Ammetto di essere uno di quei tifosi che si sono avvicinati alla MotoGP con l’avvento di quello straordinario campione che è stato Valentino Rossi, e di essermene al pari allontanato non appena Vale si è ritirato dalle corse. Tuttavia, ho continuato a seguire perlomeno i risultati e gli highlights dei nuovi campioni, felice di vedere ancora una nuova schiera di piloti italiani in grado di competere con i migliori. È stata quindi una graditissima occasione per riavvicinarmi a quel mondo l’arrivo di MotoGP 2023, nuovo capitolo del simulatore motociclistico made in Milestone, ormai punto di riferimento nel panorama videoludico motoristico. È da diversi anni, infatti, che lo studio italiano si è specializzato con le due ruote, non solo MotoGP ma anche Super Bike e Motocross, aspetto che sicuramente ha contribuito a costruirsi un expertise di gran livello, spendibile di anno in anno nei nuovi titoli. Tuttavia, non dev’essere semplice, con “l’obbligo” di release annuale dato dal lavoro su licenza MotoGP, essere in grado di portare sulle nostre console ogni anno puntualmente qualcosa di coerente con i giochi passati ma anche in grado di stimolare una nuova platea, in grado di portarci qualcosa di nuovo e accattivante. È questo il caso di MotoGP 23? Vediamolo subito.
Uno degli aspetti più critici sui quali lavorare in questo genere di giochi è probabilmente il giusto equilibrio da trovare, tra livello simulativo e componente arcade, consapevoli del fatto che spingere troppo da una parte o dall’altra ha giocoforza conseguenze sulla tipologia di giocatore coinvolto. È proprio qui che ritengo che Milestone abbia fatto centro con questo nuovo capitolo della sua saga motociclistica, riuscendo a mantenere da un lato intatto il livello davvero alto di simulazione per i giocatori più scafati, ma introducendo dall’altro un espediente utile a far divertire anche chi, come il sottoscritto, non è affatto avvezzo a setting, mescole, aerodinamica e quant’altro. L’escamotage utilizzato è quello degli aiuti neurali, ossia una serie di aiuti aerodinamici, di elettronica, di stabilità e quant’altro, in grado di guidare per mano anche i novellini, facendoli tuttavia sentire nel pieno del mood della gara. Nulla vieta comunque, a mano a mano che aumentiamo il nostro livello di abilità e di consapevolezza del mezzo, di poter lasciare questi aiuti per intraprendere una guida sempre più autonoma e personalizzata. Al livello massimo di aiuto sarà infatti pressoché impossibile finire nel ghiaione, mentre dall’altra parte l’impostazione pienamente manuale sarà in grado di fornire un livello di sfida all’altezza anche dei piloti più navigati.
Personalmente ho apprezzato il fatto che anche in gara talvolta si sia chiuso un occhio, senza votarsi ad un livello punitivo di simulazione. Qua e là infatti è tollerata qualche carenata, soprattutto nelle fasi più concitate della partenza, e sarà divertente vedere come, al primo rettilineo disponibile, l’avversario ci manderà platealmente a quel paese per quel contatto. Questo aspetto ci fornisce lo spunto per parlare anche di un’altra introduzione tanto attuale quanto azzeccata, la componente social all’interno del paddock. MotoGP 23 introduce una sorta di social network che consente di interagire al di fuori della pista con gli altri piloti, siano essi della nostra scuderia o avversari. Questa nuova funzione permette di stringere alleanze o istigare rivalità, con il comportamento dell’intelligenza artificiale durante le gare influenzato dalle azioni dei giocatori sul social network. Mantenere una reputazione positiva è fondamentale, poiché non solo influisce sulle reazioni degli altri piloti, ma influenza anche gli obiettivi fissati dalla squadra per i giocatori. Alla fine di ogni gara, ad esempio, vedremo delle notifiche apparire in basso a destra sullo schermo, ognuna di esse ci mette in evidenza una dichiarazione da parte di un altro pilota. Rispondere in modo scontroso potrebbe darci gran soddisfazione ma iniziare una faida che potrebbe avere conseguenze in pista, rispondere in modo accomodante potrebbe stemperare gli animi, a noi la scelta.