Parlando delle differenze con il titolo originale, invece, al di là dell’ovvio scarto tecnico, la prima cosa che salta all’occhio è il cambio di stile registico, il remake è caratterizzato da una regia più diretta e meno straniante, spingendo sui tasti del dolore e della disperazione a differenza dell’originale, maggiormente incentrata su alienazione e paura. A sottolineare il cambio di registro contribuisce anche il salto dalla camera fissa alla nuova camera mobile, sicuramente la decisione più difficile per Bloober Team, un taglio netto col passato che spero si presenterà in futuro anche in chiave “modalità prima persona”. Per quanto riguarda il comparto sonoro, complice un miglioramento tecnologico, è stato abbandonato un Sound Design dai forti contrasti, lasciando però indietro alcune sfumature che regalavano una maggiore dose di inquietudine durante il combattimento. Come detto, la recitazione nel remake è di stampo naturalistico, adattandosi meglio al realismo raggiunto in campo grafico rispetto alla teatralità della recitazione del titolo originale, a tal fine i toni di alcune cutscene sono stati completamente rimodellati, risultando convincenti, ma chiaramente differenti dal passato. Opinabile, ma in parte comprensibile, è stato lo snellimento dei riferimenti alla sfera sessuale, probabilmente allo scopo di allargare il bacino d’utenza del titolo.
Ho terminato il remake in 17 ore circa, esplorando praticamente ogni angolo delle mappe di gioco, ma lasciandomi comunque sfuggire qualcosa. Presenta tre difficoltà per il combattimento e tre difficoltà per gli enigmi, possiede la modalità New Game Plus che permette di sbloccare finali alternativi tra gli 8 disponibili e può essere affrontata selezionando filtri grafici aggiuntivi. Silent Hill 2 Remake è un Survival Horror psicologico in piena regola, un titolo immancabile nella libreria dei fan del genere, ma gli amanti dell’opera originale per apprezzare il remake devono sicuramente rimodulare le proprie aspettative, come per ogni remake, infatti, il team di sviluppo si è trovato a dover scegliere cosa tenere, cosa abbandonare e cosa aggiungere allo scopo di rendere appetibile al pubblico odierno una perla del passato, che altrimenti sarebbe, prima o poi, rimasta sepolta in qualche memoria polverosa.
La recensione
Un Survival Horror psicologico "come non se ne vedeva da un po'". Atmosfera e ritmo lo rendono un nuovo punto di riferimento per il settore, non un compito facile anche partendo dalla struttura narrativa del titolo originale, tuttavia alcune sporcature tecniche, di gameplay e di Character Design gli strappano tristemente di mano qualche punto sulla via della perfezione.