Xbox Series S: Enotria – The Last Song: la recensione

Mascherina ti conosco...

La struttura di gioco di Enotria: The Last Song segue fedelmente i dettami del genere souls-like, con un’esperienza costruita attorno a combattimenti tecnici, un sistema di progressione che premia la pazienza e l’esplorazione di ambienti interconnessi. Il cuore del gameplay è rappresentato dagli scontri, dove il posizionamento e la gestione della stamina sono fondamentali, richiamando immediatamente le opere di From Software. Tuttavia, se il rispetto delle regole del genere è evidente, è altrettanto chiaro che le limitazioni del progetto emergono con forza. Le animazioni, ad esempio, non raggiungono la fluidità e la precisione necessarie per rendere ogni battaglia davvero soddisfacente. Questo può portare a un’esperienza frustrante, soprattutto quando si confrontano con i capolavori a cui il gioco si ispira. Anche l’organicità tra le varie parti dell’esperienza – dal level design alle interazioni con il mondo – soffre di una mancanza di coesione, lasciando spesso la sensazione che alcuni elementi siano stati assemblati con fretta o risorse limitate. Dove Enotria cerca di distinguersi è nella reinterpretazione del folklore italico come fulcro del gameplay. La capacità di influenzare il mondo attraverso il “Canto,” una meccanica innovativa che modifica ambienti e approcci, aggiunge un’interessante profondità strategica. Tuttavia, la sua implementazione risulta a tratti limitata, impedendo che diventi la vera colonna portante del titolo. Enotria è, in definitiva, un titolo che ambisce a posizionarsi nel genere souls-like, ma che paga inevitabilmente il prezzo dell’inesperienza e del budget ridotto. È un passo coraggioso per il made in Italy, ma non privo di inciampi, anche se è evidente come le differenti “maschere” indossabili dal protagonista siano decisamente una ventata d’aria fresca nel genere.

Sul fronte tecnico, Enotria: The Last Song mostra tutti i limiti di un progetto indipendente ambizioso ma con risorse contenute. Il frame rate fatica a mantenersi stabile, con cali evidenti nelle aree più ampie o durante i combattimenti più concitati. La complessità poligonale degli ambienti e dei modelli è modesta, evidenziando superfici piatte e texture che talvolta mancano di profondità. Anche i menu e l’HUD, estremamente semplici e poco rifiniti, non aiutano a immergersi nell’esperienza, risultando più funzionali che evocativi. Le animazioni, uno dei punti cardine di qualsiasi souls-like, soffrono di poca fluidità e precisione, rendendo i movimenti talvolta meccanici. Non mancano, purtroppo, frequenti episodi di compenetrazione tra personaggi e scenari, che rompono l’illusione di un mondo coerente e vivo. Dove Enotria risplende, però, è nella direzione artistica. Gli elementi ambientali, dai borghi mediterranei alle distese aride, sono intrisi di atmosfera e rievocano un’Italia fantastica e inquietante. L’accompagnamento sonoro, con melodie che fondono tradizione e suggestioni epiche, è perfettamente in sintonia con l’ambientazione. I dettagli di vestizioni, costumi e maschere dimostrano una cura maniacale e contribuiscono a dare identità al gioco. Peccato per un character design di base che, pur ispirandosi al folklore, risulta fin troppo generico e poco distintivo, limitando l’impatto visivo dell’eroe fintanto che non inizi ad indossare alcune tra le machere più caratteristiche della nostra tradizione. Enotria, insomma, è un’opera d’arte visiva intrappolata in un comparto tecnico che fatica a tenere il passo.

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La recensione

7 Il voto

Lo slancio è da premiare, per un piccolo team tutto italiano che mostra il coraggio di confrontarsi con alcuni mostri sacri dell'industria, sorretto non soltanto dall'amore per il genere, ma anche dalla profonda conoscenza dello stesso, da un'ottima direzione artistica e dall'anelito a un'ambizione ancora novella. Alcune incertezze tecniche, la difficoltà nella gestione di un progetto complesso e un pizzico di eccesso nel seguire pedissequamente determinati elementi "altrui" non gli fanno spiegare del tutto le ali, che senza dubbio saprà confermare in potenziali seguiti futuri.

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