Lo studio Chaotic Brain Studios ci porta un indie carico di aspettative e di personalità, grazie al suo carico di ambientazioni futuristiche, estetica cyberpunk e avventure piene di intrighi. Neon Blood cerca di proporsi come il tipico esempio di gioco che, grazie alle buone idee di base, riesce a farsi notare in un panorama piuttosto fitto di proposte. Con Neon Blood, gli sviluppatori hanno voluto creare un ibrido tra narrativa RPG e avventura investigativa, ispirandosi ai classici del cyberpunk come Blade Runner e ai moderni RPG giapponesi, il tutto condito da una affascinante scelta estetica votata alla pixel art, minimal ma accattivante. Il cuore pulsante di Neon Blood è senza dubbio la sua trama, che si sviluppa in un futuro distopico, in cui l’umanità è intrappolata in un sistema sociale profondamente ingiusto e dualistico. L’ambientazione fantascientifica non tragga in inganno dato che noteremo ben presto tanti spunti di riflessione ben ancorati alla nostra realtà come il controllo delle risorse, il divario sociale e l’influenza pervasiva della tecnologia nella vita di tutti i giorni. L’universo di gioco è un mondo post-apocalittico in cui la civiltà si è riorganizzata attorno a due città principali: Bright City e Blind City. Già dai nomi dovrebbe essere evidente la caratterizzazione di entrambe: la prima metropoli scintillante e ipertecnologica, rappresentante il lato privilegiato ed elitario della società; la seconda, oscura e dimenticata del mondo, rifugio degli emarginati e degli oppressi, un luogo dove regnano povertà e disperazione.
Il protagonista, Axel McCoy, è un personaggio complesso e tormentato, il tipico investigatore a tinte noir che potremmo benissimo incontrare in un romanzo hard boiled, se non fosse per l’ambientazione futiristica. Axel è ben lontano dall’essere il classico eroe senza macchia, personaggio e uomo tormentato da errori, dubbi e sacrifici. Tuttavia, con l’avanzare della trama, non potremo fare a meno di empatizzare col nostro non-eroe. L’ambiguità morale di Axel è specchio del mondo altrettanto ambiguo in cui vive e che mal tollera. In base alle nostre scelte ci verrà chiesto più volte di mettere sul piatto la nostra morale e farla valere a tutti i costi, o di sacrificarla sull’altare di interessi ben più bassi. Uno degli elementi più interessanti è proprio rappresentato della trama è dalla sua non linearità. Le nostre scelte non sempre portano a esiti immediati, ma costruiscono una rete di conseguenze che si dipaneranno nel tempo portando a nuove alleanze, piuttosto che alienarci influenti personaggi di Bright City. Neon Blood si presenta come un RPG narrativo con elementi investigativi. Pur con la sua innegabile impronta narrativa avremo modo di sperimentare anche sezioni esplorative, minigiochi di indagine e combattimenti a turni. Un mix così ampio non poteva che portare con sé qualche titubanza a livello realizzativo. Le varie meccaniche di gioco risultano ben poco approfondite, quasi tratteggiate e dopo poco ripetitive. In particolare, il combattimento, che in teoria poteva essere un plus, o comunque una interessante variante, finisce per essere un riempitivo non particolarmente riuscito. Quando entriamo in comabttimento la prospettiva cambia, diventando laterale, Il combattimento adotta un sistema a turni, piuttosto basico caratterizzato da attacchi base e speciali, con questi ultimi fin troppo letali e ben presto nostra unica scelta di gioco. Dopo qualche scontro quindi la mancanza di dinamicità e varietà rischia di farsi sentire.
Allo stesso modo anche le fasi esplorative risultano non particolarmente intriganti, risultando meramente in spostamenti da un punto di interesse all’altro, o da un NPC all’altro, alla ricerca del dialogo o dell’interazione in grado di far proseguire l’avventura, il tutto senza particolare pathos. Dal punto di vista visivo invece, Neon Blood è un titolo che riesce a distinguersi. La combinazione di pixel art per i personaggi e ambientazioni 3D con illuminazione al neon crea un effetto visivo affascinante che non può che rievocare atmosfere alla Blade Runner. Anche le due città offrono un contrasto visivo marcato: la prima è illuminata da neon e luci scintillanti, mentre la seconda è un luogo cupo e degradato, dove i dettagli riflettono la disperazione degli abitanti. Tuttavia, la versione Switch provata mostra qualche limite tecnico. In alcune sezioni, soprattutto durante l’esplorazione di aree più grandi, si notano cali di frame rate e tempi di caricamento lunghi, che spezzano l’immersione. Se uniamo tutto questo ad una durata non particolarmente pronunciata (siamo sulle quattro ore circa di gioco), abbiamo il quadro di un gioco che partiva da premesse intriganti, per poi lasciarsele un po’ sfuggire strada facendo.
La recensione
Neon Blood è un titolo che punta in alto, offrendo un’esperienza cyberpunk capace di affascinare grazie a una trama ben costruita e a un’estetica accattivante. Tuttavia, i limiti tecnici e alcune scelte di design impediscono al gioco di raggiungere l’eccellenza. Inoltre anche alcune lacune nella realizzazione del gameplay, dal combattimento alle fasi esplorative, impediscono a Neon Blood di prendere realmente il volo.