In termini di gameplay Shadows of the Damend rispecchia in tutto e per tutto quanto già detto, con una miscela frenetica di azione, combattimenti, smembramenti, puzzle ambientali ed un sistema di combattimento che premia la creatività. Viene fatto un sapiente utilizzo dei contrasti tra luce e buio, dove il buio, seppur succhiandoci via linfa vitale, ci dona la possibilità di vedere il mondo da un’altra prospettiva, spesso fondamentale per uscire da aree altrimenti inespugnabili. Tutto gira in maniera piuttosto fluida grazie a comandi ben tarati, ad una ruota delle armi facilmente accessibile e funzionale, consentendo un’esperienza intuitiva e reattiva. Garcia utilizza un’arma unica, una pistola che può trasformarsi e adattarsi ai vari tipi di nemici in un mondo pieno di creature demoniache. La nostra pistola può trasformarsi in un fucile spara-teschi, in una mitraglietta, nonché in un preziosissimo arnese in grado di lanciare sfere luminose, annientando l’oscurità in determinate zone. Il tutto con la “sobrietà” tipica dei titoli di Suda 51, in una continua orgia di sangue, smembramenti e demoni pronti a farci la pelle. Garcia Hotspur è infatti un po’ una versione incattivita, tamarra ed iperbolica del Travis Touchdown di No More Heroes (che già di per sé non era propriamente un lord). Un personaggio estremamente iconico e memorabile, grazie a scambi di battute volgari, inaspettati e iperbolici che per tutto il gioco ci faranno ottima compagnia.
Graficamente, manco a dirlo, è stato svolto un lavoro eccellente, rimanendo fedeli all’estetica originale pur apportando miglioramenti significativi. Le texture sono più dettagliate, e gli ambienti presentano una maggiore profondità, aspetti che contribuiscono a ricreare un’atmosfera generalmente malsana e demoniaca. Anche le cut scene sono state rimasterizzate, mantenendo il loro fascino bizzarro e contribuendo a far emergere il black humour che permea il titolo. Spesso e volentieri ci sembrerà di vivere in una sorta di B-movie horror. Come accennato un ruolo di primo piano viene svolto dai giochi luce/ombra, con il mondo dei vivi e quello dei morti che rendono ottimamente il dualismo tra le due realtà. Il cast è di altissimo livello, soprattutto per quanto concerne il character principale, decisamente memorabile e di spessore. La colonna sonora, composta da Akira Yamaoka, il maestro dietro le musiche di Silent Hill, è stata riprodotta superbamente, con nuove melodie che arricchiscono le sequenze di gioco. Gli effetti sonori stessi, dalle esplosioni ai voice over, aggiungono un ulteriore strato di immersione. La Hella Remastered, oltre alle già citate migliorie rispetto alla versione originale, offre vari contenuti extra, sfide secondarie e collezionabili sparsi per il mondo di gioco.
La recensione
Shadows of the Damned: Hella Remastered si è dimostrata una ottima riedizione di un classico intramontabile. Il duo creativo al comando non delude certo le (altissime) attese. Il misto di azione, umorismo, atmosfere pulp, cast convincente e narrazione avvincente riescono a tenerci incollati allo schermo per tutta la durata dell'avventura. Con le sue meccaniche di gioco migliorate, il doppiaggio rinnovato e la grafica rimasterizzata, il titolo si posiziona come uno dei must da non perdere. Shadows of the Damned: Hella Remastered non è mai banale, e vi porterà in un viaggio che non dimenticherete facilmente.