A livello ludico, Xenoblade Chronicles X si distingue per un impianto di gioco particolarmente stratificato e profondo, caratterizzato da una netta divisione tra esplorazione e combattimento. Il mondo di Mira è vastissimo e liberamente esplorabile sin dalle prime ore, con biomi radicalmente diversi tra loro e creature di ogni livello che rendono il senso di pericolo costante. A differenza dei capitoli numerati, l’avanzamento non è scandito da una progressione lineare ma da un approccio più libero, che si avvicina alle dinamiche di un MMO, con un sistema di missioni secondarie e principali che si intrecciano continuamente. Il sistema di combattimento riprende l’Action-RPG tipico della serie, con attacchi automatici e abilità (Arts) da attivare strategicamente, ma introduce diverse varianti interessanti. Il personaggio giocabile può appartenere a diverse classi, ognuna con i propri talenti, e il loro avanzamento è legato all’acquisizione di punti esperienza specifici ottenuti dalle missioni e dai combattimenti. Le battaglie enfatizzano il Soul Voice, un meccanismo che permette di coordinarsi con gli alleati per attivare potenziamenti in tempo reale, e l’uso combinato di armi a distanza e da mischia, rendendo il combat system più tecnico e dinamico rispetto agli altri Xenoblade Chronicles. Un elemento chiave della progressione è la gestione delle missioni, che determinano la crescita del personaggio e l’espansione delle opzioni disponibili. La mappa di Mira è suddivisa in settori da esplorare, dove è necessario piazzare sonde per ottenere risorse ed espandere l’influenza della colonia umana. Il completamento di incarichi è fondamentale per ottenere equipaggiamento, migliorare le classi e sbloccare i Skell, i giganteschi mecha che cambiano radicalmente il modo di affrontare il mondo di gioco. A livello di multiplayer, Xenoblade Chronicles X adotta una formula atipica: non ci sono sessioni cooperative dirette, ma si può interagire con altri giocatori attraverso squadre online asincrone, completando obiettivi comuni per guadagnare risorse più rapidamente. Questo sistema, sebbene meno immediato di un multiplayer tradizionale, si rivela utile per ottenere materiali rari e accelerare il progresso in un gioco che altrimenti richiede un enorme investimento di tempo per sbloccare le sue numerose possibilità. Questa versione rimasterizzata introduce diversi miglioramenti QoL che rendono il tutto meno dispersivo, con una migliore gestione delle interfacce, un riequilibrio dei requisiti per lo sblocco di alcune funzionalità e una maggiore chiarezza nella navigazione delle missioni, rendendo l’esperienza più accessibile senza sacrificare la sua profondità. Tuttavia, resta un gioco dalla curva di apprendimento ripida, che premia chi è disposto a dedicargli tempo e impegno per padroneggiarne tutte le sfaccettature.
In Xenoblade Chronicles X, il legame tra il mondo di Mira e gli Skell è la chiave di volta tanto della narrazione quanto del gameplay, intrecciando esplorazione e combattimento in un equilibrio quasi perfetto. Mira non è solo uno sfondo per le vicende, ma il vero protagonista dell’esperienza, un open world sterminato, privo di caricamenti al di fuori delle cutscene e curato in ogni suo angolo con un level design che si distingue nettamente dalle generazioni procedurali di altri titoli del genere. Qui nulla è lasciato al caso: ogni regione ha una sua identità ben definita, con flora, fauna ed ecosistemi coerenti e in grado di offrire momenti di meraviglia continua. La vastità di Mira è resa ancora più affascinante dalla sua varietà paesaggistica: dalle distese erbose di Primordia alle inquietanti lande scarlatte di Cauldros, ogni area è una scoperta. Il level design è stato studiato in modo meticoloso da Monolith Soft, evitando ripetizioni estetiche e forzature strutturali, puntando invece su un’artigianalità raffinata che rende il mondo credibile e straordinariamente immersivo. Non ci sono barriere artificiali o zone chiuse: il pianeta è un tutt’uno e il giocatore è chiamato a esplorarlo con i suoi ritmi, in un crescendo di libertà. Il modo in cui il gioco gestisce la progressione dell’esplorazione è semplicemente brillante: nelle prime fasi, il movimento a piedi è sufficiente a stimolare la curiosità e il desiderio di scoprire. Tuttavia, la vastità del pianeta inizia presto a farsi sentire, creando una sottile frustrazione che diventa il motore della progressione. Ed è qui che entrano in scena gli Skell, i giganteschi mecha pilotabili. Il primo Skell cambia radicalmente il modo di affrontare il mondo, abbattendo le distanze e aprendo nuove possibilità di esplorazione e combattimento. Ma è solo con lo sblocco del modulo di volo che Mira si rivela in tutta la sua grandiosità: a quel punto, il pianeta si spalanca completamente, permettendo di librarsi in cielo e raggiungere luoghi prima inaccessibili. Questo passaggio è un vero e proprio punto di svolta: ciò che inizialmente poteva apparire come una mappa enorme e impegnativa diventa un parco giochi sconfinato, in cui la libertà è totale. Il mondo diventa non solo esplorabile, ma pienamente dominabile, offrendo un senso di conquista che pochissimi giochi riescono a replicare. È in questo momento che Xenoblade Chronicles X smette di essere semplicemente un open world ben realizzato e diventa un’esperienza unica, capace di far sentire il giocatore davvero parte di un’odissea spaziale indimenticabile.