The Room 2: la recensione

Imprigionati in una stanza con mille enigmi, potremo fare affidamento solo sulla nostra mente in The Room 2.

Squadra che vince non si cambia per lo studio inglese Fireproof Games che, in occasione del decennale dal lancio di The Room, coglie l’occasione per lanciare su Switch una bella conversione del suo titolo di punta con il relativo secondo capitolo, oggetto di questa recensione. The Room è un nome che è sicuramente ben conosciuto da tutti coloro che su mobile si sono cimentati almeno una volta nei puzzle game di sottogenere escape room, essendone se non il capostipite quantomeno uno degli esempi più rappresentativi e di maggior successo. Per chi non lo conoscesse il concept del gioco è davvero facile da riassumere. Ci troveremo ad affrontare una serie di stanze stracolme di enigmi, di oggetti da analizzare, scatole, cassetti, casseforti, lettere indecifrabili e molto altro che, grazie al nostro acume, e ad una serie di indizi disseminati ovunque, dovrebbero essere in grado di condurci fuori dalla suddetta stanza, in un susseguirsi di misteri che pian piano va a dipanarsi, conducendoci verso l’agognata e meritata libertà. The Room 2 non si discosta assolutamente da quello che è il solco tracciato dal suo predecessore, e da tanti altri rappresentanti del genere, portando con sé tutto quanto di buono è stato fatto in precedenza ed implementandolo su una nuova struttura narrativa, sempre intrigante e ricca di mistero.

Una voce narrante fuori campo (o forse presente solo nella nostra mente?) ci guiderà di stanza in stanza, indirizzandoci in modo molto criptico nei primi passi necessari a riprendere la mano con il gameplay del gioco e a darci quantomeno una breve traccia del da farsi, dopodiché starà tutto alla nostra intuizione e capacità investigativa. Si diceva della nuova struttura narrativa, che in questo caso sembra attingere nemmeno troppo velatamente dalla ricchissima produzione orrorifica di H.P. Lovecraft. Dello scrittore di Providence riconosceremo infatti alcuni riferimenti all’orrore profondo, quello in grado di spaventare non tanto evocando sangue, jump scare o altri “mezzucci”, quanto tirando in ballo le paure più insondabili e sconosciute del nostro animo. Trovarci infatti in quella che sembra una cella buia, mentre fuori imperversa una tempesta, in compagnia solo di un baule all’apparenza inespugnabile ed inquietanti statue è davvero molto evocativo ed in grado di far entrare il giocatore perfettamente nel mood e nell’urgenza di fuggire quanto prima dalla stanza. È proprio la capacità di instillare nel giocatore l’urgenza di uscire, quasi una sensazione claustrofobica data dalla stanza che ci vede prigionieri, uno dei maggiori pregi di The Room 2. Ambientazione e capacità evocativa la fanno da padroni in questo titolo.

Il gioco in sé non vive di particolari sussulti, trattandosi come anticipato di una sequenza di indizi da interpretare, di chiavi da reperire, scatole e scrigni da aprire, pezzi mancanti, medaglioni e tutto l’armamentario ben noto in questo genere di indagini. Coloro che hanno già completato il primo capitolo, ma in realtà un po’ tutti coloro che abbiano mai giocato qualcosa di simile in versione mobile, riusciranno con immediatezza a ritrovarsi in un setting di comandi che risulta quantomai azzeccato su Switch. Sembra infatti che i comandi, mutuati in toto dalla versione smartphone/tablet, trovino un terreno estremamente fertile grazie alla funzione touch, soprattutto giocandolo in portatile o con la versione Lite. L’esplorazione avviene in prima persona, e i comandi touch sono utilizzati per interagire con l’ambiente di gioco. Sarà anche qui possibile zoomare (doppio tap), guardarsi intorno (swipe), aprire o spostare oggetti (ancora con lo swipe) e raccogliere/usare oggetti e interruttori con un tocco. Il tutto risulta estremamente preciso e fluido, rendendo piuttosto piacevole l’esperienza di gioco per tutte le 3/4 ore necessarie a portare a compimento l’avventura. È innegabile che con un concept di gioco così ben definito il rischio di una certa ripetitività nelle meccaniche di un gameplay così ben radicato e conosciuto sia ben presente. The Room 2 tutto sommato riesce ad evitare questo rischio piuttosto bene innanzitutto grazie ad una buona varietà di enigmi e di espedienti (es: la lente infrarossi, enigmi di prospettiva, sequenze da memorizzare e molto altro). Vero che potrebbe apparire come un mero “more of the same”, ma la formula anche stavolta vince e convince.

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La recensione

7 Il voto

Escape room di alto livello in questo seguito di uno dei più noti titoli del genere. The Room 2 propone esattamente ciò che è lecito aspettarsi, indovinelli stimolanti ed una ambientazione ispirata a Lovecraft davvero evocativa. Ottimo il lavoro svolto nell'adattare il setting di comandi preesistente per Switch, quasi un adattamento naturale. Un titolo in grado di intrattenere piacevolmente per alcune ore tenendo la mente attiva, nel solco tracciato dal primo capitolo.

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