Raging Bytes: la recensione

Zombi, GDR, pixel art: cosa potrebbe mai andare storto?!

KEMCO è un nome che affonda le radici in un passato e che, in epoca moderna, si è specializzata in produzione prevalentemente per mobile in grado di proporre tutta la classica tradizione dei giochi di ruolo fantasy di stampo orientale, anche presso l’enorme ma ineducata massa di acquirenti occasionali. Con l’enorme sviluppo degli store digitali anche su console dedicate e con l’incredibile successo ottenuto da Nintendo Switch grazie alla sua natura ibrida, in grado di offrire fruizione anche portatile, controlli anche touch e un bacino di utenza anche meno ossessionato dalla riproduzione grafica ottico-retinica e dalle dinamiche di narrazione holliwoodiane, ecco che si è affacciata con una pletora di proposte anche sull’eShop, come avete avuto modo di sperimentare anche attraverso alcune delle nostre tante recensioni. Ma questa volta l’approccio è diverso, la proposta meno standardizzata e, come vedrete, il risultato più intrigante che mai.

Un agente di polizia, Ben, si risveglia in ospedale dopo un incidente e trova la città invasa dagli zombi! Cosa diavolo sta succedendo qui? Si può fare affidamento sul governo? Rimangono altri sopravvissuti? Ben si imbatte in una dottoressa di nome Barbra mentre lotta per strade infestate da zombi. Insieme si dirigono verso la stazione di polizia di Ben, ma li attende solo altro orrore. Riuscirai a sopravvivere alle furiose b”y”tes degli zombi? Questo è infatti l’incipit narrativo di Raging Bytes, un’opera sempre in pixel art e con visuale a volo d’uccello, come nella maggior parte delle opere di KEMCO pubblicate su Switch, ma con una cornice del tutto differente e, come vedremo a breve, anche una sostanza piuttosto particolare. Contrariamente al più classico dei Resident Evil, coi quali comunque condivide moltissimi stilemi, qui la minaccia, per quanto misteriosa almeno inizialmente, proviene dallo spazio, complici alcuni programmi di terraformazione della Luna finanziati direttamente dal governo, ma la minaccia finisce presto per sostanziarsi come nel più tradizionale dei B-movie a sfondo non-morti: tutta la struttura sociale va presto a quel paese, l’infezione si propaga (ovviamente) tramite morsi letali e ogni vittima va ad ingrossare in meno che non si dica le fila dell’esercito mostruoso, rendendo tutto invivibile, abbandonato e post-apocalittico. Nessuno dei classici luoghi di consueto ristoro riesce a preservare il suo ruolo istituzionale di protezione, dall’ospedale alla centrale di polizia, e i nostri eroi si troveranno presto soli, a dover sopravvivere mettendo la propria vita in bilico, per preservarla. Laddove lo stile grafico può condividere toni più cartoonosi e meno agghiaccianti rispetto a quelli del RE Engine di Capcom, va subito ammesso come il canovaccio sappia districarsi con maestria lungo gli elementi più classici del racconto horror, risultando efficace nel coinvolgere l’attenzione dell’utente, empatizzando sin dalle prime battute con lo spaesamento dei protagonisti, e riuscendo persino a creare un certo livello di tensione. La trama è sì basata sulla elementi comuni all’immaginario (letterario, cinematografico e ovviamente videoludico) zombi, ma con la giusta cura dei dialoghi e della sceneggiatura, dei toni e delle atmosfere, con un prodotto horror seppur privo di eccessivo sangue o violenza, con personaggi attraenti pieni di drammaticità e svariati elementi ludici in grado di approfondire ulteriormente le buone sensazione del setting.

Dal punto di vista interattivo il titolo alterna fasi esplorative, in cui i nostri personaggi dovranno spostarsi in vari ambienti sia indoor che outdoor per raggiungere determinati luoghi e obiettivi, a volte cercando anche di evitare di allarmare gli zombi o cercando comunque di ridurre al minimo le fasi di scontro, e fasi appunto di battaglia, gestite in maniera piuttosto originale ed accattivante. Muovendosi nelle varie stanze o lungo le strade sarà possibile identificare alcuni punti di interazione, presso i quali scoprire dettagli narrativi piuttosto che elementi atti a rimpolpare il nostro equipaggiamento o il nostro armamentario, facendo sempre attenzione al posizionamento e al percorso seguito dai non-morti: qualora uno di essi dovesse identificarci, inizierà a muoversi verso la nostra direzione e, raggiunta una posizione di prossimità, inizierà la fase di lotta. Attenzione però: come in ogni horror-movie che si rispetti, la disparità numerica è soverchiante e dovremo fare molta attenzione a non farci coinvolgere in un combattimento, qualora il numero di zombi allarmati dalla nostra presenza sia davvero elevato. Lo scontro, infatti, ci vedrà fronteggiare non soltanto la creatura che, eventualmente, sarà riuscita ad avvicinarsi particolarmente al nostro avatar, ma tutti gli zombi evidenziati da un punto esclamativo sopra le loro teste, poiché risulteranno tutti consapevoli della nostra vicinanza. E, ovviamente, più alto è il numero di avversari da fronteggiare nello stesso momento, peggio sarà per noi, determinando in maniera piuttosto significativa l’andamento dello scontro stesso.

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