Grande cura è stata riposta nel ricreare le aule di questa bella ma inquietante scuola “Wen Hua”, un’università taiwanese realizzata fin nei minimi dettagli. Attraversando corridoi tortuosi, dove i vostri passi riecheggeranno fin troppo, dovrete esplorare un labirinto di stanze ottimamente ricreate anche in termini di puro level design, mentre cercherete di trovare la via d’uscita da un incubo senza dubbio carico di grande tensione. Dovrete perlustrare gli ambienti alla ricerca di indizi vitali e oggetti essenziali che contengono la chiave per svelare i misteri che avvolgono Wen Hua, in un contesto in cui ogni oggetto racconta una storia e in essa si inserisce anche come elemento di gameplay, aiutandovi a proseguire verso nuove aree del complesso: analizzandoli attentamente e meticolosamente, alla ricerca di verità nascoste che potrebbero trovarsi appena sotto la superficie, potreste infatti trovare la chiave, letterale o concettuale, con cui risolvere i puzzle ambientali o sbloccare le porte verso nuove zone dell’Università. Gli indizi sono sparsi in maniera non superficiale né troppo lineare in queste ambientazioni e, una volta raccolti, dovrete anche essere in grado di interpretarne il significato o il legame con altri elementi sparsi lungo i livelli, spesso in maniera criptica, dissotterrando manufatti e oggetti sparsi per il campus che vi porteranno più a fondo nelle cospirazioni nascoste radicate all’interno di “Wen Hua”.
La versione per Nintendo Switch di The Bridge Curse 2: The Extrication presenta alcuni compromessi rispetto alle versioni per console più potenti, ma resta una buona opzione per chi desidera provare il gioco in modalità portatile. Come prevedibile, su Switch si notano artefatti grafici atti a risistemare il comparto rispetto alle potenzialità dell’hardware ibrido, con una risoluzione e un frame rate inferiori a quanto sia possibile esperire su altre piattaforme; tuttavia, il titolo mantiene la sua atmosfera horror sostanzialmente intatta (guadagnandoci nella possibilità di fruizione portatile, se giocato con le cuffie) e il gameplay survival, che tra esplorazione, enigmi e sequenze di evasione mantiene sempre vivo il senso di tensione per il giocatore. Nonostante i limiti grafici, infatti, il gioco riesce ancora a trasmettere un senso di ansia notevole, particolarmente grazie ai suoni ambientali e all’uso dei giochi di luce, elementi chiave per creare la giusta atmosfera horror. Per alcuni giocatori, la qualità visiva potrebbe influire leggermente sulla nitidezza dei dettagli al punto da compromettere il tutto, ma l’esperienza complessiva rimane secondo noi sufficientemente avvincente, per chi è disposto a scendere a compromessi in cambio della portabilità su Switch. I cali di frame rate, per quanto occasionali, sono comunque presenti, così come la risoluzione e la nitidezza della qualità delle immagini è in alcuni casi davvero offuscata, vuoi anche per la palette di colori molto scura e gli ambienti spesso bui in cui vi troverete a muovervi, per cui il giudizio finale sarà comunque piuttosto soggettivo: chi saprà farsi conquistare dall’aspetto audio, fruito con cuffie sotto le coperte, ne trarrà senza dubbio un’esperienza terrificante, così come chi invece sarà spaventato soprattutto…dalle performance a livello puramente visivo.
La recensione
Un comparto grafico a tratti fin troppo oscuro è almeno parzialmente bilanciato da un ottimo sound design, capace di rendere al meglio se fruito in modalità portatile tramite apposite cuffie, per guidarvi lungo un'avventura horror a base di jump scare: siete pronti per festeggiare Halloween?!
