Negli ultimi anni, l’industria videoludica ha intrapreso un’operazione massiccia di recupero di IP storiche, riportando in auge titoli che per decenni erano rimasti dormienti, ma mai dimenticati dai fan. Questo fenomeno si inserisce in un più ampio trend di operazione nostalgia, che coinvolge l’intero settore dell’intrattenimento, dalla televisione al cinema, fino ai videogiochi. Remaster, remake e riedizioni in alta definizione sono diventati strumenti fondamentali per risvegliare l’interesse di vecchi appassionati e, al contempo, avvicinare un nuovo pubblico a saghe che altrimenti sarebbero rimaste confinate nel passato. Parallelamente, molti creatori di alcune delle serie più iconiche hanno abbandonato le software house storiche per lanciarsi in progetti indipendenti, spesso finanziati tramite crowdfunding, con l’obiettivo di rilanciare gli stilemi da loro stessi resi celebri. Lo abbiamo visto con Keiji Inafune e Mighty No. 9, successore spirituale di Mega Man, o con Koji Igarashi, che ha cercato di ricreare l’esperienza Castlevania al di fuori di Konami. In questo stesso filone si inserisce il team responsabile di Suikoden, che dopo anni di inattività del brand ha dato vita a Eiyuden Chronicle, un nuovo JRPG chiaramente ispirato ai fasti della serie originale. Ora, però, è Konami stessa a rispolverare il passato, rilanciando Suikoden I&II HD Remaster: Gate Rune and Dunan Unification Wars. Una mossa che si inserisce nella strategia di recupero delle proprie IP storiche, già vista con Metal Gear Solid: Master Collection, e che rappresenta un’opportunità unica per i fan di rivivere due dei JRPG più amati degli anni ‘90 in una veste aggiornata.
La saga di Suikoden nasce nel 1995 su PlayStation, come risposta di Konami al dominio di Square Enix nel mercato JRPG. Pur condividendo alcuni elementi con titoli come Final Fantasy o Dragon Quest, Suikoden si distinse immediatamente grazie a due caratteristiche uniche: un cast enorme di personaggi reclutabili (ben 108 in ogni capitolo, ispirati al classico cinese Shui Hu Zhuan) e un forte focus su intrighi politici e guerre tra regni, piuttosto che sulle solite narrazioni fantasy incentrate su eroi solitari. Il secondo capitolo, Suikoden II (1998), venne acclamato dalla critica e dai fan per la sua trama matura, il sistema di battaglia variegato (combattimenti a turni, duelli e scontri strategici) e il suo impatto emotivo. Nonostante il plauso, la serie non raggiunse mai il successo commerciale di altre IP, rimanendo una saga di culto. Con il passare degli anni, il brand perse rilevanza. Suikoden III ebbe una discreta accoglienza, ma i capitoli successivi soffrirono di cambi di direzione e calo di qualità, culminando con la cancellazione di Suikoden VI. L’ultimo vero segnale di vita del franchise risale al 2012, con Suikoden: Tsumugareshi Hyakunen no Toki, un episodio per PSP mai uscito dall’Asia. Da allora, il brand è rimasto in stallo, mentre Konami si concentrava su progetti più remunerativi. Tuttavia, il fuoco di Suikoden non si è mai spento del tutto, grazie all’iniziativa di alcuni ex-dipendenti di Konami, che nel 2020 hanno lanciato una campagna Kickstarter per Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, chiaro erede spirituale della saga. Questo successo ha spinto Konami a rispolverare i primi due capitoli con questa HD Remaster, cercando di riportare la serie sotto i riflettori.
I due capitoli di Suikoden riproposti in HD Remaster condividono lo stesso universo narrativo, ma raccontano due vicende distinte, ambientate in epoche e regioni diverse. Tuttavia, il secondo capitolo è un seguito diretto del primo, ambientato alcuni anni dopo e con personaggi e eventi intrecciati, rendendo l’esperienza complessiva ancora più immersiva per chi gioca entrambi i titoli. In Suikoden I, il giocatore veste i panni del figlio di un generale dell’Impero della Luna Scarlatta, costretto a fuggire quando scopre la corruzione dilagante all’interno del regno. Dopo aver ottenuto la leggendaria Rune del Cancello, si unisce alla resistenza per rovesciare l’oppressivo governo dell’Impero. La storia ruota attorno alla formazione di un esercito ribelle, con il protagonista chiamato a reclutare 108 Stars of Destiny, ognuna con un ruolo chiave nella guerra. Suikoden II, invece, si sposta nella regione di Dunan, dilaniata dall’aggressiva espansione del Regno delle Highlands, guidato dal carismatico e spietato Luca Blight. Il protagonista, un giovane soldato di una brigata tradita e massacrata, si trova coinvolto in un conflitto su larga scala, combattuto tra città-stato, fazioni rivali e poteri oscuri. Il legame con il primo capitolo si riflette nella presenza di alcuni personaggi ricorrenti, oltre a riferimenti agli eventi della prima guerra. Entrambi i giochi offrono un racconto profondo e maturo, con tradimenti, amicizie spezzate e lotte di potere, elementi che hanno contribuito a rendere Suikoden un cult del genere JRPG.
Interessante come queste vecchie glorie stanno ritornando alla ribalta.
È un bene per tutti i novelli videogiocatori