Nintendo Switch è stata lanciata sul mercato a marzo 2017, pertanto si avvicina ormai a compiere il suo sesto anno di vita commerciale. Secondo varie presunte fonti, oltre alla declinazione solamente portatile (il Lite reso disponibile a settembre 2019) e all’aggiornamento con schermo, stand, ethernet e batteria migliorati (l’Oled lanciato invece nell’ottobre del 2021, in concomitanza con l’uscita di Metroid Dread) avremmo dovuto avere tra le mani una versione “Pro”, con prestazioni grafiche migliorate, quantomeno da un paio di anni a questa parte. E invece…più o meno le stesse presunte fonti ci fanno sapere che i piani di Nintendo in tal senso siano tramontati, lasciando spazio al più tradizionale lancio di una nuova generazione di console (Switch 2?), possibilmente entro la fine del prossimo anno fiscale (che per chi non lo sapesse andrà da aprile 2023 a marzo 2024). Fisime da appassionati da forum? Sedicenti “graphic whore” prestati dalla così detta “Master Race“? Difficile dirlo, ma la realtà dei fatti è che l’hardware ibrido della casa di Kyoto è nel pieno della propria maturità, nonostante quanto venga affermato su alcuni lidi. E a dimostrarlo sono proprio i suoi stessi giochi, ovviamente.
Quando il progetto è stato svelato, ancora sotto il nome in codice di “NX”, alcuni amanti del gaming da salotto hanno storto il naso, avendo davanti una console grande quanto una custodia di DVD e, pertanto, ovviamente limitata in termini di pura potenza in ambito di calcolo computazionale, ma la verità è che per l’epoca il lavoro svolto dagli ingegneri tanto di Nintendo quanto di NVidia è stato sopraffino: l’integrazione del chip Tegra con architettura SoC Maxwell di seconda generazione, assieme a diversi altri fattori costruttivi, garantiva la capacità di gestire in maniera agile diverse programmazioni di alto livello, anche pensate per device ben più performanti, offrendo la compatibilità con svariate librerie grafiche e tool di sviluppo middleware di ultima generazione, coprendo un ampio spettro di possibilità. Il successo commerciale del prodotto presso un’ampissima fetta di mercato ha poi rassicurato tutte le maggiori case di sviluppo terze parti, oltre ai team interni e al panorama indipendente che sin da subito avevano intuito le enormi potenzialità del progetto, finendo per offrire una delle librerie software più ampie e variegate di sempre, in casa Nintendo.
Da allora il progetto ha visto solo piccole variazioni e migliorie indirizzate primariamente alla fruizione in ambito portatile, con i due modelli sopracitati, senza alcun passo verso presunti mezzi passi intra-generazionali (sulla falsariga di PlayStation 4 Pro, per esempio), presumibilmente focalizzando l’attenzione dei team responsabili per lo sviluppo hardware verso un vero e proprio passo nel futuro con il successore ufficiale della console (sia esso una “semplice” Switch 2, piuttosto che qualcosa di diverso, interamente o parzialmente: al contrario di altri fantomatici insider, non pretendiamo di poter intuire i nebulosi piani a medio e lungo termine della casa di Kyoto). Altrettanto presumibilmente, potremmo scoprire i primi dettagli nel corso di questo anno solare, considerando semplicemente la realtà dei fatti: Nintendo Switch a marzo compirà 6 anni e non ci sarebbe nulla di strano, anche guardando alla tradizione in casa Nintendo, che si iniziasse a parlare della prossima generazione di console. Solo il tempo saprà dircelo, ma intanto una cosa va detta: contrariamente a quanto sostenuto da alcune “frange” per diversi anni, il piccolo e ibrido hardware della Grande N ha saputo stupire molti proprio sotto il versante software, con alcune produzioni a tratti impensabili. Ma, soprattutto, proprio nel corso dei 12 mesi a cavallo dell’attuale e del prossimo anno fiscale ha confermato la propria maturità dal punto di vista grafico e computazionale. Ma andiamo per passi.