The Legend of Heroes: Trails through Daybreak: la recensione

Segui lo spriggan Van Arkride in una missione unica, che si rivelerà più grande di quanto avesse previsto. La nazione cadrà nel caos?

Sta ormai diventando quasi un’abitudine, quella di introdurre i nostri articoli d’opinione con un excursus che esemplifichi il lento, ma apparentemente inesorabile processo di spostamento di risorse di tanti piccoli e medi team giapponesi verso i lidi di Nintendo, ma non possiamo farne a meno. Da grandi appassionati dell’industria del videogioco, il rapporto da la casa di Kyoto e le così dette terze parti è sempre stato tanto complesso quanto affascinante, vista la natura preponderante sotto tutti i punti di vista all’interno del portafoglio Nintendo dei prodotti first party e l’intricato groviglio di cause ed effetti, intrecciati tra loro, che hanno causato negli anni una sorta di diaspora appannaggio di Sony, salvo poi assistere a violenti colpi di coda a tratti anche inaspettati. Se, infatti, ai tempi del NES e dello SNES il rapporto di forza favoriva in maniera netta la Grande N, tanto da soffocare commercialmente moltissime case di sviluppo sfruttando una sorta di monopolio del settore nel mercato domestico, la musica è senza dubbio cambiata con il lancio del brand PlayStation, al contrario totalmente incentrato proprio sul proliferare dei prodotti terze parti; solo con l’arrivo al comando del compianto Iwata, con la politica del blue ocean operata da DS e Wii e con i notevoli successi anche in ambito portatile, a fronte del fallimento nel segmento specifico di tutti i competitor che hanno provato a sfidare Nintendo in quell’ambito, si è assistito a una forte ripresa di interesse reciproco tra la casa di Kyoto e i tanti e talentuosi team di programmazione giapponesi. Ma è stato poi con Switch che, nonostante un grande ed evidente scetticismo iniziale, molti ponti precedentemente brucati (o mai realizzati) sono stati ricostruiti, portando tantissime software house (che magari non avevamo mai sviluppato per un hardware Nintendo) a un pivot aziendale deciso, che sta dando i suoi frutti più maturi nella parte conclusiva del ciclo vitale di questa console e che sembrerebbe ben promettere per il futuro lancio della nuova generazione di prodotti a marchi Switch.

Parliamo di una Nippon Ichi Software che sin dal primo giorno ha confermato un supporto massivo e continuativo, intuendo la scomparsa del proprio core business visto il destino nefasto del settore portatile di Sony; parliamo di Spike-Chunsoft che oltre a portare tutti i capitoli di quella che era una serie interamente appannaggio esclusivo di PS Vita come Danganronpa ha lanciato e lancerà le sue due nuove IP come esclusive temporali per Switch, con tanto di annuncio nei Direct e distribuzione europea in mano a Nintendo; parliamo di tanti altri esempi, tra i quali però il più significativo sotto l’aspetto puramente concettuale è forse quello di Nihon Falcom. Sì perché l’intera storia commerciale di questo team è sempre stata legata in maniera indissolubile alle console PlayStation, con svariati brand pluriennali che nell’arco di oltre un decennio hanno saputo immettere sul mercato un discreto numero di capitoli, numerosi episodi a copertura del genere JRPG o Action-RPG grazie a Ys, a Tokyo Xanadu o all’intera serie di The Legend of Heroes, con uno sforzo narrativo e ludico sempre ambizioso, pur nei limiti di budget e risorse relativamente contenute in confronto alle grandi aziende del settore anche solo domestico, arrivando a coltivare una fan base davvero affezionata, se non addirittura agguerrita. Tale da giustificare, quantomeno in Giappone, persino l’acquisto dell’hardware di riferimento, fosse anche solo per poter mettere le mani sulle nuove avventure di questi protagonisti tanto amati. Un risultato figlio della costanza e dell’impegno nel voler continuare ad offrire questa tipologia di contenuti curandone sempre le aspettative, con una notevole costanza di supporto e, appunto, una forte fidelizzazione e identificazione tra le console e questi brand a livello software, che però (seppur a fatica) ha dovuto scendere a patti con una realtà ormai davvero evidente, soprattutto in un contesto commerciale come quello del Sol Levante: non c’è spazio di manovra per produzioni indirizzate prevalentemente ai gusti (ludici, estetici e narrativi) giapponesi, al di fuori di un hardware Nintendo. La scomparsa del segmento portatile di Sony, ma anche e soprattutto la continua proposta da parte di Nintendo di produzioni ludiche indirizzate anche alla cultura interna, oltre che a un respiro comunque senza dubbio anche internazionale, nonché lo studio di un form factor ibrido come quello di Switch hanno creato le condizioni tali per cui si assiste quasi a un monopolio interno, per altro facilitato lato terze parti da costi di produzione meno tassanti rispetto a quelli di piattaforme più tecnologicamente performanti. Ed ecco così che, per loro stessa ammissione, anche Nihon Falcom si è ritrovata a dover prima affidare il porting e la distribuzione dei vecchi episodi delle proprie serie storie a Nippon Ichi Software (America), e poi a prendere seriamente in considerazione lo sviluppo interno dei propri progetti anche per Switch. Ed è così che oggi tanto Tokyo Xanadu (recentemente recensito dal nostro portale), quanto Ys (che con il 10° episodio vedrà finalmente un lancio contemporaneo alle altre piattaforme) sono ampiamente fruibili anche agli appassionati Nintendo, così come…The Legend of Heroes.

Nel caso specifico di questa serie parliamo di un filone davvero prolifico che, nel corso di diversi anni, ha visto l’uscita di così tanti episodi da riuscire a coprire differenti archi narrativi, solitamente organizzati per trilogie, ambientati in un universo finzionale di riferimento sostanzialmente omogeneo, in grado di coprire con il racconto svariate epoche di questo mondo. Una delle caratteristiche principali è quella di fornire intrecci fantasiosi ma sempre piuttosto verosimili, con tantissimi personaggi ricchi di carattere e diverse disavventure condite da toni politici e religiosi a fare da sfondo a eventi bellici di varia natura e portata. Al centro delle vicende, sempre un manipolo di eroi pronti a sacrificarsi per il bene più grande, con la peculiarità di non dipingere mai a tinte nette la contrapposizione tra bene e male, fornendo punti di vista spesso contrastanti, ma altrettanto condivisibili. La complicazione per i novizi che si affacciavano recentemente ai capitoli trasposti su Switch nasceva dal fatto che il fruitore veniva suo malgrado catapultato al centro di vicende intricate e complesse che affondavano le radici in titoli precedenti, pregni di significato e valore narrativo, ma finalmente…con questo Trails Through Daybreak inizia una nuova era per la serie. All’indomani di una guerra lampo, Calvard gode di una prosperità economica senza precedenti. Tuttavia, l’opinione pubblica è sempre più incerta a causa dell’aumento del numero di immigrati e del dilagare di discutibili riforme politiche. La vita dello spriggan è solo una delle tante professioni nate dalla Repubblica di Calvard. Che si tratti di detective, negoziatore o cacciatore di taglie, Van Arkride accetta quel tipo di lavoro che le forze ufficiali e governative non possono accettare. Che si tratti di qualcosa che è meglio lasciare fuori dagli occhi del pubblico, o anche di una richiesta da parte di un’organizzazione criminale della malavita, purché la paga sia valida, il nostro protagonista accetterà quasi tutti i lavori che gli si presenteranno sul tavolo. L’anno è il S.1208: una giovane donna di classe, vestita con l’uniforme di una stimata accademia, visita un edificio in rovina nel quartiere della Città Vecchia di Edith, la capitale della nazione, alla ricerca del nostro spriggan. Sarà proprio dall’incontro tra queste due facce della stessa società che avrà inizio una nuova storia. Nei panni del cacciatore di taglie Van Arkride, dovrete affrontare un caso che cambierà il destino della nazione intera, oltre che il vostro! Esplorando i confini della Repubblica di Calvard, infatti, potrete immergervi in una storia ricca di azione e intrighi, senza dovervi preoccupare troppo di tutti gli eventi che hanno portato la saga fino a questo punto.

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