THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi vi parliamo di due fratelli e della loro storia.
Il tema dei fratelli, nei videogiochi, è un argomento che spesso e volentieri è stato sviluppato ed approfondito, arrivando sui nostri schermi nelle più svariate forme ed interpretazioni. Le spiegazioni appaiono piuttosto immediate anche ad un’analisi superficiale. In primis è una fonte di immedesimazione che riesce a toccare, in prima persona o comunque da vicino, una vastissima platea. Secondariamente riesce a fornire agli sviluppatori un bacino pressoché infinito di interazioni, di aspetti emotivi, empatici e narrativi, nonché di differenti implementazioni a livello di gameplay, in modo trasversale ai vari generi. Impossibile non nominare i fratelli videoludici più famosi in assoluto, Mario & Luigi, ma ci sono state una infinità di bros famosi che negli anni hanno attraversato i nostri schermi. Basti pensare ad Amicia ed Hugo, i piccoli protagonisti in fuga dalla peste in A Plague Tale, ma anche a Dante e Virgilio in Devil May Cry, Solid e Liquid Snake in Metal Gear e tantissimi altri. Entrano a pieno diritto in questo elenco anche Naia e Naiee, i due fratelli protagonisti di Brothers: a tale of two sons Remake, il titolo che ci apprestiamo a recensire, rifacimento dell’originale uscito nel 2013 e sviluppato da Avantgarden. L’avventura che giocheremo è chiaramente ispirata al folklore del nord Europa ed alle fiabe dei fratelli (manco a dirlo) Grimm. Le ambientazioni, i drammi, ma anche la spensieratezza e la forza dei personaggi ci ricorderanno in diverse circostanze classici come Hansel e Gretel o Cappuccetto Rosso, ma nella versione originale, quella ben più cupa rispetto a quella pervenutaci da bambini. Questa ispirazione la ritroviamo tanto dal punto di vista grafico che, soprattutto, da quello narrativo. Brothers: a tale of two sons è infatti innanzitutto un gioco che basa molto del suo carisma e del suo appeal sulla parte narrativa, valida ed accattivante ancora oggi. Non che il gameplay non sia valido, anzi, ma ci renderemo presto conto che il traino è dato dalla storia, un gioco story driven per usare un anglicismo.
Come nella migliore tradizione delle fiabe nordiche l’avventura inizia con un flashback che richiama un dramma, la morte della madre dei due fratellini, avvenuta in passato ed in mare, in circostanze inizialmente non meglio chiarite. Torniamo al presente con i due fratellini ancora intenti ad elaborare il lutto, ma pronti ad affrontare coraggiosamente un altro grosso problema, la malattia del padre, vittima di un non meglio definito torpore. Tramite il saggio del villaggio veniamo a sapere che l’unica cura sembra essere rappresentata dalla linfa di un antico albero, che diventerà ovviamente l’obiettivo principale del nostro viaggio. Porteremo con noi su di una pergamena il disegno di questo albero, da mostrare a chiunque potrebbe indirizzarci verso la tanto agognata linfa. Temi così duri vengono comunque trattati con una delicatezza davvero notevole, in grado di scaldarci il cuore ma anche di farci empatizzare con i due piccoli coraggiosi protagonisti. Dicevamo di un gameplay quasi secondario rispetto ad una narrativa preponderante. L’avanzamento in sé è piuttosto guidato, senza troppi fronzoli esplorativi, e si passerà da un enigma ambientale all’altro, da risolvere utilizzando le peculiarità di Naia e Naiee. La particolarità del gioco dal punto di vista puramente ludico risiede nella gestione del movimento e delle azioni dei due, ativabili in maniera del tutto dicotomica, levetta analogica e dorsali di sinistra per uno, levetta analogica e dorsali di destra per l’altro, utilizzabili sia in sincrono che in asincrono a seconda delle richieste circostanziali.
Le azioni in sé sono piuttosto semplici e vanno dall’arrampicarsi, all’aprire porte, svelare passaggi segreti, trasportare oggetti, e verranno portate a compimento sia cooperando che mandando uno dei due in avanscoperta. La maggiore età del fratello maggiore risulterà in un atteggiamento più saggio ed in grado di sfruttare una maggiore forza fisica, il minore invece sfrutterà la sua stazza nettamente minore per operare in velocità, seguendo la sua indole più ribelle e sbarazzina. Il dualismo dei comandi (che volendo si rispecchia anche nella modalità co-op locale) non è affatto difficile da gestire, anzi è implementato in maniera piuttosto intuitiva. Gli enigmi stessi quasi mai si rivelano una sfida particolarmente ostica; tuttavia, riescono a risultare sempre divertenti e tutto sommato stimolanti. Come attraversare un campo sorvegliato da un feroce cane da guardia? Come attivare un ponte levatoio utilizzando una pecora? Come farci amico un puzzolente troll? Questo e molti altri sono gli enigmi ambientali con i quali avremo a che fare. Una volta ancora torniamo a dire che è comunque l’impianto narrativo e l’atmosfera magica, nostalgica e dolce che permea questo gioco a fare la parte del leone. Ad esempio, i personaggi non parlano, o meglio lo fanno ma in una lingua tutta loro a noi non comprensibile. Eppure, per una qualche strana alchimia operata dagli sviluppatori riusciamo a capire tutto, a comprendere ogni sfaccettatura di significato e persino, a commuoverci. Detto tutto questo rimarrebbe da spiegare il perché dovremo acquistare questo remake e quali sono le sue migliorie rispetto all’originale. L’impianto di gioco è rimasto pressoché lo stesso, il gameplay è identico, così come gli enigmi e ovviamente la storia. Quello su cui si è lavorato è il comparto grafico, per il quale sono state riviste le skin dei personaggi, i giochi di luce e le superfici ora sicuramente più consone ad un gioco di nuova generazione. Un lavoro sicuramente importante e visibile che però rende questo remake più indicato per coloro che non hanno mai giocato questo stupendo pezzo di storia videoludica, piuttosto che chi lo ha già affrontato, per i quali invece potrebbe risultare superfluo.
La recensione
Nel remake di Brothers: a tale of two sons gli sviluppatori hanno trattato con estremo rispetto il titolo originale, andando praticamente a migliorare solo l'impianto grafico, lasciando invece tutto il resto intatto. Non che in effetti ci fosse bisogno di grossi stravolgimenti. Una scelta per certi versi coraggiosa, dato che per chi ha giocato il titolo originale questo remake potrebbe risultare quasi un doppio. Tolta però questa (unica) critica, va detto che Brothers a tale of two sons remake è ancora quell'avventura emotivamente coinvolgente che ricordavamo, un titolo che scalda, in grado di portarci in un mondo da fiaba nordica. La dicotomia dei comandi risulta ancora una volta funzionale allo sviluppo del gioco e ben si combina ai numerosi enigmi ambientali che dovremo superare con astuzia. Un piccolo capolavoro che in un modo o nall'altro è bene provare.