Rispetto al lancio originariamente avvenuto nell’ormai lontano 2015, quando ancora Nintendo Switch non era disponibile sul mercato (tanto che il gioco era inizialmente stato promesso per il fallimentare Wii U, salvo poi prendersi una pausa di riflessione e decidere, all’alba del 2024, di graziare i lidi della casa di Kyoto sotto l’egida della fruibilità ibrida che ne ha decretato al contrario l’enorme successo commerciale), il titolo cerca anche di migliorarsi sotto diversi aspetti, tanto tecnici quanto ludici, o quantomeno legati alla Quality of Life dell’esperienza da parte del fruitore. Da un lato, sono stati migliorati i modelli della protagonista e degli avversari principali, sistemando anche il sistema di illuminazione; il post-processing e gli effetti di rifrazione e particellari appaiono più convincenti, così come il pacchetto texture complessivo. Rimasterizzati poi tanto i video narrativi, quanto le tracce musicali, per una resa senza dubbio piuttosto soddisfacente. Ma non è tutto: nuovo anche il sistema di salvataggio tramite checkpoint, capace di alleggerire non poco la possibilità di giocare al titolo anche in modalità portatile, sulle vostre Nintendo Switch; nuova la localizzazione, ora priva di certe incongruenze del passato; nuova la calibrazione del livello di difficoltà, ora più bilanciata ed accessibile, ma con la possibilità di mantenere il livello di sfida adeguatamente alto, per gli appassionati di vecchia data che potranno selezionare il livello “Folle”, per divertirsi a soffrire. Considerando come siano stati introdotti anche nemici inediti e una maggior cura per le animazioni e le reazioni alle diverse armi presenti nel titolo, li colpo d’occhio d’insieme è davvero discreto.
La versione remaster per Nintendo Switch introduce miglioramenti notevoli, come abbiamo detto: illuminazione dinamica, texture migliorate e un sistema di salvataggio con checkpoint, assenti nell’originale. Questi aggiustamenti rendono il gioco più accessibile e visivamente coinvolgente su un hardware moderno, tuttavia, alcuni problemi del gameplay restano invariati, come i controlli talvolta rigidi e l’intelligenza artificiale nemica, che appare datata rispetto agli standard attuali. Nonostante questi difetti, la remaster riesce ad amplificare il fascino del titolo originale, mantenendo intatto il senso di isolamento e tensione che tanto lo caratterizzano. Anche grazie a un ottimo doppiaggio (realizzato da Guy Cihi e David Schaufele nei panni di James Sunderland e Eddie Dombrowski in Silent Hill 2), tra i vari artisti: un elemento da non sottovalutare, all’interno di un contesto ludico e narrativo così tensivo. Non un progetto AAA, ma scommettiamo che molti di voi, godendosi Forgotten Memories con le cuffie, sotto le coperte nella notte di Halloween…difficilmente dimenticheranno questa esperienza di gioco!
La recensione
Un buon survival horror classico, condito da alcuni tocchi di modernità, uno su tutti: la possibilità di godervi l'avventura in diverse situazioni, accompagnandovi lungo una narrazione intrigante, sorretta da una giocabilità quantomeno discreta.