THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi sfondiamo la quarta parete a colpi di mazzate in realtà virtuale con Gorn 2!
Pubblicato da Devolver Digital e prodotto da Free Lives (ben nota per il recente Anger Foot, l’immortale Bro Force e, ovviamente, Gorn), Gorn 2 ad una prima occhiata si presenta sicuramente come un more of the same del titolo originale, Gorn, ma basta poco per accorgersi che il livello produttivo sia ad anni luce di distanza dal suo predecessore. Rispetto al primo capitolo, in Gorn 2 avremo a disposizioni più armi, più tipologie di nemici, più arene, boss da sconfiggere, una story line più curata per la modalità campagna e una maggiore attenzione al dettaglio in ogni ambito, insomma, più contenuti e di qualità nettamente superiore, ma, come anticipato, il divario che lo separa dal capostipite della saga è talmente ampio che si fa fatica a liquidarlo come un mero “more of the same”. In Gorn 2 incarneremo un Rokibe, spietati gladiatori che si contendono l’aldilà massacrandosi l’un l’altro per compiacere i regnanti dei cinque regni celesti, e il nostro obiettivo sarà di arrivare a sconfiggere tutti e cinque i regnanti per aggiudicarci il titolo di campione eterno. Fedele al primo capitolo, il gameplay loop ci porterà a sconfiggere ondate di nemici in un crescendo di armature e armamenti, sottraendo questi ultimi al malcapitato di turno per proseguire la carneficina. Completati i tre livelli di ognuna delle cinque arene, potremo affrontare il regnante dell’arena in una divertente boss fight.
Quello che rende unico Gorn 2 nel panorama dei fighting game in realtà virtuale è sicuramente l’approccio comico, a tratti (positivamente) demenziale, che caratterizza l’intera produzione, dalle divertenti linee di dialogo allo stile grafico, ma che sicuramente brilla nel combattimento, grazie ad un vasto assortimento di armi dalla concezione e dall’esito esilaranti, come una daga che cresce ad ogni esecuzione fino a diventare gigantesca, mazzafrusti esplosivi, un puntatore laser che distrae i nostri avversari senza cervello come farebbe con un gatto, sparachiodi, cannoni portatili, frecce che faranno levitare i bersagli, pozioni magiche che ci concederanno poteri telecinetici per smembrare i nostri nemici a distanza o che ci trasformeranno in giganti in grado annientare i Rokibe come formiche, e chi più ne ha più ne metta. La ciliegina sulla torta è la natura fisica del gameplay, grazie alla quale potremo spingere i nostri avversari nelle divertenti e numerosissime trappole che caratterizzano ogni arena: spuntoni, botole, tritacarne, catapulte, ma anche farli inciampare l’uno nell’altro, staccargli la testa a mani nude quando saranno storditi o lanciargli contro tutte le armi che avremo a tiro per poi, al prezzo di qualche glitch grafico e ragdoll non proprio a regola d’arte, vederli zoppicare, nel tentativo di raggiungerci, sulla sola gamba che gli è rimasta, magari disarmati, perché il braccio che brandiva la spada giace ormai inerte sul pavimento dell’arena.
