Pur segnando un deciso passo avanti rispetto al passato, Dynasty Warriors: Origins non è esente da criticità. La scelta di una struttura più guidata e cinematografica, se da un lato migliora il ritmo, dall’altro riduce la libertà strategica che caratterizzava alcuni degli episodi più apprezzati. Le missioni, pur ben orchestrate, possono risultare eccessivamente scriptate, lasciando meno spazio all’iniziativa del giocatore. Anche il sistema di combattimento, sebbene più fluido e reattivo, soffre ancora di una certa ripetitività nelle animazioni e nelle combo, con un numero limitato di varianti nelle mosse a disposizione. Inoltre, la gestione dell’intelligenza artificiale dei nemici resta altalenante, con momenti in cui gli avversari risultano troppo passivi o, al contrario, eccessivamente aggressivi in modo poco naturale. Infine, la progressione del protagonista appare meno profonda rispetto ad altri action più moderni, con poche personalizzazioni reali al di fuori delle abilità standard. Tuttavia, nel complesso, Origins riesce comunque a rinnovare il brand, offrendo un’esperienza solida, nonostante alcune semplificazioni ancora migliorabili.
Su Xbox Series S, Dynasty Warriors: Origins offre un comparto tecnico solido, con due modalità grafiche ben bilanciate: una punta sulla risoluzione, mentre l’altra garantisce un frame rate più stabile, ideale per mantenere fluida l’azione anche nei momenti più concitati. La qualità dell’immagine è buona su schermi a 1080p, con texture definite, ottima resa materica dei materiali e un sistema di illuminazione ambientale efficace, che valorizza le scene di combattimento con luci, rifrazioni ed effetti particellari curati. Le ambientazioni risultano più dettagliate e ricche rispetto ai precedenti capitoli, forse anche grazie alla loro maggiore compattezza spaziale, che permette di concentrarsi su scenari più rifiniti e realistici. Questo si traduce in un colpo d’occhio più cinematografico, con una regia che enfatizza gli attacchi speciali attraverso angolazioni dinamiche e inquadrature d’impatto. Dal punto di vista tecnico, Origins mantiene una fluidità costante, con una buona fluidità, anche nelle fasi più caotiche, e tempi di caricamento rapidi grazie all’SSD della console. Il risultato è un Musou che, pur non raggiungendo i livelli dei migliori action odierni, segna un netto miglioramento per il franchise, offrendo una resa visiva mai così curata per ambientazioni e messa in scena.
La recensione
Dynasty Warriors: Origins riesce a modernizzare il brand senza snaturarlo, grazie a un’azione più fluida, un ritmo più cinematografico e una struttura più focalizzata rispetto al passato. Il comparto tecnico su Xbox Series S è convincente, con ambientazioni più curate e un’ottima fluidità. Tuttavia, alcuni limiti storici del genere persistono, come una certa ripetitività nelle combo e un’intelligenza artificiale migliorabile. Pur senza rivoluzionare il Musou, il gioco segna un deciso passo avanti, offrendo un’esperienza più bilanciata e appagante per i fan della serie.