca in un genere come detto ad oggi persino abusato, tra elemento adventure, momenti puzzle, fasi platform e frangenti di combattimento, combinando una forte componente enigmatica con un’estetica visiva distintiva. Voidwrought si inserisce quindi in questo filone, proponendo un mix di esplorazione, risoluzione di enigmi e combattimento in un contesto narrativo profondo e coinvolgente, ma rischiando di non riuscire a definirsi in maniera netta e, pertanto, ficcante. La chiave più differenziante è quella legata alla sua struttura stilistica, che ricorda opere come “Journey” e “Gris”, caratterizzata da un’arte minimalista e da una colonna sonora evocativa che accompagna i giocatori lungo un viaggio di scoperta. Ogni ambiente è curato nei minimi dettagli, con un design che riflette le tematiche centrali del gioco, creando un’atmosfera immersiva. I colori utilizzati variano da tonalità più fredde e cupe a palette calde e luminose, a seconda delle situazioni e degli enigmi che il giocatore deve affrontare. Il tutto sorretto da di valori di produzione piuttosto elevati, che (con le dovute proporzioni, non hanno nulla da invidiare ai titoli dai budget ben superiori. L’attenzione al dettaglio è evidente, dalle animazioni fluide alle transizioni tra le varie aree di gioco, tutte progettate per garantire un’esperienza coesa e coinvolgente. Il team di sviluppo ha fatto un lavoro eccellente nel bilanciare estetica e gameplay, creando un titolo che non solo stimola la mente, ma anche i sensi.
Nel prodotto qui recensito oggi sulle nostre pagine, gli elementi di combattimento non mancano e, anzi, vanno ad aggiungere una dimensione dinamica al gioco, rispetto ad altri esponenti del genere ben più blandi sotto questo punto di vista. Sebbene il titolo si concentri infatti maggiormente su enigmi ed esplorazione, integra anche meccaniche di combattimento che richiedono strategie e riflessi pronti, mantenendo sempre viva la vostra attenzione. Il fruitore dovrà infatti affrontare nemici in vari contesti, utilizzando abilità e attacchi per superare le sfide che i programmatori hanno pensato per lui: la necessità però di valutare sempre e comunque l’ambiente contestuale per proseguire finisce per offrire un’esperienza più completa del previsto, unendo l’analisi strategica tipica dei giochi di puzzle con l’azione frenetica di un titolo action-adventure. Fluido e profondo, il sistema di combattimento prenderà corpo anche grazie all’elaborazione di nemici ed avversari differenti, ognuno con comportamenti e attacchi unici, che richiederanno un approccio tattico per essere sconfitti. La varietà di avversari spinge infatti i giocatori a sperimentare diverse strategie, incoraggiando l’uso di abilità e attacchi speciali per superare i vari ostacoli sul loro cammino: la presenza di diversi set di abilità e pattern di attacco saprà rendere le battaglie sempre fresche e coinvolgenti. La necessità di schivare, parare e rispondere con colpi precisi aggiunge una componente di adrenalina al gameplay, nel quale però non basterà premere i tasti, a caso o meno, visto che anche la gestione delle risorse diventerà cruciale: i giocatori dovranno infatti bilanciare attacco e difesa, utilizzando oggetti e abilità in modo strategico per rimanere in vita e riuscire a prevalere. Su questo canovaccio si inseriscono poi i boss di fine livello, che rappresentano un ulteriore passo avanti in termini di sfida. Queste battaglie sono progettate per essere piuttosto impegnative, richiedendo ai giocatori di padroneggiare le meccaniche di combattimento apprese durante le fasi normali di gioco. Ogni boss ha un design unico e una serie di attacchi devastanti che devono essere studiati per essere affrontati con successo, senza perire in battaglia. I combattimenti contro i boss non sono solo prove di abilità, ma anche momenti culminanti che spingono avanti la narrazione e offrono ricompense significative, in un’integrazione delle varie componenti del titolo davvero riuscita. Anche perché non dimentichiamo come la produzione di Lightspire Studios incoraggi i fruitori a esplorare e raccogliere potenziamenti sparsi per i livelli, visto quanto possano risultare decisivi nel migliorare le proprie abilità di combattimento. Questo sistema di progressione permette di adattare il proprio stile di gioco, rendendo ogni partita unica e personalizzata, contribuendo ad offrire un equilibrio tra sfida e soddisfazione, rendendo ogni incontro un’occasione per affinare le proprie capacità e immergersi ancora di più nel cuore dell’avventura.