Warriors: Abyss: la recensione

Un'avventura familiare eppur diversa, dalle fantasiose menti di Koei-Tecmo!

La più grande novità di Warriors: Abyss rispetto ai classici Musou è senza dubbio la sua struttura roguelite, che trasforma il tradizionale hack & slash in un’esperienza più dinamica e imprevedibile. Ogni tentativo di scalata attraverso i quattro livelli dell’Inferno inizia con la selezione di un eroe, il quale, sconfiggendo orde di nemici e boss, può reclutare nuovi alleati da un roster di oltre 100 guerrieri. Ogni battaglia superata offre l’opportunità di sbloccare abilità, potenziamenti e nuove tecniche, mentre la sconfitta riporta il giocatore al Palazzo di Enma, dove è possibile spendere le risorse accumulate per migliorare le statistiche e sbloccare nuove reclute. Il combattimento mantiene la classica frenesia Musou, con attacchi leggeri e caricati, ma introduce nuove meccaniche come le Summon Skills, che permettono di evocare temporaneamente gli alleati in battaglia, e le Unique Tactics, abilità speciali legate ai singoli eroi. Il sistema delle Emblems aggiunge una componente strategica: raccogliendo Emblemi associati ai guerrieri reclutati, si potenziano automaticamente le loro abilità, con effetti via via più devastanti. Inoltre, il gioco premia un utilizzo tattico delle Musou Attacks e delle Assemble Moves, che diventano ancora più letali quando sei eroi sono stati assegnati ai Summon Slots. Nel complesso, Warriors: Abyss riesce a mescolare la classica azione Musou con meccaniche roguelite, offrendo una struttura più stratificata e una progressione interessante, anche se l’esperienza rischia di diventare ripetitiva nelle fasi avanzate.

Un’altra grande novità di Warriors: Abyss è la visuale isometrica, un cambiamento drastico per la serie che allontana il punto di vista dalla scena e semplifica l’impatto visivo complessivo. Questa scelta riduce la complessità poligonale, con modelli meno dettagliati e animazioni meno ampie e variegate rispetto ai capitoli principali. Anche le mappe, seppur funzionali alla struttura roguelite, risultano piccole e poco complesse, mentre i nemici tendono a ripetersi sia per design che per pattern d’attacco. Nonostante queste limitazioni, il titolo riesce comunque a offrire un buon colpo d’occhio generale, grazie a una palette cromatica vivace e a effetti speciali che enfatizzano la frenesia della battaglia. La fluidità è solida, anche nelle situazioni più caotiche con decine di nemici a schermo, e i tempi di caricamento contenuti migliorano l’esperienza, rendendola scorrevole su Nintendo Switch, sia in modalità docked che portatile. Nel complesso, pur essendo più minimalista rispetto alla serie principale, la struttura visiva riesce a nascondere bene le semplificazioni tecniche, offrendo un risultato apprezzabile per il genere.

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La recensione

7 Il voto

Warriors: Abyss rappresenta un’inaspettata evoluzione della formula Musou, mescolando azione frenetica e meccaniche roguelite con una struttura innovativa. Tuttavia, la semplificazione è evidente su più fronti: la narrativa è poco più che un pretesto, la visuale isometrica riduce dettagli e animazioni, e le mappe risultano ripetitive. Nonostante ciò, il gameplay si dimostra coinvolgente e la fluidità solida, offrendo un’esperienza piacevole, soprattutto su Nintendo Switch. Un progetto sperimentale che, pur con i suoi limiti, segna un’interessante deviazione per il genere.

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