BAKERU: la recensione

L'Oracolo Saitaro sta sconquassando l'intero Giappone: vesti i trasformisti panni di Bakeru viaggiando belle 47 prefetture del Paese per liberarlo dalla morsa deli spiriti maligni!

C’era una volta una serie, sviluppata da Konami in esclusiva per console Nintendo, capace di conquistare l’immaginario di tanti appassionati sparsi per il globo: parliamo di Ganbare Goemon, conosciuto in occidente con il nome di Mystical Ninja Starring Goemon, nato già nel lontanissimo 1991 su Super Nintendo (e poi trasportato anche su Game Boy Advance), con tanto di seguito per Nintendo64 grazie al quale l’azione, già piuttosto frenetica e interessante nell’antesignano, fece un notevole balzo in avanti, in termini di modernità, segnando in qualche modo dinamiche, strutture e ritmi degli allora rivoluzionari platform adventure 3D. Nel secondo capitolo della saga, infatti, troviamo tutti gli ingredienti che oggi possiamo dare per scontati anche grazie all’operato di questi precursori: ambienti poligonali da esplorare, salti e capriole con movimenti a 360°, una telecamera di concezione contemporanea, grande dinamismo nell’approcciare anche fasi di gioco piuttosto differenziate tra loro, con tanto di cambi di move set, se non addirittura di inquadratura in un gioco che fece del suo più che discreto pacchetto ludico un marchio di fabbrica, senza però dimenticare un altro elemento altrettanto distintivo e significativo: quello di ambientazioni e atmosfere. Il gioco, infatti, attingeva a piene mani dalla tradizione estetica, culturale e simbolica del Giappone feudale. L’intera avventura, infatti, avveniva tra castelli dell’epoca e tatami, affrontando Yo-Kai e maledizioni, agghindati da kimono e equipaggiati da katane: insomma, manna dal cielo per gli appassionati dell’intrattenimento proveniente dal Sol Levante, così preponderante all’epoca. A capo del progetto c’era uno dei designer più talentuosi di Konami: Etsunobu Ebisu.

Etsunobu Ebisu altri non è che il fondatore, in tempi più recenti essendo il team stato creato nel 2005, della software house Good Feel, molto vicina ai lidi di casa Nintendo sin dalle origini: parliamo infatti di un gruppo di programmatori che trovò la sua ragion d’essere proprio grazie alla collaborazione con la casa di Kyoto su Wario Land: Shake It per Nintendo Wii, iniziando un percorso che da allora li ha visti abili e capaci nel gestire in maniera discreta e fidata alcuni tra i personaggi più cari agli amanti del portafoglio della Grande N, come Kirby, Yoshi e la Principessa Peach. Oltra al lavoro su commissione, in maniera similare a quanto svolto da altre second-party vicine al team Nintendo (basti pensare a Intelligent System, Game Freak, HAL Laboratory) la casa di sviluppo ha saltuariamente, nel corso degli anni, anche provato a lanciare proprietà intellettuali interne, solitamene con progetti dal budget più contenuto e meno ambiziosi sotto il profilo commerciale, come avvenuto nel 2019 con Monkey Barrels (pubblicato comunque anche e soprattutto su Switch), e si lancia ora in qualcosa senza dubbio di più interessante, sotto molteplici punti di vista. Parliamo ovviamente di BAKERU, il nuovo platform adventure 3D sviluppato in esclusiva per Switch (anche se convertito pure per PC in occasione del suo odierno lancio occidentale) e chiaramente ispirato proprio al glorioso passato già intercorso tra il team di sviluppo e le console Nintendo del passato. Potremmo a tutti gli effetti definirlo senza timore di smentita l’erede spirituale di Mystical Ninja Starring Goemon: un termine che nell’industria videoludica sta trovando sempre più spazio, cavalcando tanto il fenomeno della nostalgia quanto quello della fuga di importanti esponenti da team strutturati, alla ricerca di una maggior libertà espressiva a livello lavorativo. Pensiamo a Mighty n°9 di Inafune, erede spirituale di MegaMan; a Bloodstained Ritual of the Night di Igarashi, erede spirituale di Castlevania; o ancora al più recente Eiyuden Chronicle di Murayama, erede spirituale della serie Suikoden. Forse non a caso, molti di questi provengono proprio dagli uffici e dal portafoglio di Konami, proprio come nel caso di questa ultima e intrigante fatica portata avanti da Good Feel.

Il gioco vi vedrà vestire i panni di un giovane rappresentante del popolo dei tanuki, capace per suo talento naturale di trasformarsi in umano e, sotto queste speciali spoglie, essere particolarmente agile in salti, balzi, capriole e acrobazie varie, anche grazie all’utilizzo di un paio di bacchette e un tamburo dalle proprietà peculiari, in grado di attaccare gli spiriti maligni, estirpandoli dal nostro mondo. Nelle battute iniziali dell’avventura, per altro, il ragazzo di nome Bakeru si imbatte in un’altra creatura delle favole giapponesi che, nell’immediato, gli fornirà anche il potere Henge, con il quale sarà in grado di potenziare il suo trasformismo naturale, prendendo sembianze e abilità da diversi personaggi ed elementi che andrà incontrando lungo il suo viaggio. Un viaggio che lo porterà ad esplorare tutte le 47 prefetture del Giappone feudale nel quale è ambientata l’opera, per quanto reinterpretata più in chiave immaginifica che storica: basti pensare, ad esempio, che il cattivo pensato ad hoc per l’occasione non è infatti un signore feudale particolarmente sanguinario, bensì l’Oracolo Saitaro che, assieme alle sue truppe da Festival, sta conquistando l’isola del Sol Levante sfruttando i poteri malefici di queste particolari feste di paese. In ciascun livello, strutturato come un’area anche piuttosto esplorabile e caratterizzata per quel che riguarda ambientazioni, fauna e flora ostile verso il nostro avatar, vi vedrà infatti impegnati nell’individuazione di speciali lanterne spirituali che immagazzinano il potere malvagio dell’esercito avversario, distrutte le quali avrete purificato la regione, potendovi dedicare alla successiva. L’azione si svolge secondo i canoni dei platform adventure 3D tanto in auge ai tempi d’oro di un paio di generazioni fa, con il vostro personaggio in grado di compiere svariate azioni classiche, come gli attacchi semplici alternanti in varie combo, potenziati attraverso il caricamento dei tasti di offesa, cercando di schivare attraverso appositi movimenti laterali o contrattaccando grazie all’esecuzione di una parata perfetta. Il tutto, come detto, impreziosito dalla possibilità di Bakeru di copiare le capacità di altri personaggi, tra i quali anche famosi eroi della tradizione giapponese: ottenendo una licenza Henge, infatti, il vostro avatar può trasformarsi in chiunque gli abbia dato accesso a tale potere, come nel caso di Kintaro o Momotaro, iniziando a sfruttarne le peculiari abilità. Il livello della sfida non è particolarmente elevato, ma sono le situazioni ambientali a spingervi all’utilizzo, spesso obbligatorio, ovvio e pertanto un po’ forzato, di determinate azioni (come il rimpicciolirvi per poter passare attraverso minuscoli cunicoli, ad esempio), ma la varietà di situazione è garantita, con tanto di possesso di un robot gigante da manovrare nella più classica delle battaglie cittadine, tipica dell’intrattenimento (anche cinematografico) giapponese.

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