La libertà di sperimentare offerta dall’endemica accoppiata tra sviluppatori indipendenti e store digitali continua imperterrita ad arricchire le nostre librerie virtuali, andando con costanza, prepotenza ma anche qualità a sostituirsi appieno a quel mare magnum di piccole e medie produzioni che una volta (ormai diverse generazioni di hardware fa) popolavano gli scaffali delle nostre stanzette. La dinamica dei grossi studi che hanno cercato negli anni di eliminare la concorrenza delle altre case di sviluppo attraverso la creazione di produzioni sempre più impegnative in termini di budget dedicati tanto alla programmazione quanto al marketing pubblicitario, secondo l’infausta (per noi consumatori) dinamica del “fewer/stronger” per fortuna è stata minata alla base dall’esplosione di tool middleware e possibilità di autopubblicazione che ha sostanzialmente dato vita al mondo così detto “indie”. Una vera manna dal cielo, che su Nintendo Switch ha trovato il suo eldorado: vuoi per il successo della piattaforma, capace di raggiungere entro la fine di quest’anno i 100 milioni di base installata; vuoi per la semplicità di programmazione garantita da un hardware tanto minuto quanto moderno; vuoi per l’iniziale scetticismo di alcuni di quei grandi congolomerati di pubblicazione descritti poco sopra, la verità è sostanzialmente una sola e cioè l’enorme successo che i piccoli sviluppatori possono trovare sull’eShop. Ed ecco così arrivare esperimenti come Aeon Drive. Per nostra fortuna.
Aeon Drive infatti non è il solito approccio scontato al genere platform, seppur presenti evidentemente molti elementi derivativi mutuati da altre produzioni similari, soprattutto a livello superficiale. Nei panni dell’eroe, personalizzabile per quanto concerne alcuni elementi estetici, ci troveremo lanciati in un mondo alieno sconosciuto, dopo aver varcato per sbaglio o per caso uno squarcio spazio-dimensionale. Noi e il nostro robottino potremo a quel punto esplorare la futuristica città di Neo Barcelona, cercando di raccogliere alcuni caricatori di “spazio-tempo” disseminati lungo i diversi percorsi del mondo di gioco, con lo scopo di non restare schiacciati dalla nostra stessa anomalia esistenziale in questo contesto cui non apparteniamo, nel quale il nostro partner è riuscito a creare una bolla di sopravvivenza della durata di 30 secondo esatti, al termine dei quali verremo eliminati dall’esistenza. L’unica nostra speranza è quella di ricaricare il serbatoio di spazio-tempo del nostro compagno, raccogliendo 4 di questi serbatoi, per poi attivarli (generando ogni volta ben 5 secondo di “respiro” aggiuntivo), cercando di arrivare al traguardo posto alla fine di ciascun livello (rappresentato da una sorta di mini squarcio dimensionale, in grado di salvaguardarci). Un incipit narrativo che fa da cornice e supporto ludico, con una narrazione introduttiva legata a doppio filo al tutorial di gioco, per un titolo che, pur curando l’universo diegetico di riferimento tanto a livello estetico quanto interattivo, non disperde troppe energie e attenzione al background, concentrandosi invece sui suoi impatti a livello di interazione.
Lo scopo del gioco è quindi quello di superare ciascun livello entro lo scadere del tempo limite; un limite che può essere espanso gradualmente, progredendo nel livello, per raggiungere un obiettivo basato su poche ma significative possibilità di movimento del nostro avatar. Tra queste ovviamente il salto e la possibilità di colpire i nemici con le nostre armi, soprattutto di corto raggio, per sfide corpo a corpo. Ma non solo: il nostro robottino, infatti, potrà essere scagliato ad una certa distanza da noi, attaccandosi alle pareti ambientali per poi trasportarci di colpo nei suoi pressi. Un’azione di movimento rapida, capace di farci percorrere queste brevi distanze in un batter d’occhio, superando anche eventuali barriere che si posizionano tra noi e il nostro percorso. Il tutto in quadri studiati per mettere alla prova i nostri riflessi, evitando pericoli di varia natura ma anche spingendoci a muoverci in fretta e senza perder tempo, visto il timer contro cui combatteremo in maniera incessante. Senza dimenticare il sollecitamente continuo anche alle nostre specifiche abilità di esecuzione, piuttosto fondamentali in alcuni frangenti più platform, soprattutto considerando come ogni singolo danno provocherà l’obbligo di ricominciare il livello.