L’esempio più lampante di queste continue collaborazioni tra genti di paesi e tradizioni diverse prende corpo in maniera sostanziosa anche e soprattutto attraverso i due protagonisti: altra novità del progetto, infatti, oltre alle scorribande sulle distese d’acqua che caratterizzano il mondo di gioco, è la presenza di due eroi assolutamente centrali in egual modo, sulla scena. Da un lato la vecchia conoscenza di Adol, fiancheggiato però dalla piratessa Karja: lungi dall’essere soltanto un pretesto narrativo, questo dualismo collaborativo ha profonde ramificazioni anche sul versante dell’interazione tra il giocatore e il titolo stesso, visto che è proprio tramite loro due che subentrano le variazioni più significative al sistema di combattimento. Spinti infatti da circostanze inaspettate, il giovane avventuriero e la forte Normanna dovranno lavorare insieme
per determinare il destino del Golfo di Obelia e della sua gente attraverso un costrutto denominato azione incrociata: il fruitore potrà infatti scambiare tra il controllo di Adol e Karja in qualsiasi momento, aspettando soltanto che entrambi gli eroi siano pronti ad effettuare le mosse più potenti, combinando i loro punti di forza unici per superare i
nemici più ostici, potenziando l’apposito indicatore per scatenare gli attacchi devastanti. Il tutto grazie anche al potere del mana, una speciale abilità magica misteriosa che, oltre ad essere al centro del racconto, sarà fondamentale anche in fase di lotta, permettendo di scatenare la propria furia contri gli avversari, ma anche di afferrare e scivolare attraverso i sotterranei, demolire ostacoli, creare nuove piattaforme e scoprire tesori nascosti e punti critici. sparsi per la mappa. Insomma, il tutto appare discretamente dinamico e soddisfacente, grazie a un sistema action non superficiale. Meno convincenti risultano invece le fasi di battaglia a bordo della navi, più farraginose e imprecise del dovuto, tanto da averci a tratti fatto desiderare di poter navigare in maniera più libera ed esplorativa, lasciando gli scontri ai momenti narrativi che prendono il proscenio sulla terraferma.
Decisamente convincente il profilo tecnico di questa incarnazione della serie Ys su Nintendo Switch: contrariamente a quanto avvenuto nei due capitoli precedenti, editi anch’essi sulla console di casa Nintendo, sembrerebbe che lo sviluppo sia stato focalizzato proprio su questa versione, per poi scalarla verso l’alto su hardware più performanti. Non sappiamo se questo corrisponda a verità, ma una cosa è certa: le aree risultano ampie tanto quanto visto nel nono episodio, ma tanto la mole poligonale, quanto la pulizia dell’immagine e, soprattutto, la fluidità si comportano in maniera assolutamente migliore in Ys X: Nordics, con performance paragonabili all’ottavo capitolo, ma inserito in una cornice più ampia e libera, nonché maggiormente definita e raffinata. Non stiamo parlando del progetto graficamente più impressionate disponibile sul device ibrido della casa di Kyoto, ma se consideriamo la natura della software house possiamo affermare senza timore di smentita che Falcom ha finalmente raggiunto un livello più che discreto di padronanza dell’hardware di Nintendo Switch: cosa che fa ben sperare per il futuro, in particolare per il remake di Trails in the Sky, per ora previsto addirittura in esclusiva per questa piattaforma. Anche l’accompagnamento sonoro per altro si difende con grazie e convinzione, elevando la percezione del pacchetto complessivo verso l’alto: difficile non consigliare l’opera agli appassionati di action RPG di stampo giapponese!
La recensione
Un episodio per certi versi ancora classico, ma anche capace di discrete novità, tra le quali le traversate oceaniche e altre lievi variazioni sul tema esplorativo e di combattimento, il tutto inserito in una cornice tecnicamente decisamente più convincente di quanto emerso nel precedente capitolo. L'avventura vi aspetta, tra misteri da scoprire, nuove aree da conoscere e cattivoni da sconfiggere, accompagnati anche da una discreta colonna sonora fantasy.
