Yu-Gi-Oh! Early Days Collection non si limita a riproporre i giochi originali, ma introduce alcune migliorie per adattarli agli standard moderni. Sul fronte tecnico, la grafica rimane fedele ai titoli originali, ma con filtri grafici opzionali che migliorano la resa su schermi HD. Sono stati aggiunti anche strumenti di Quality of Life, tra cui il Quick Save, utile per interrompere le partite in qualsiasi momento, e la possibilità di velocizzare i duelli, rendendo l’esperienza meno macchinosa rispetto ai tempi del Game Boy. Dal punto di vista delle funzionalità, il pacchetto include una galleria con artwork e informazioni storiche, un’aggiunta interessante per gli appassionati. Tuttavia, manca un vero sistema di multiplayer online, una scelta discutibile che avrebbe reso l’esperienza più coinvolgente. Nel complesso, si tratta di una raccolta ben curata, ma che poteva osare di più per valorizzare al meglio il ritorno di questi classici.
Essendo una raccolta di titoli Game Boy e Game Boy Advance, Yu-Gi-Oh! Early Days Collection mantiene quasi intatta la grafica originale, senza remake o rifacimenti in alta definizione. Le pixel art e le animazioni rimangono quelle dell’epoca, con qualche lieve miglioramento nei filtri grafici e nella pulizia dell’immagine. L’adattabilità a Nintendo Switch è comunque un punto di forza: la modalità portatile si presta perfettamente alla natura dei giochi, offrendo un’esperienza simile a quella originale, mentre in modalità docked l’estetica rimane essenziale ma leggibile. Pur essendo un’operazione conservativa, l’ibridità della console di Nintendo rende questa collection perfetta per il pubblico nostalgico.
La recensione
Yu-Gi-Oh! Early Days Collection è un’operazione rivolta ai fan di lunga data, riproponendo fedelmente alcuni dei primi videogiochi della serie. La raccolta offre filtri grafici, Quick Save e una galleria storica, ma senza veri miglioramenti strutturali o il supporto al multiplayer online. Il comparto tecnico resta essenziale, ma la natura ibrida di Switch si adatta perfettamente a questi titoli. Un tuffo nel passato piacevole per i nostalgici, ma un’occasione parzialmente mancata per modernizzare davvero questi classici.
