Yakuza Kiwami : la recensione

Il mondo della malavita ci mostra tutti i suoi lati, anche quello più emozionante, vestendo i panni eleganti ma insanguinati di Kiryu!

Accanto alla lotta pura, il titolo vi consente e spinge poi ad esplorare nel dettaglio quanto più possibile le vie del vostro quartiere, andando a scovarne gli angoli più nascosti, entrando in tante delle sue attività commerciali, conoscendo i suoi abitanti – ciascuno dei quali dotato della propria routine quotidiana, ma anche in grado di attivare in molti casi molteplici missioni secondarie. Dopo aver spaccato qualche testa, potrete prendervi una pausa dalla storia principale e godervi la coinvolgente vita notturna della città, tra karaoke, casinò, cabaret, sale giochi e tanto altro, imbattendovi in pittoreschi personaggi da ogni tipo di realtà. Kamurocho, il più grande quartiere dei divertimenti del Giappone e sede del clan Tojo (una delle famiglie appartenenti alle più grandi organizzazioni criminali del Giappone), è pieno di cose da fare, ma anche di pericoli pronti ad assalirvi dietro ad ogni angolo. L’alternanza quindi è affascinante, perché il relax di provare uno dei videogiochi presenti all’interno del titolo potrebbe essere interrotto da un malvivente offeso da un vostro comportamento. D’altronde, questa libertà di movimento e di scoperta ambientale si muove sempre e comunque all’interno di una cornice di malaffari senza scrupoli né pietà, come il costrutto narrativo vi esplicita sin dalle prime battute del gioco. Il titolo si apre infatti con un ampia sezione animata che cerca di raccontare antefatti e primi passi del vostro anti-eroe; in una notte piovosa del 1995, risuonano gli spari di un affair criminale che cambierà per sempre il clan Tojo. Kazuma Kiryu si prende la colpa di un omicidio che non ha commesso. Dopo dieci anni di prigione, il protagonista torna nelle sue strade solo per scoprire che tutto è nel caos più tremendo. Le persone di cui si fidava si sono rivoltate contro di lui o sono scomparse. Il clan Tojo è stato sconvolto dalla scomparsa di 10 miliardi di yen. Al centro di tutto c’è una ragazzina di nome Haruka. Chi è? Qual è il suo legame con il clan Tojo? E dove sono i soldi mancanti? E’ in un contesto malavitoso caotico che inizierete la vostra avventura vera e propria, fortemente radicata nel quartiere di Karumocho. Il continuo passaggio dalla bizzarra ma quasi poetica esplorazione di questi vicoli e la violenza degli scontri a mani nude esalta un ritmo di gioco a tratti rallentato dai lunghi filmati, ma pur sempre intrigante.

Il gioco a livello tecnico offre elementi molto validi, alternati ad altre caratteristiche meno convincenti, anche se dobbiamo ammettere che fruire per la prima volta nella storia della serie di un’avventura così grande e soddisfacente in modalità portatile si è rivelata un’esperienza piuttosto intrigante. In maniera inaspettata, le difficoltà maggiori in termini di performance prendono corpo in modalità TV, laddove invece giocato sulla nostra Switch OLED raramente zoppica sotto ai 30fps, anche nei momenti di esplorazione degli ampi quartieri della città; la qualità dell’immagine, inoltre, si presenta nitida e pulita, con modelli poligonali complessi e sempre ben realizzati e animati, anche e soprattutto nei momenti di combattimento in cui possiamo ammirare tutte le animazioni del caso, anche declinate a seconda dei tanti stili di lotta disponibili. Sempre bello inoltre il doppiaggio in giapponese, accompagnato da ottimi sottotitoli in inglese: un quadro onestamente ottimale, per entrare nel contesto narrativo del caso, anche se alcuni di voi potrebbero storcere il naso per la mancanza della lingua (parlata o scritta) italiana. Ma la verità è che la produzione si mantiene sempre su livelli elevati, anche grazie all’aspetto audio sorretto con qualità da un’ottima colonna sonora.

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La recensione

7.5 Il voto

Alcuni cali di frame rate in modalità TV fanno storcere un po' il naso, ma se volete entrare nella serie (magari in occasione dello show di Amazon Prime Video) questo è un ottimo primo passo: non solo si tratta del vero e proprio inizio di un arco narrativo lungo e complesso, ma il titolo si rivela inaspettatamente gradevole nella sua prima incarnazione portatile di sempre.

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