Negli ultimi anni, il successo di Nintendo Switch, divenuta la console più venduta di sempre in Giappone, ha spinto sempre più software house nipponiche a supportarla attivamente. Capcom, ad esempio, ha portato Monster Hunter Rise in esclusiva temporanea, mentre Square Enix ha reso Switch una casa per le remaster di Final Fantasy e Dragon Quest. Anche Atlus ha ampliato la sua presenza, portando Persona 5 Royal e i precedenti capitoli della serie. Il tutto senza citare le innumerevoli software house medio-piccole che si sono semplicemente gettate sul treno del vincitore, spesso sviluppando svariate serie precedentemente offerte soltanto sui lidi concorrenti per la prima volta anche per un hardware della casa di Kyoto. In questo contesto, anche Nihon Falcom ha rafforzato il proprio supporto, rendendo Trails through Daybreak il nuovo punto di partenza per la saga su Switch.
La serie The Legend of Heroes affonda le sue radici negli anni ’80 ed è oggi una delle saghe JRPG più longeve e strutturate. Il suo world building si distingue per la cura maniacale nella costruzione di nazioni, fazioni e intrecci geopolitici, creando un universo narrativo interconnesso tra i vari archi. Trails through Daybreak ha introdotto Calvard, una nazione vibrante e multiculturale, aprendo una nuova era della serie. Storicamente legata al mercato giapponese e alle console PlayStation, la saga ha visto un crescente supporto su Nintendo Switch, con un’accelerazione nei tempi di localizzazione. Se in passato il divario tra le uscite giapponesi e quelle occidentali superava i due anni, oggi il gap si è ridotto a meno di un anno, segno di una fanbase in crescita anche fuori dal Giappone. Questo trend ha reso la serie più accessibile su Switch, consolidando un nuovo pubblico fedele anche in Occidente: presupposti fondamentali per seguire in maniera adeguata e appassionata un brand che poggia fortemente le sue basi su intrecci complessi e ricchi di elementi, varianti nonché colpi di scena. Mettetevi comodi, quindi, perché il viaggio continua!
Fedele alla lunga tradizione nel panorama dei JRPG, anche questo episodio qui recensito consta di una narrazione intricata e un world-building dettagliato. Con l’uscita di “Trails Through Daybreak” nel 2021, la saga ha introdotto i giocatori nella Repubblica di Calvard, seguendo le vicende di Van Arkride, uno “Spriggan” che opera come investigatore privato e mercenario. In questo primo capitolo, Van viene affiancato da Agnès Claudel, una studentessa in cerca di otto dispositivi magici noti come “Genesis”. La trama si sviluppa tra intrighi politici, conflitti sociali e misteri sovrannaturali, offrendo una prospettiva fresca e coinvolgente nel vasto universo della serie. In Trails Through Daybreak II, la storia riprende direttamente dagli eventi del primo capitolo. Van Arkride si trova coinvolto in un nuovo caso di omicidi seriali, collaborando con Elaine Auclair per indagare sul gruppo noto come “Desire Gang”. Durante le indagini, incontrano un Grendel rosso chiamato Grendel-Zolga, dotato di un’intelligenza artificiale denominata Altera. Questo incontro porta a una serie di eventi che approfondiscono ulteriormente la complessità narrativa, introducendo nuovi personaggi e svelando segreti nascosti della Repubblica di Calvard. La serie “Trails Through Daybreak” si distingue per la sua capacità di intrecciare storie personali con tematiche politiche e sociali, offrendo ai giocatori un’esperienza narrativa ricca e sfaccettata. Con l’introduzione di nuovi personaggi e la continua evoluzione del mondo di gioco, questo seguito permette di ampliare ulteriormente l’universo creato da Falcom, mantenendo l’attenzione ai dettagli e la profondità che i fan della serie apprezzano da tempo.