L’eShop di Nintendo Switch continua a stupire per numero di uscite e varietà delle stesse. Tra i vari pregi derivanti dall’enorme successo e dall’estrema accessibilità di auto pubblicazione garantiti dallo store digitale della console ibrida della casa di Kyoto rientra a pieno titolo anche il recupero di stilemi (ludici o artistici) di produzioni del passato, capaci di cavalcare l’onda nostalgica prima di tutto degli stessi sviluppatori, e solo in un secondo momento del fruitore finale. Ecco quindi che non stupisce trovare tra le tante nuove proposte anche il lancio di Itadaki Smash, un titolo strano, fuori di testa e senza dubbio capace di strizzare l’occhio ai giocatori più brizzolati.
Il titolo in questione è un picchiaduro a scorrimento che tenta, a modo suo, di riportare in auge il genere, sulla scia di produzioni più rinomate e portatrici di nomenclatura di più alto blasone (su tutti, Street of Rage 4 e TMTN Shredder’s Revenge, di cui potete trovare anche la recensione sulle nostre stesse pagine), ma con un pizzico di sale…ehm, di originalità tutta sua. Nel gioco, infatti, potremo prendere il controllo di uno dei quattro bizzarri protagonisti (umani trasformati da un’antica magia in mezzi mostri, a metà strada tra i mutanti genetici tarta-gusciati di cui sopra, e una interpretazione moderna dei famosi Yokai giapponesi) per scendere nelle strade della città metropolitana che fa da sfondo alle vicende e rimettere in riga…il cibo demoniaco che sta scombussolando la vostra comunità. Il tentativo di riammodernare la struttura di questo genere di produzioni, infatti, si fonda principalmente sul mettere in scena la tipica cornice di botte nell’ambito di un centro urbano odierno, fatto di luci al neon, strade cementificate e, soprattutto…ristoranti di sushi, che va tanto di moda tanto in oriente quanto in occidente, con il risultato di apparire più strambo che intrigante. Peccato che tale ispirazione tematica non venga supportata da chissà quale valenza artistica, tanto è vero che spesso e volentieri i nostri nemici saranno difficilmente riconducibili al cibo da cui teoricamente dovrebbero prendere ispirazione…
Il generale senso di piattezza si estende poi dai personaggi anche alle ambientazioni e all’accompagnamento sonoro, finendo per estendere la propria malevola influenza anche all’interfaccia utente: il mondo è molto grigio e marrone, salvato soltanto da alcune fonti luminose raramente sparse lungo i percorsi; la colonna sonora è sostanzialmente assente e gli effetti ambientali monotoni e, a tratti, fuori contesto; le informazioni a schermo riportate tramite riquadri statici e valori cromatici standard, senza alcun tipo di originalità. Il prodotto trasmette davvero una sensazione di mediocrità, sotto svariati punti di vista, scoraggiando il giocatore a proseguire la propria esperienza, a discapito di un comparto ludico invece piuttosto divertente.