PlayStation 5: Silent Hill 2 Remake: la recensione

Una nuova nebbia avvolge Silent Hill. Sospesa e desolante, come un ricordo lontano, ci attende per costringerci ancora una volta a esplorare i recessi della nostra coscienza.

THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi in redazione è arrivata una lettera, non sappiamo da dove, non sappiamo di preciso nemmeno chi ce l’abbia spedita, c’è scritto solamente “Mary”..

È sempre complicato valutare un remake, ma i livelli di guardia si alzano notevolmente se il titolo originale è un mostro sacro di genere, ed è senz’altro questo il caso di Silent Hill 2 Remake, per questo motivo ritengo che a 23 anni di distanza dal titolo originale di Konami si possa dividere il giudizio dell’opera dal paragone con il passato, iniziamo quindi a valutare l’esperienza che il consumatore odierno si troverà davanti con l’acquisto del Remake. Bloober Team approda al progetto sulla sporta di una notevole produzione Survival Horror, parliamo di titoli che non hanno mai lasciato un segno indelebile nel settore (Layers of Fear, Observer, Blair Witch, The Medium), ma che hanno contribuito sicuramente alla costruzione di una certa sapienza sul tema, consentendogli di dare alla luce probabilmente il miglior titolo dall’esordio. Silent Hill 2 Remake è un’esperienza profonda che danza elegantemente al suono delle contraddizioni più umane, trasfigurandole nel matrimonio visivo e sonoro tra il realismo delle ambientazioni e l’assurdità infernale delle creature e delle situazioni che la popolano, il tutto raccordato da una narrazione onirica e al contempo carnale, i cui confini sono espressi solo dalle meccaniche di gameplay, in pieno stile Survival Horror. In Silent Hill 2 Remake vestiremo i panni di James Sunderland, poco dopo aver ricevuto una lettera in cui sua moglie, Mary, lo invita ad andare a trovarla nell’amena cittadina di Silent Hill. Dovrebbe stupirlo, al suo arrivo, che di ameno non ci sia proprio nulla, dato che si troverà di fronte una Silent Hill praticamente disabitata e avvolta da una densa nebbia spettrale, se non fosse già partito con una certa predisposizione all’assurdo, dato che quando ha ricevuto la lettera erano già trascorsi tre anni dalla morte di Mary. In questo contesto, e per tutta la durata dell’esperienza, è proprio il mantenimento della sospensione dell’incredulità uno dei grandi successi del titolo. Lo stile narrativo riesce abilmente a proporre avvenimenti e situazioni assurde e terrificanti in contrapposizione ad una resa realistica dell’ambientazione e ad una recitazione dei protagonisti che, pur naturalistica nella tecnica, non lo è affatto rispetto alla situazione. Sin dall’inizio, Silent Hill 2 Remake si dimostra un Horror psicologico in grado di spingerci continuamente a cercare allegorie, a domandarci se le battute dei personaggi stiano approfondendo la trama di gioco oppure parlino direttamente allo spettatore, dando vita ad un moto interiore continuo, a metà tra investigazione e catarsi. Grandi protagoniste della narrazione del titolo, le cutscene sfoggiano una regia curata e una recitazione di livello, con alcune scene eccellenti, da pelle d’oca, e giusto un paio di scivoloni, che però non guastano totalmente l’ottimo lavoro svolto da Bloober Team.

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