Shin chan: Shiro and the Coal Town: la recensione

La famiglia Nohara si reca in un piccolo villaggio vicino alla casa dei genitori di Hiroshi e affitta una tradizionale fattoria giapponese: preparatevi a immergervi in questo tranquillo paesaggio rurale, assaporando la vita spensierata e tranquilla in campagna.

Come abbiamo avuto modo di testare con mano solo pochi mesi fa, passando l’estate in compagnia di Natsu-Mon, l’ampia e variegata platea di possessori di Nintendo Switch sta rendendo possibile la realizzazione e la diffusione anche occidentale di svariate opere interattiva dai toni e dalle atmosfere davvero atipiche, per un mercato contemporaneo fortemente spinto nella direzione del multiplayer, dell’online, dello stile a tutti i costi, dell’aggressiva adrenalina di sfide continue. A volte fa bene prendersi una pausa, fare un bel respiro e…rallentare i ritmi, al fine di godersi la natura, l’ozio e la vita di campagna. Questo ci insegna, da sempre, anche Shin-Chan, protagonista di innumerevoli scorribande nella periferia delle terre più rurali del Sol Levante. Nata dalla mente di Yoshito Usui nel 1990, Crayon Shin-Chan è una delle serie più irriverenti e longeve del panorama giapponese. Il manga, seguito dall’omonimo anime, narra le avventure quotidiane di Shinnosuke “Shin” Nohara, un bambino di cinque anni dallo spirito ribelle e dalle battute sfrontate, che ironizza su famiglia e società con un umorismo pungente. Il successo travolgente ha portato il personaggio oltre le pagine e gli schermi TV, dando vita a film e una lunga serie di videogiochi. Dal Game Boy al Nintendo Switch, le avventure videoludiche di Shin-Chan hanno spesso mantenuto l’animo spensierato e comico del franchise, spaziando tra generi come platform, avventura e simulazione, con titoli che affascinano sia i fan storici sia le nuove generazioni.

Shin-chan: Shiro and the Coal Town porta nuovamente i fan nel mondo bizzarro e irriverente del piccolo Shinnosuke, ma questa volta con una narrativa che intreccia leggerezza e una sorprendente profondità. Ambientato in una città mineraria ormai dimenticata, il gioco inizia quando la famiglia Nohara, durante una vacanza, si ritrova in questo luogo dal sapore nostalgico. Qui, Shin e il suo fedele cane Shiro si imbattono in una serie di misteriosi avvenimenti legati alle miniere abbandonate e alla comunità locale. Il titolo mantiene l’umorismo caustico e surreale che contraddistingue il franchise, ma introduce una narrazione più riflessiva, incentrata su temi come la memoria, la resilienza e la riscoperta di vecchie tradizioni. Il ritmo rilassato del gioco si riflette nell’alternarsi tra giornate esplorative, missioni strampalate e dialoghi esilaranti con i bizzarri abitanti della città. Tuttavia, sotto la superficie delle gag, si sviluppa una trama più articolata, che coinvolge misteri legati alla storia della miniera e all’evoluzione stessa della città. Il contrasto tra il vivace carattere di Shin-Chan e l’atmosfera malinconica del paesaggio conferisce al gioco un fascino unico, rendendolo una delle esperienze più intriganti e narrative della saga.

Questa alternanza tra assoluto relax e introspezione riflessiva lo si ritrova, sostanzialmente, anche nei frangenti interattivi. Shin-chan: Shiro and the Coal Town offre, infatti, un’esperienza ludica che alterna in modo fluido minigiochi e interazioni con l’ambiente circostante, mantenendo il tipico tono spensierato e ironico del franchise, con fasi esplorative più profonde. Il giocatore veste i panni di giovane ragazzo, libero di girovagare per la città mineraria, esplorandone i vari quartieri e scoprendo i segreti nascosti tra le vecchie miniere e le abitazioni pittoresche che la caratterizzano. Ogni giornata è scandita da attività diverse: Shin può raccogliere oggetti, parlare con gli abitanti, partecipare a eventi locali o semplicemente giocare con il suo cane Shiro. I minigiochi, uno degli elementi più divertenti e variegati del titolo, spaziano tra sfide semplici e bizzarre: dalla pesca nei laghetti locali, alle gare di velocità, fino a prove di abilità come il gioco della talpa o la raccolta di insetti, in un richiamo nostalgico ai passatempi estivi giapponesi. Ogni attività è progettata con un approccio intuitivo, che rende il gameplay accessibile a tutti, ma offre anche momenti di sfida e riflessione per i giocatori più attenti (senza mai elevare in maniera netta il livello di difficoltà, dobbiamo ammettere). Non mancano missioni secondarie affidate dagli eccentrici abitanti del villaggio, che chiedono l’aiuto di Shin per risolvere piccoli problemi quotidiani o svelare misteri più complessi legati alla storia della città. L’esplorazione è un elemento chiave: Shin può interagire con quasi tutto ciò che lo circonda, trovando piccoli segreti o collezionabili sparsi per l’ambiente, il che incoraggia il giocatore a osservare attentamente ogni dettaglio del mondo di gioco. Il ciclo giorno-notte introduce una dinamica di gestione del tempo, in cui ogni giornata offre nuove opportunità, eventi e interazioni. Man mano che la storia progredisce, le miniere diventano un luogo cruciale da esplorare, svelando non solo enigmi da risolvere, ma anche legami narrativi con la città e i suoi abitanti. Nel complesso, Shiro and the Coal Town combina la leggerezza delle attività quotidiane con la profondità dell’esplorazione e della scoperta, creando un gameplay che è tanto rilassante quanto coinvolgente. La varietà dei minigiochi e la libertà di esplorazione contribuiscono a mantenere il ritmo del gioco vivace e divertente, sempre accompagnato dall’umorismo tipico e dall’irriverenza del protagonista.

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