PlayStation 5: Split Fiction: la recensione

La parte migliore? Un amico in carne e ossa è contrattualmente obbligato a giocare a Split Fiction con te dall'inizio alla fine!

Similmente a It Takes Two, la componente narrativa servirà da accompagnamento alla preponderante componente ludica, senza mai essere invasiva, ma, d’altro canto, nemmeno viscerale, raccontandosi attraverso brevi cutscene e dialoghi che accompagnano piacevolmente il giocatore durante le fasi di gioco. Split Fiction ci mette nei panni di Mio e Zoe, due scrittrici che hanno appena firmato un contratto per la pubblicazione del loro primo romanzo, scopriranno presto però che abbiano accettato in realtà di partecipare alla fase di test di un macchinario sperimentale in grado di estrarre le loro idee e di trasfigurarle in una realtà simulata. Un incidente durante le fasi iniziale farà si che Mio entri nella simulazione di Zoe, compromettendo il funzionamento del macchinario e proiettandole assieme nella stessa istanza. Questo in termini di gioco si traduce in un’alternanza di ambientazioni fantasy, generate dell’estroversa Zoe, e Fantascientifiche, ad opera della pragmatica Mio, accontentando tutti i palati e oliando il ritmo dell’esperienza. Elemento fondamentale nella fruizione di un videogioco, in special modo per un videogioco che si prefigge di essere stimolante e divertente a ogni costo, è sicuramente il ritmo, e il ritmo in Split Fiction è impeccabile, Hazelight Studios ha introdotto differenti meccaniche di gioco, utensili, armi, poteri, trasformazioni, mezzi e cavalcature per ogni singolo livello, eliminando completamente la noia dall’equazione e invogliando ad affrontare una seconda volta il titolo per aver modo di giocare nei panni di entrambe le protagoniste, a conti fatti due esperienze di gameplay davvero diverse.

Tecnicamente Split Fiction si comporta molto bene, su PS5 presenta un Frame Rate granitico grazie ad un’attenta scelta stilistica che riesce, senza troppi compromessi, a mettere d’accordo resa grafica e prestazioni. Anche considerata la natura Split-Screen del titolo, che appesantisce non poco il carico prestazionale di un gioco, Hazelight Studios è riuscita a confezionare un prodotto fluido con un ottimo comparto grafico, pur non brillando per originalità in campo Concept Art, senz’altro soppesando con cura le aree in cui investire maggiormente sia in termini di sviluppo che di risorse hardware, optando per una soluzione estetica che tende ai film d’animazione piuttosto che al realismo per quanto riguarda materiali, illuminazione e animazioni, ma lasciando spazio ad un buon livello di dettaglio in quanto a espressività e recitazione delle protagoniste, non lesinando nemmeno sulla quantità di elementi a schermo. Allo stesso modo, la precisa responsività dei comandi esplicita sin da subito la natura action del titolo, garantendo un’esperienza fluida in accordo stilistico con il mondo di gioco. Split Fiction è un prodotto sincero, aperto e accogliente che riesce nel miracolo di mettere d’accordo tutti e persino di unire realtà distanti, incollando il pad in mano a giocatori che non sanno ancora di esserlo o ricollegando due veterani in cerca di puro divertimento da vivere insieme.

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La recensione

9 Il voto

Lavoro magistrale su quasi ogni fronte. Quando divertire e unire i giocatori riesce così bene si possono perdonare alcune frivolezze in campo narrativo e artistico.

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