Una cosa però è certa: un mondo distopico come questo non invecchia: la forza principale della narrativa di Freedom Wars sta tutta qui, nella sua capacità di superare anche lo scorrere del tempo. Se c’è un elemento di Freedom Wars che continua a brillare anche in questa remaster, è il suo world building. Il gioco propone un’ambientazione distopica che colpisce per originalità e profondità, immergendo il giocatore in un futuro oppresso da un sistema sociale rigidamente gerarchico. Nel mondo di Freedom Wars, l’umanità è confinata in città-prigione sotterranee chiamate Panopticon, dove ogni cittadino è un “Peccatore” costretto a scontare una pena di milioni di anni per presunti crimini contro il sistema. La libertà è un lusso da conquistare attraverso missioni pericolose e una cieca fedeltà al Panopticon, in una lotta per la sopravvivenza che si scontra con i valori di giustizia e individualismo. Il canovaccio narrativo si distingue per la sua capacità di esplorare temi universali come il controllo sociale, la libertà personale e il sacrificio. I personaggi, pur senza raggiungere una caratterizzazione profonda, sono funzionali a dare un volto umano a un mondo altrimenti spietato. La tensione tra l’obbligo di obbedire al Panopticon e il desiderio di ribellione personale si traduce in un percorso di redenzione che mantiene il giocatore investito dall’inizio alla fine. Ciò che rende questa componente narrativa ancor più interessante è la sua capacità di superare il passare del tempo con eleganza. Mentre le dinamiche di gameplay possono sembrare ancorate agli standard di una generazione precedente, la storia di Freedom Wars continua a essere attuale e coinvolgente per il pubblico odierno. È un racconto che, pur con alcune ingenuità, trova ancora oggi un modo per risuonare, soprattutto tra i nuovi giocatori in cerca di un setting originale e ricco di spunti di riflessione.
La versione Nintendo Switch di Freedom Wars rappresenta un salto tecnico rispetto all’originale per PS Vita, pur rimanendo fedele alla sua natura di remaster piuttosto che di remake completo. Gli sviluppatori hanno lavorato per migliorare diversi aspetti, rendendo il gioco più fruibile per il pubblico attuale. Tra gli aggiornamenti più evidenti spiccano texture rimodellate, una risoluzione superiore che offre immagini più nitide, e una revisione dei modelli poligonali, ora meno spigolosi e più dettagliati. Anche l’illuminazione ha ricevuto un aggiornamento, con effetti più moderni che aggiungono profondità e atmosfera alle ambientazioni. Tuttavia, resta chiaro che la complessità grafica generale rimane limitata, ereditando l’essenzialità di un titolo nato su hardware portatile di una generazione passata. Dal punto di vista della fluidità, Freedom Wars si comporta in maniera solida su Switch, mantenendo un frame rate stabile, anche nelle situazioni più concitate, come gli scontri con gli enormi Abductor. I caricamenti, un problema storico dell’originale, sono stati significativamente ridotti grazie alla maggiore velocità dell’hardware Switch, rendendo l’esperienza più scorrevole e meno frammentata. Un punto di forza è l’ottimizzazione per la natura ibrida della console Nintendo. In modalità docked, il gioco offre una resa visiva adeguata a uno schermo grande, con un aspetto che, pur non impressionando, risulta pulito e privo di artefatti. In modalità portatile, invece, Freedom Wars sembra ritrovare il suo habitat naturale: lo schermo più piccolo nasconde alcune limitazioni grafiche, e l’esperienza si avvicina a quella dell’originale, ma con una maggiore nitidezza e tempi di risposta più rapidi. Nonostante queste migliorie, il progetto rimane vincolato alla sua ambizione contenuta. Freedom Wars su Switch non tenta di superare i limiti del suo design originale, ma si adatta con intelligenza alle peculiarità della console Nintendo, offrendo un’esperienza solida e confortevole per chi cerca un action-RPG dal ritmo frenetico, ideale sia per sessioni lunghe che per partite rapide in mobilità.
La recensione
Storico a suo modo, segnando lo sbarco di una pura IP di Sony su hardware Nintendo senza artefatti commerciali legati a licenziatari, reinterpretazioni o progettualità secondarie, il gioco soffre per certi aspetti il passaggio del tempo ma, allo stesso tempo, conserva un impianto narrativo solido e peculiare, affiancandoci una buona dose di adrenalina.