EA Sports – FC 25: la recensione

Un veloce riscaldamento, allacciate gli scarpini e scendiamo in campo! Electronic Arts torna a fare la voce grossa con la sua simulazione calcistica: FC 25!

Il campionato è ormai iniziato da diverse settimane, donando nuovo entusiasmo a noi tifosi italiani, delusi e purtroppo lasciati a bocca asciutta da una nazionale che non si è nemmeno qualificata agli Europei svoltisi quest’estate. È proprio in questo periodo dell’anno, segnato da grandi ripartenze calcistiche che, come ormai da tradizione, EA Sports arriva con la sua nuova versione del simulatore di calcio più famoso al mondo, FC 25 appunto. Lo scorso anno, con il passaggio dallo storico nome FIFA all’indubbiamente meno accattivante FC, il team di sviluppo fu in grado di assorbire in maniera più che egregia il colpo, lanciandosi in contropiede e mettendo a segno un vero e proprio rilancio per il brand. Quest’anno, poggiandosi su una base più che solida e su premesse importanti, FC 25 torna sui nostri schermi per cercare di migliorare ulteriormente la simulazione calcistica per eccellenza, qui in versione Switch. È innegabile che FC vanti in primis un enorme vantaggio strategico sulla concorrenza, parliamo ovviamente delle licenze ufficiali che, fatto salvo per le due squadre milanesi, quest’anno passate alla concorrenza Konami, saranno al gran completo sui nostri stadi virtuali. A questo punto non rimane che scendere in campo, pad alla mano, e verificare se ci si è attenuti al classico motto “squadra che vince non si cambia” o se effettivamente sono tangibili delle novità in grado di elevare FC 25 rispetto al predecessore ed alla concorrenza.

Sarà niente meno che Zinedine Zidane ad introdurci, durante il primo avvio del gioco, alla prima e forse più consistente novità di FC 25 ossia FC IQ. Parliamo di un sistema in grado di modellare in tempo reale la reazione della nostra squadra in base a quello che avviene in campo. Tale modello di intelligenza artificiale, è in grado di incrementare ulteriormente il livello strategico delle nostre partite, uscendo dai classici ruoli “statici” dei nostri calciatori, per fargli assumere movimenti e comportamenti del tutto aderenti al nostro stile di gioco. 4-4-2 con terzini di spinta? 3-5-2 per fare massa e tiki-taka a centrocampo? Ce n’è per tutti i gusti. Sostanzialmente potremo far apprendere ad un determinato calciatore una certa routine comportamentale, da utilizzare in determinate circostanze della partita, che può esulare dal suo classico ruolo di partenza, sfruttandone invece caratteristiche specifiche. In tutto questo materiale tattico fortunatamente il gioco ci viene incontro facendo un po’ di ordine, segnalando con un “+” o con due “++” la qualità della nostra scelta. In base al nostro piano partita salveremo quindi le Smart Tactics, ossia tattiche attivabili tramite semplice pressione di un tasto per modificare in corsa l’atteggiamento del team. Ad esempio, siamo a metà del secondo tempo, stiamo vincendo 2-0 e l’avversario attacca a testa bassa, le Smart Tactics potrebbero suggerirci un maggiore livello di copertura, per mettere in ghiaccio il risultato. Al contrario se siamo sotto 1-0 a pochi minuti dal termine la Smart Tactics potrebbero suggerirci di mettere dentro un’altra punto piuttosto che di spostare nel ruolo di centravanti il nostro massiccio difensore centrale. Le opportunità aperte da questa implementazione strategica sono molteplici, va anche detto però che per notarne gli effetti e per padroneggiarli dovremo spendere un buon numero di ore nello studio, cosa che potrebbe non interessare al giocatore da una partita e via.

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