Fantasian Neo Dimension: la recensione

Sakaguchi e Uematsu tornano su console Nintendo, giusto in tempo per Natale!

Per il resto il titolo si barcamena su diversi elementi di comfort zone, soprattutto per i due navigati veterani del settore, alternando all’esplorazione ambientale e ai combattimenti altri due aspetti però piuttosto interessanti: il primo riguarda la tipica evoluzione dei personaggi grazie all’accumulo di punti esperienza, capace però in Fantasian di districarsi lungo sentieri nuovi, senza dubbio maggiormente approfonditi che in altre occasioni, grazie alle mappe della crescita. Queste inizieranno a sbloccarsi
non appena il protagonista raggiungerà il Chaos Realm equipaggiando un artefatto particolare. Una volta sbloccate, sarà possibile ottenere varie abilità e bonus alle caratteristiche di combattimento usando SP, che si guadagnano facendo salire di livello i personaggi. La spesa di questi punteggi può seguire diverse strade e consigliamo a tutti di provare opzioni diversificate, per trovare l’equilibrio perfetto per ciascun fruitore, anche tenendo in considerazione che sarà possibile azzerare tutti i bonus e le abilità che ottenute in precedenza in qualsiasi momento, andando così a ripristinare tutti gli SP a costo zero, decidendo conseguentemente di testare altre configurazioni delle caratteristiche del vostro party. Per accedere ad alcune ramificazioni delle mappe di crescita sarà necessario ottenere degli oggetti specifici o completare certe missioni, e qui incrociamo la strada con il secondo aspetto da evidenziare. Nel gioco, infatti, non mancheranno missioni secondarie, che faranno da corollario alla nervatura centrale dell’asse narrativo principale, molte delle quali piuttosto intriganti per le storie portate avanti, ma anche per le ricompense che saranno in grado di elargire, una vola completate. In particolare, suggeriamo di non tralasciare quelle focalizzate sull’aspetto Dimengeon, poiché in grado di potenziare il particolare macchinario (andando come visto in precedenza ad influenzare il ritmo degli scontri casuali e finendo per offrirvi interessanti sfide multiple in grado di potenziare anche i livelli di esperienza necessari per far crescere i vostri personaggi). Calcolando la presenza in-game tanto dell’opzione Move (in grado di guidare automaticamente il personaggio verso una destinazione selezionata sulla mappa) e Warp (in grado di teletrasportare il party verso uno dei punti di interesse già esplorati in precedenza), consigliamo caldamente di spendere tempo ed attenzione verso questi obiettivi, al fine di migliorare (senza appesantirla) l’esperienza di gioco complessiva.

In ultima analisi, affrontiamo l’aspetto tecnico dell’opera, capace al contempo di tradire le sue origini mobile e affascinare per alcune soluzioni progettuali, tanto quanto artistiche. La direzione stilistica è davvero ottima, al contempo decisa e delicata, carica di una poetica evidentemente giapponese, capace di richiamare alla mente i fasti dei classici Final Fantasy, ma anche dell’ultimo sviluppo console di Sakaguchi, quel The Last Story pubblicato da Nintendo in esclusiva per Wii nell’ormai lontano 2011 e che, ancora oggi, ci auguriamo di vedere recuperato in HD il prima possibile. In Fantasian convivono elementi puramente fantasy e medievaleggianti posti con sapienza accanto ad estetiche più steampunk e meccaniche, splendidamente sorretti dalla innovativa e affascinante soluzione di messa in scena adottata dal team di programmazione: veri e propri modellini fisici ripresi da diverse angolazioni, capaci di restituire grazie alla loro natura di diorami una resa materica delle superfici davvero particolare. Il rovescio della medaglia di questo metodo di rappresentazione risiede nella gestione, a tratti un po’ confusionaria, della telecamera, capace di slegarsi dalla sola inquadratura fissa all’interno di uno stesso scenario, ma operando cambi di posizione lungo binari piuttosto spigolosi che potrebbero disorientare, nelle fasi iniziali del gioco. Altri elementi che non convincono fino in fondo sono poi la fluidità, bizzarramente compromessa su Switch soprattutto durante i filmati narrativi, mentre esplorazione e battaglia se la cavano già decisamente meglio, nonché i tempi di caricamento: questi non passano inosservati, anche se va ammesso come l’escamotage anche ludico e interattivo del Dimengeon System va notevolmente incontro al fruitore, consentendogli di spezzare l’azione soltanto in alcuni frangenti, a sua scelta. Ottimo invece il comparto audio: il progetto qui analizzato n ha delle bellissime tracce originali composte dal celebre Nobuo Uematsu, ma permette anche una piccola chicca per gli appassionati di lunga data: durante le fasi di combattimento (tanto contro i mostri più comuni, quanto affrontando i boss di livello) sarà infatti possibile scambiare le musiche di sottofondo attivando alcuni dei brani più iconici dei vari capitoli della serie FINAL FANTASY. Nel complesso, l’OST è davvero splendida! Dispiace invece un po’ la mancata ottimizzazione di alcune caratteristiche hardware specifiche di Switch, che vista la natura mobile dell’opera originale, avrebbero potuto essere implementate per gestire gli spostamenti automatici, le traiettorie degli incantesimi e più in generale la navigazione tanto del mondo di gioco quanto dei menu, tramite touch screen: speriamo in una patch!

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La recensione

8 Il voto

Mezzo voto in più per il fascino di vedere tornare su console Nintendo i due grandi maestri dell'epica ruolistica giapponese, in un'opera non priva di difetti tanto tecnici quanto strutturali, rinfrescata però in alcune dinamiche capaci di riammodernare un titolo altrimenti classico, ma anche per questo capace di emozionare tra direzione artistica delle location e musiche dal grande impatto.

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