Come ben sappiamo portarci dietro un sacco pieno di cianfrusaglie ha effetti negativi sulla possibilità di muoversi agilmente, e di scappare nei momenti di difficoltà. Dovremo dunque imparare presto a gestire l’equipaggiamento. Manco a dirlo, tutto è stato reso dettagliato e stratificato. Il gioco utilizza un sistema di armatura stratificata, in cui ogni pezzo ha un impatto sulla protezione e sull’aspetto sociale. Henry può indossare fino a sei strati diversi tra indumenti, cotte di maglia, corazze e mantelli. Come facilmente intuibile un’armatura completa offre più protezione, ma rallenta i movimenti; vestiti eleganti aumentano il carisma, ma non proteggono in battaglia ed infine vestiti sporchi o stracciati fanno perdere rispetto nei dialoghi. Quanto alle armi potremo scegliere tra una infinità di opzioni come spade lunghe e corte, mazzi e martelli, archi e balestre fino anche ad armi da fuoco rudimentali. Ogni arma (ma anche ogni capo di abbigliamento) può essere migliorata tramite un sistema di manutenzione e affinamento, con la possibilità di usare mole e strumenti da fabbro per potenziarne l’efficacia, oppure telai e strumenti di tessitura per ricucirli.
Un’opera così vasta, profonda e dettagliata non poteva essere esente da qualche difetto che però, onestamente, si lascia perdonare. In primis c’è un certo problema di macchinosità e poca leggibilità nell’accesso ai menu ed alla mappa. Aprendo queste sezioni veniamo quasi soverchiati dalla quantità di icone, informazioni e testo a schermo, rendendo il tutto davvero un pò confusionario e di difficile interpretazione. La mappa stessa viene gestita in modo un pò macchinoso, con lo zoom che poco può fare nell’aiutarci ad interpretare le icone. Anche qui è questione di abitudine, dopo un pò ci riusciremo a destreggiare, più con l’intuito che con la vista. Anche il sistema di salvataggio non è la cosa più intuitiva che sia passata sui nostri schermi. Dovremo necessariamente bere una pozione di salvataggio, che si può acquistare/trovare/rubare/creare all’interno del mondo di gioco, ma è anch’essa un bene non infinito. Le avventure di Henry ciononostante, sono qualcosa che mi sentirei di consigliare a chiunque, una di quelle esperienze videoludiche che diventano un must a prescindere dalla passione per il genere. La mole di contenuti, la profondità del gameplay e l’estensione delle mappe ne fanno una vera e propria gemma di questa. Non lasciatevi spaventare dalle prime ore di gioco, perchè come direbbe Henry: audaces fortuna iuvat.
La recensione
In Kingdom Come Deliverance II c'è praticamente tutto quello che un videogiocatore può desiderare: una storia epica ed avvincente; un comparto grafico e audio accattivante; una mappa estesa e ricca di cose da fare; un gameplay ben studiato e funzionale. Era da tempo che mancava sui nostri schermi un gioco capace di ricordarci i capolavori Bethesda dei bei tempi, piuttosto che lenire la sofferenza dovuta all'attesa di nuove produzioni Rockstar. KCD II arriva come manna dal cielo, non esente da qualche difetto, ma quanto di più vicino al GDR open world perfetto.