Recall: Empty Wishes: la recensione

Un viaggio nella memoria tra mistero e psicologia

I videogames story-driven, ossia quei giochi che fanno della narrazione il loro focus principale, sono da sempre uno dei generi, o meglio dei sottogeneri, che prediligo. Questo soprattutto in quei momenti di stanca, che noi videogiocatori conosciamo così bene, tra un gioco grosso e impegnativo (o perlomeno lungo da portare a termine) e l’altro. Come dovendo in un certo senso scaricarci con qualcosa di meno impegnativo dal punto di vista ludico e quindi di più leggero. Ed è così che, tra un Indiana Jones completato e un Cyberpunk 2077 da iniziare, è arrivato a fagiolo questo Recall: Empty Wishes, thriller psicologico interattivo che promette narrazione profonda, elementi di mistero e una forte componente emotiva.

Recall: Empty Wishes, è il primo progetto dello studio indie taiwanese Puff Hook Studio, in uscita il 13 febbraio 2025, giusto in tempo per un San Valentino un po’ inquietante, e pubblicato da DANGEN Entertainment. Vediamo se, come promesso dagli sviluppatori, una storia ben scritta e un’atmosfera avvincente possono rendere un titolo memorabile anche senza meccaniche complesse. Recall: Empty Wishes si svolge a Taiwan intorno all’anno 2010 e segue la storia di Yonny, una giovane determinata a scoprire la verità sulla misteriosa scomparsa del fratello Tommy. Data l’importanza della trama in questo titolo non mi dilungherò troppo in dettagli potenzialmente rivelatori. Basti dire che, durante la sua ricerca, Yonny troverà un vecchio ricevitore telefonico giocattolo, capace di connettere la realtà tangibile del nostro mondo, con un regno surreale legato ai ricordi (immaginari o reali?). Grazie a questo dispositivo, Yonny e la sua amica Phoebe possono esplorare gli echi della memoria di persone collegate alla sorte di Tommy, immergendosi nei loro pensieri più profondi e scoprendo segreti sepolti, rancori, rimorsi e desideri inespressi. La trama si sviluppa quindi attraverso un viaggio nella psiche dei personaggi, intrecciando tematiche come il dolore della perdita, la memoria e la verità nascosta sotto le illusioni. Ben presto ci renderemo conto che questo viaggio prima ancora che fisico è soprattutto mentale, andando a toccare delle corde piuttosto sensibili nel giocatore. Incontreremo e parleremo con personaggi (o meglio con una sorta di loro eco dal passato) che hanno avuto una sorte non sempre felice, spesso drammatica ma comunque legata alla sparizione di Tommy. I fantasmi del passato saranno facilmente distinguibili dai personaggi che sono invece tangibilmente nel nostro stesso mondo, grazie all’assenza di colore, quasi una rappresentazione visiva della loro impalpabilità

Il gameplay è piuttosto semplice e ricalca in toto quello che ci potremmo aspettare da un thriller psicologico in 2D basato su scelte narrative. La grafica 2D è a scorrimento orizzontale, e ci pone di fronte tendenzialmente a sessioni esplorativa, puzzle ambientali e scelte narrative. Scorrendo verso destra e sinistra muoveremo il personaggio negli ambienti, mentre con i tasti su/giù entreremo ed usciremo dalle porte, con il tasto azione invece sarà possibile analizzare gli elementi interattivi o scegliere di usare qualcosa presente nel nostro inventario. Il gameplay dunque sostanzialmente è suddiviso in tre fasi: esplorazione, attraversando i diversi ambienti la protagonista raccoglie indizi ed interazioni fondamentali per il prosieguo della trama; immersione nei ricordi, utilizzando il telefono giocattolo, Yonny e Phoebe possono accedere alle memorie delle persone legate a Tommy; scelte narrative, come da prassi in questo tipo di giochi le decisioni prese nel corso del gioco influenzeranno lo sviluppo della storia e il suo finale, che promette di essere toccante e inquietante. Le fasi di esplorazione ci serviranno in primis a fare luce sugli eventi che hanno portato alla scomparsa di Tommy, ma anche, e soprattutto, a svelare nuovi numeri telefonici da chiamare, che ci porteranno a visitare altre location o altri ricordi del passato vissuti dagli altri personaggi. I numeri telefonici infatti sono gli elementi fondamentali da recuperare per passare ad uno step successivo nell’indagine, in modo da aprire le interazioni con un nuovo character (ed il relativo mondo di ricordi). “Una telefonata che allunga la vita”, come diceva una vecchia pubblicità degli anni ‘80/’90.

PUBBLICITÀ


Pur non essendoci elementi strettamente spaventosi, l’atmosfera combina elementi di mistero e horror che, complice la provenienza asiatica del titolo, si rifanno un po’ anche a classici dell’horror giapponese come The Ring o The Grudge. Lo stile 2D consta di una pixel art semplice ma ben dettagliata e leggibile, riuscendo ad essere partecipe di atmosfere in grado di mescolare realtà e distorsioni surreali. Il character design ed il level design riesce ad essere evocativo, grazie ad un design ispirato agli anime, con colori tenui e atmosfere malinconiche. Le location di gioco sono pensata per creare un contrasto tra il mondo reale e le memorie alterate, enfatizzando il tema dell’illusione e creando talvolta un certo senso di spaesamento nel giocatore. Allo stesso modo funzionano i giochi di luci ed ombre con effetti di illuminazione contribuiscono a creare un senso di tensione e mistero, accompagnando il giocatore nell’indagine di Yonny. Concorrono nella creazione di un’atmosfera azzeccata gli effetti sonori che, seppur non essendo nulla di particolarmente nuovo o eccezionale, riescono a giocare un ruolo fondamentale nel costruire la tensione e l’immersione. La realizzazione del titolo è dunque apprezzabile sotto tutti i punti di vista. Tecnicamente ben fatto Recall: Empty Wishes, si aggrappa ovviamente ad un comparto narrativo ben sviluppato, pur non introducendo particolari elementi di novità né in termini di storia né di giocabilità. In definitiva un gioco al quale vale la pena dare una chance, soprattutto se avete voglia di darvi alla lettura di una storia ben articolata, senza troppe pretese ludiche.

La recensione

6.5 Il voto

Recall: empty wishes si è rivelato un thriller narrativo ben strutturato e dalla realizzazione solida. Tutti gli stilemi del genere, in particolare degli horror/thriller asiatici, sono presenti e rispettati. La storia riesce ad essere accattivante, così come il continuo rimando tra mondo reale e mondo dei ricordi veicolato tramite la cornetta telefonica, trait d'union del titolo. La realizzazione tecnica è buona, grazie ad un comparto grafico non privo di personalità, e ad una colonna sonora capace di tenere alta la tensione. Il gameplay risulta forse fin troppo semplice, spingendoci a non fare molto di più che la spola da un punto all'altro del livello alla ricerca di indizi, senza tuttavia inficiare la godibilità di un titolo che merita una chance.

Valutazione

  • Il voto 0
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist