Nikoderiko: The Magical World: la recensione

Attraversa i sette mondi di gioco di questo nuovo platform in compagnia di Niko e Luna nella loro vibrante missione di salvataggio!

Sono molti gli aspetti positivi di questo progetto: sebbene le sue “ispirazioni” siano in alcuni casi davvero evidenti, l’effetto finale sembra decisamente più una lettera d’amore che un plagio nei confronti dei titoli sopracitati. Troverete i collezionabili che vanno a formare il nome del protagonista, le gemme da raccogliere per migliorare il punteggio a fine livello, le casse da distruggere, bizzarri animali senzienti pronti a volte ad aiutarvi, altre a intralciarvi e così via, in un mix colorato e divertente ricco di personalità, nonostante il forte desiderio di tributare il marsupiale di Naughty Dog/Activision o lo scimmione di Rare/Retro Studio. Il tutto inserito in una cornice dove anche la cura per il level design raggiunge livelli discreti, con ritmo e varietà pronti a diversificarsi grazie all’alternanza continua tanto delle inquadrature e del punto di vista, quanto delle vere e proprie variazioni sul tema in ambito ludico e interattivo. Se da un lato la possibilità di cavalcare diverse creature saprà infatti offrire azioni diverse e possibilità sempre nuove, ecco che interverranno anche tanti minigiochi a inframmezzare le più consuete fasi di salto e rotolamento: spesso finalizzate al completamento o alla raccolta di specifici obiettivi entro un tempo limite, questi ulteriori momenti di diversificazione riescono nel loro intento di mantenere l’attenzione del fruitore sempre viva. Almeno fino all’arrivo dei boss, uno per ogni porzione di mondo, a tratti davvero ostici (quantomeno se paragonati alle normali fasi esplorative dei livelli intermedi): preparatevi quindi a un titolo capace anche di alzare l’asticella della difficoltà, nei suoi momenti cruciali.

Dal punto di vista tecnico, dobbiamo ammettere che nel suo insieme il titolo ha saputo stupirci in positivo. L’effetto immediato è quello di un gioco molto bello, colorato e vibrante, ricco di dettagli e dalla qualità dell’immagine pulita durante lo scorrere dei livelli. L’utilizzo della versione 4 dell’Unreal Engine in titoli mutlipiattaforma su Switch a volte produce risoluzioni sfocate, qui invece del tutto assenti, offrendo davvero un colpo d’occhio soddisfacente, soprattutto in modalità portatile sullo schermo OLED. Anche sul versante della fisica, elemento cardine in un platform, il gioco trasmette ottime sensazioni, a patto di essere amanti dell’approccio più pesante tipico proprio di Crash Bandicoot e meno raffinato rispetto a un Super Mario, esaltato anche dall’ottima implementazione del sistema di controllo, basato per altro su tempi di latenza molto bassi. Il framerate ammettiamo che, non essendo a 60fps, potrebbe lasciare un certo retrogusto amaro nella bocca degli estimatori della rapidità d’esecuzione più radicali, ma la fluidità è garantita dalla costanza dei 30fps, quantomeno secondo la nostra prova su strada, tanto in modalità single player quanto…nella modalità multiplayer. Questa è un’altra delle chicche inserite dagli sviluppatori all’interno del progetto, capace di differenziarlo rispetto alle pietre miliari del genere di qualche anno fa, avvicinando una fetta di pubblico contemporaneo ancora più ampia. In ultima analisi, poi, anche l’accompagnamento sonoro si assesta su livelli ben più alti della media e il perché è presto detto: sempre continuando su quel viale dei ricordi tanto caro agli amanti dei platform d’annata, la OST è stata affidata nientemeno che a David Wise, artista noto proprio per le esaltanti tracce eseguite per capolavori come Donkey Kong, guarda caso…! Dovrete solo avere un po’ di pazienza: purtroppo i tempi di caricamento sono a volte davvero lunghi, andando ad inficiare la godibilità del prodotto, quantomeno nelle rapide sessioni in modalità portatile.

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La recensione

8 Il voto

Qualche leggera incertezza in ambito di ottimizzazione tecnica non va a inficiare più di tanto la resa complessiva di un prodotto non soltanto simpatico nel suo derivativo tributo ai classici del genere, ma sostanzialmente ben riuscito e bilanciato in tutte le sue parti. Complimenti a un team nuovo che prova a farsi strada con un progetto forse fuori dai consueti schemi contemporanei, ma per questo ancor più apprezzabile.

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