Chi di noi non ha mai sognato di poter creare il proprio gioco di ruolo fantasy? In fondo parliamo di un mezzo di intrattenimento che da sempre poggia le proprie fondamenta esattamente sulla capacità di vivere incredibili storie ed avventure in mondi immaginari, quasi esclusivamente costruiti però sui pilastri della immaginazione di altri, grazie alla capacità dei game designer di tradurre in prodotto concreto e giocabile le loro fantasie più intriganti, lasciando spesso poco margine di interpretazione al fruitore, al contrario magari di altri media, come i GDR cartacei, ad esempio. Ma, ormai da diverso tempo, esiste un prodotto concreto, e quindi fruibile, che si pone a metà del guado tra gioco e strumento, vero e proprio tool di programmazione semplificato, in modo da poter essere presentato al pubblico di massa, esattamente orientato per colmare quella lacune, mettendo nelle vostre mani un software in grado di consentire a ciascuno la creazione della propria “fantasia finale”. Parliamo della serie RPG Maker, che si affaccia oggi sulle vostre Nintendo Switch con l’inedito episodio denominato WITH. Scopriamolo insieme!
Quello che balza subito agli occhi del giocatore è l’apparente totale assenza di qualsivoglia tutorial che possa guidarvi in un processo creativo che, naturalmente, è molto lontano dai canoni di fruizione tipici di un gioco di ruolo: se, infatti, solitamente vi ritrovate immersi all’interno di un universo finzionale fatto e finito, in grado di sollecitarvi e guidarvi secondo un percorso già tracciato da altri, dove l’elemento cognitivo è globalmente coinvolto dall’interpretazione e dalla risoluzione di ostacoli di varia natura che si parano dinnanzi al vostro cammino, ecco che aprendo le prime “pagine” di RPG Maker WITH resterete senza dubbio spaesati. Qui, infatti, non c’è alcun sentiero, nessuna stanza da esplorare, nessun dialogo da seguire né tesoro da trovare: le poche e semplici righe di testo di accompagnamento iniziale vi illustreranno solamente le macro categorie di possibilità inizialmente a vostra disposizione e poco altro. Ecco allora che potrete caricare o scaricare gioco o risorse dal web, piuttosto che giocare o, ovviamente, creare: nessun’altra informazione vi verrà fornita e, da qui in avanti, sarà tutto un grosso trial&error orientato non alla sconfitta di un nemico, ma alla corretta analisi delle onestamente davvero ampie possibilità di interazione messe a vostra disposizione dal team di programmazione. Una sorta di sfida contro il titolo stesso che, in un contesto videoludico attuale dove al pubblico di massa sono stati forniti prodotto come Minecraft o Super Mario Maker, appare piuttosto anacronistica. L’idea alla base del gioco è che sia possibile un ambiente con un set di tessere abbastanza grande, andando successivamente ad includere personaggi, nemici, eventi, persino scelte di dialogo, incontri di combattimento, dungeon a più livelli e via discorrendo: la problematica principale però è che, pur risultando potenzialmente interessante se affidato a mani sapienti e capaci, il tutto sembra presupporre un’esperienza precedente piuttosto rilevante, non adattandosi molto bene ai nuovi arrivati. Anche sforzandosi, sarà assolutamente obbligatorio scaricare le prime due avventure presenti nel negozio del gioco, per cercare di inferire tramite di esse alcune tra le possibilità di costruzione più basilari presenti nel tool di creazione, che in ogni caso risulterà davvero piuttosto ostico ed ermetico anche ai giocatori più smaliziati.
Aperto il menu principale, cioè quello nel quale è possibile dar vita alle vostre stesse idee, avrete modo di selezionare diverse tipologie di elementi per la creazione delle mappe, innanzitutto, tra distese di erba e fiumi, specchi d’acqua e montagne, castelli e villaggi, andando a determinare la visualizzazione di ciascuno dei quadri che, uniti successivamente fra loro, andranno poi a costituire il vostro gioco. Realizzare una sorta di overworld generale di per sé non sarà particolarmente ostico, ma già semplicemente gestire la transizione tra una schermata e l’altra, facendo corrispondere l’ingresso in una grotta alla successiva apertura della prossima mappa che possa mostrare la struttura interna della stessa mettendovi dinnanzi all’intricato percorso di un dungeon, non sarà semplicissimo. Così come inserire i vari effetti sonori o visivi che il titolo include, trovando il comando corretto per ottenere l’effetto desiderato, o realizzare possibilità di dialogo o scelte di opzione in-game. Più semplice risulta invece realizzare i diversi personaggi, buoni o cattivi che siano, per poi piazzarli sulla mappa, mentre l’interazione con gli stessi non sarà del tutto intuitiva. Tra gli elementi più accessibili, forse stranamente, risultano invece le dinamiche di battaglia, classicamente inserite nel solco della miglior tradizione di genere. Nell’insieme, comunque, ribadiamo quanto il titolo evidentemente riesca ad offrire svariate opzioni legate a un’ampia molteplicità di elementi di gioco ruolistico, ma senza riuscire a strutturare la propria interfaccia in maniera del tutto soddisfacente ed ottimale quantomeno per un’ampia fetta di pubblico. Se pensiamo alla libertà e alla complessità di creazione garantita tramite il raffinato studio di filtri comunicativi e organizzativi moderni dei titoli citati poc’anzi, capaci persino di rendere divertente ed appagante proprio la fase di realizzazione pratica di tanti elementi interattivi secondo i desiderata di ciascun utente, ecco che la sensazione complessiva è che anche RPG Maker necessiti di una sorta di salto generazionale, non tanto in termini di valori di produzione grafici, quanto sotto il profilo di una UI più contemporanea.
Probabilmente va anche ammesso come, quantomeno in questa sua incarnazione (perché al contrario, concettualmente la console potrebbe avere la possibilità di offrire ottime soluzioni di interazione uomo-macchina proprio per questa tipologia di titoli, come per altro già testimoniato anche da altre produzioni, persino first party) l’interfaccia di Switch non faciliti del tutto il compito affidato al fruitore. Troppi elementi a schermo, sia visivi che testuali, risultano infatti piccoli di difficile lettura, senza contare come la mancanza di implementazione della modalità di controllo touch resti piuttosto incomprensibile e ingiustificata, facendo in qualche modo rimpiangere l’impossibilità di fruire del titolo tramite mouse e tastiera. Superato lo scoglio della user experience, resta poi un senso di complessiva arretratezza anche per quello che concerne l’impatto grafico: ancora una volta, ripensando a property senza dubbio ormai ben più ampie dal punto di vista del budget, non si può non fantasticare su cosa potrebbe significare avere tra le mani un tool di programmazione più chiaro e fluido, ma anche capace di mettere a schermo opere finalizzate dagli utenti in grado di richiamare stili estetici diversi, possibilmente anche più al passo coi tempi. L’elemento cardine che, in ogni caso, consente a RPG Maker WITH di arrivare alla sufficienza è che, grazie all’ottima struttura di condivisione online, l’ostacolo creativo iniziale può venir bypassato per consentire a tutti di godere anche delle opere altrui, trovando per altro ispirazione rispetto a quanto sia effettivamente possibile inserire anche nella propria opera omnia.
La recensione
Estremamente ricco e soddisfacente per i giovani programmatori in erba, estremamente criptico ed ermetico per i novizi della serie, l'episodio WITH offre tanto in termini di personalizzazione, effetti, possibilità creative per gli amanti del genere ruolistico vecchio stampo e dell'estetica 8-bit ma fatica a compiere un balzo netto verso una modernità stilistica e di fruizione di cui forse ormai la serie necessiterebbe.