Tales of Graces si distingue come uno degli episodi più vivaci e stratificati della saga, grazie a un world building che unisce il classico gusto fantasy a un’atmosfera luminosa e ottimistica. La storia si svolge nel regno di Windor, un territorio diviso in tre paesi principali – Windor, Strahta e Fendel – ognuno con la propria cultura e i propri conflitti interni, ma uniti dalla minaccia di un’antica energia nota come Eleth. Il macro arco narrativo ruota intorno a Asbel Lhant, un giovane nobile determinato a proteggere i propri cari e il suo villaggio natale, il quale si trova coinvolto in un viaggio epico che intreccia amicizia, tradimento e responsabilità. La narrazione, pur basata su archetipi classici del genere JRPG, si distingue per il focus sul tema della crescita personale e sul valore delle relazioni, incarnato in personaggi complessi e ben delineati come Sophie, una misteriosa ragazza legata al segreto degli Eleth, e Hubert, il fratello adottivo di Asbel, la cui rivalità e riconciliazione aggiungono profondità emotiva al racconto. Dal punto di vista del gameplay, Graces si caratterizza per un’evoluzione significativa del combat system della serie, il Style Shift Linear Motion Battle System (SS-LMBS). Questo sistema introduce una maggiore enfasi sulla fluidità e sulla strategia in tempo reale, permettendo ai personaggi di alternare due stili di combattimento distinti. Le battaglie sono dinamiche e richiedono di combinare attacchi rapidi, abilità speciali chiamate A-Artes e B-Artes, e un’attenta gestione del Chain Capacity (CC), una risorsa che limita il numero di azioni consecutive eseguibili. La possibilità di schivare e contrattaccare in tempo reale aggiunge un ulteriore livello di profondità, rendendo ogni scontro una danza tattica in cui l’abilità del giocatore è premiata. Un altro elemento distintivo è il sistema di progressione legato ai Titles. Ogni personaggio può equipaggiare titoli specifici che sbloccano nuove abilità e statistiche attraverso l’uso continuo in battaglia. Questa meccanica incoraggia la sperimentazione e la personalizzazione, permettendo di adattare ogni membro del party a diversi stili di gioco. Non da meno è il senso di esplorazione del mondo di gioco, ricco di città vibranti, dungeon intriganti e un sistema di crafting chiamato Dualize, che consente ai giocatori di combinare oggetti per crearne di nuovi. Il tutto è condito da skit opzionali – scenette interattive tra i personaggi – che aggiungono spessore alle loro personalità e dinamiche, e creano un forte legame emotivo con il giocatore. Tales of Graces bilancia dunque un gameplay sofisticato e un sistema narrativo coinvolgente, ponendosi come un capitolo fondamentale per comprendere l’evoluzione della serie, pur con qualche limite legato alla ripetitività di alcune sezioni e a una certa prevedibilità narrativa. Secondo molti, resta – quantomeno nella sua versione espansa e completa – un’ottima summa di tutto quello che la serie ha rappresentato per anni, prima del balzo tecnologico e stilistico del recente Tales of Arise.
La versione Remastered di Tales of Graces F porta con sé una serie di migliorie tecniche e di qualità della vita (QoL), pensate per rendere l’esperienza più accessibile e appagante su hardware moderni. Uno dei miglioramenti più evidenti riguarda l’aggiornamento grafico, con una risoluzione in alta definizione che mette in risalto il design artistico vibrante e i modelli dei personaggi, pur rimanendo limitata dalla natura originariamente modesta della mole poligonale. Le texture sono state rielaborate per risultare più nitide, mentre gli effetti di luce e le ombre godono di una maggiore profondità, dando nuova vita ai paesaggi colorati e alle battaglie dinamiche. Dal punto di vista del gameplay, diverse aggiunte di QoL semplificano l’esperienza complessiva. I caricamenti sono stati drasticamente ridotti rispetto alle versioni precedenti, con transizioni fluide tra le esplorazioni e le battaglie. È stata inoltre introdotta un’opzione per accelerare le battaglie, rendendo i combattimenti più veloci e accessibili senza sacrificare il livello di sfida. Anche il sistema di salvataggio è stato reso più flessibile, permettendo di salvare in qualunque momento al di fuori dei dungeon o delle battaglie, una modifica particolarmente utile per giocatori in mobilità. Su Nintendo Switch, Tales of Graces F Remastered si comporta egregiamente. Il frame rate si mantiene stabile a 30 fps durante i combattimenti, anche in modalità portatile, garantendo un’esperienza fluida e reattiva, elemento cruciale per il sistema di combattimento action del titolo, per quanto avremmo potuto aspettarci forse di far girare il tutto a 60fps. In modalità docked, il gioco offre una risoluzione superiore che valorizza ulteriormente i miglioramenti visivi, mentre in modalità handheld si adatta con un’ottimizzazione che preserva dettagli e leggibilità. Tuttavia, alcuni limiti strutturali del gioco originale restano evidenti: le animazioni, pur migliorate in fluidità, sono ancora rigide, e l’assenza di un voice acting aggiuntivo per alcune scene può far emergere il peso degli anni. Complessivamente, la Remastered offre un’esperienza rifinita che valorizza l’essenza del titolo originale, senza rivoluzionarlo. La console ibrida di Nintendo si rivela una piattaforma ideale per un JRPG di questo tipo, grazie alla combinazione di portabilità e prestazioni solide.
La recensione
Tales of Graces F Remastered rappresenta un’affascinante finestra sul passato della serie Tales Of, con il suo combat system action e il world building vibrante che restano tra i punti forti. Pur rivelando alcune rigidità narrative e strutturali figlie del tempo, la versione Remastered ne modernizza l’esperienza grazie a miglioramenti grafici, QoL e ottime performance su Nintendo Switch. Ideale per nostalgici e nuovi fan, è un ritorno convincente, anche se non privo di limiti, per un JRPG che continua a lasciare il segno.