Trails through Daybreak II riprende e affina il sistema di combattimento del primo capitolo, introducendo nuove meccaniche che rendono gli scontri più dinamici e strategici. Il Field Battle System, già presente nel predecessore, consente di eliminare rapidamente nemici minori prima di passare a battaglie più complesse con il Command Battle, che offre un approccio più tattico e profondo. La novità più rilevante è il Cross Charge, una meccanica che permette di contrattaccare dopo una schivata perfetta, richiamando un alleato per un colpo combinato che aumenta anche il suo danno per un breve periodo. Inoltre, il nuovo sistema EX Chain sfrutta i nemici storditi: avvicinandosi a un compagno e attivando un Shard Boost, è possibile scatenare un attacco devastante che coinvolge l’intero party. Il gameplay si arricchisce anche grazie a una serie di attività secondarie e minigiochi. Il ritorno della pesca, ormai un classico della serie, permette ai giocatori di collezionare diverse specie ittiche in tutta Calvard, registrandole nel Notebook. Un’aggiunta più particolare è il cybersleuthing, in cui Van dovrà esplorare labirinti digitali, superare trappole e risolvere enigmi per sbloccare forzieri orbal-bloccati. Tra le novità spicca anche Seven Hearts, un nuovo gioco di carte strategico che coinvolge quattro membri del party e mette alla prova la loro capacità di manipolare le arti e il danno inflitto. Infine, Trails through Daybreak II introduce il Märchen Garten, un dungeon opzionale accessibile a tutti i personaggi, indipendentemente dalla loro posizione nella storia. Questa modalità roguelike sfida i giocatori a completare piani generati proceduralmente con obiettivi specifici, guadagnando esperienza, equipaggiamento e oggetti rari. I giocatori possono anche raccogliere Shard Tokens per sbloccare costumi, brani musicali e ricompense speciali, aggiungendo un ulteriore livello di personalizzazione e rigiocabilità. Queste novità ampliano il gameplay, offrendo più varietà e profondità rispetto al primo capitolo, senza snaturare il cuore della serie. Il problema principale risiede però nel fatto che molte delle aggiunte si rivelano ben presto o estremamente marginali, o persino caotiche, mentre le fasi più convincenti sono un pedissequo ripresentarsi delle novità già introdotte dall’episodio precedente, sul quale sostanzialmente il secondo capitolo fatica a innestare una marcia in più.
Se Trails through Daybreak aveva mostrato una discreta ottimizzazione su Nintendo Switch, il sequel appare paradossalmente meno rifinito, soffrendo più del predecessore sotto vari aspetti tecnici. La risoluzione risulta più sfocata, soprattutto in modalità portatile, mentre il frame rate fatica a mantenersi stabile, con evidenti cali nelle battaglie più concitate. Questo impatta negativamente sul ritmo degli scontri, rendendo meno fluida l’esperienza di combattimento, soprattutto quando si utilizzano le nuove meccaniche come il Cross Charge o l’EX Chain. A peggiorare il quadro si aggiungono tempi di caricamento e latenza nei comandi, che spezzano il ritmo dell’esplorazione e delle transizioni tra le aree. L’impressione generale è che questa conversione sia stata trattata da Falcom come una tappa intermedia, in attesa di progetti più ambiziosi, come il remake del primo Trails in the Sky. Il risultato è un porting che, pur rimanendo giocabile, rappresenta un passo indietro rispetto alla precedente incarnazione della serie su Switch.
La recensione
Un passo avanti per quanto riguarda il racconto di questo macro arco narrativo, ma a conti fatti forse un passo indietro in termini di progettualità complessiva, Daybreak II finisce per seguire fin troppo da vicino le orme del predecessore, peccando per altro anche sotto il profilo tecnico, per un prodotto che nel suo insieme ci è sembrato un titolo di transizione verso quella che, crediamo, sarà la degna conclusione della trilogia, come da tradizione Falcom.