THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi prendiamo in mano un doppio pad, per avventurarci nella nuova proposta del talentuoso team dietro all’ottimo It Takes Two (disponibile anche su Nintendo Switch e consigliatissimo a tutti, come potete vedere nella nostra recensione!): è infatti il turno di Split Fiction, odierna ode al multiplayer, anche da salotto!
Dopo il successo riscosso da A Way Out e dal plurinominato vincitore del Game of the Year 2021, It Takes Two, Split Fiction aggiorna per la terza volta il sodalizio tra Electronic Arts e Hazelight Studios, di Josef Fares. Per chi fosse nuovo ai titoli sopracitati, Split Fiction è un un gioco cooperativo che permette una fruizione Split-Screen o online, consentendo ad un altro giocatore di accompagnarci nell’avventura senza costringerlo all’acquisto di un’altra copia del gioco mediante l’ausilio di un “codice amico”. Per chi invece avesse già avuto modo di apprezzare le produzioni precedenti, le aspettative per Split Fiction non possono che essere alle stelle, l’idillio tra EA e Josef Fares è infatti una gemma rara per il settore videoludico, probabilmente parte del risultato è stato concesso dalla libertà creativa concessa agli sviluppatori di Hazelight Studios che negli anni hanno potuto costruire un vero e proprio percorso didattico, capace da un lato di far scoprire quanto possa essere profonda la cooperazione ludica tra due giocatori e dall’altro di trasfigurare in modo tangibile una via pratica nella formazione di nuovi videogiocatori, anche tra la schiera dei meno avvezzi al media.
Tracciando una linea retta, A Way Out si presenta come un’esperienza cooperativa accessibile a chiunque, dal ritmo compassato e prevalentemente basata sulla risoluzione di puzzle e quick time event, It Takes Two aggiunge alla formula meccaniche arcade, che richiedono una padronanza minima dei comandi, Split Fiction alza ancora l’asticella, limando la componente puzzle in favore delle dinamiche action e richiedendo quindi una dose maggiore di riflessi, coordinazione e comprensione delle meccaniche di gioco, in progressione perfetta con i suoi precursori. Non siamo tuttavia di fronte ad un titolo che metterà davvero alla prova le nostre abilità, l’obiettivo delle produzioni Hazelight è divertire il giocatore piuttosto che sfidarlo. Durante le circa 15 ore di gioco, in un crescendo impeccabile, Split Fiction ci sorprenderà continuamente con soluzioni di gameplay cooperativo intelligenti e originali, portandoci in luoghi dell’anima inaspettati attraverso ambientazioni suggestive e ispirate, un concerto di elementi in grado di stimolare in modo puro e diretto l’attitudine ludica di qualsiasi videogiocatore, ma che si dimostra in grado di risvegliarla anche in chi avesse avuto la sfortuna di smarrirla.