Beyond Galaxyland: la recensione

Infilati le sneaker del liceale Doug mentre viene portato a “Galaxyland”, un sistema solare simile a uno zoo, per affrontare l’epica missione di salvare la Terra stessa.

Fantascienza ed intrattenimento, un connubio vecchio come il mondo, uno sposalizio capace spesso e volentieri di figliare grandi opere, entrate di diritto nell’immaginario collettivo grazie a scenario mozzafiato, fantasie strabilianti, visioni immaginifiche sorrette dalla curiosità intrinseca nell’uomo di gettarsi sempre verso l’ignoto, sperando di trovare altre forme di vita al di là delle stelle, altre tecnologie quasi magiche al di fuori del proprio tempo e, in sostanza, avventure tutte da vivere e scoprire, con la curiosità e lo slancio di un ragazzino. A volte è proprio in questo genere che sono stati seminati i principi di invenzioni reali, concretizzatesi però nella vita quotidiana soltanto anni, se non decenni, dopo rispetto a quanto creato dalle folli menti di pensatori geniali, inventori ante-litteram in grado di anticipare il nostro futuro nei loro libri, o nei loro film…e, chissà, da oggi in avanti anche nei loro videogiochi. Sì perché la carica di originalità che questi scenari sanno generare ha ovviamente trovato sfogo ormai in maniera continuativa e affermata anche nell’ambito dell’intrattenimento digitale, rappresentato da quel livello di interazione capace di rendere ancor più immersive epopee e disavventure ambientate in mondi alieni, al di fuori del nostro pianeta, incontrando altre rezze e civiltà, lungo un percorso di esplorazione, scoperta e…combattimento. Come nel caso del titolo indie trattato oggi: Beyond Galaxyland, il cui nome è già tutto un programma!

Pregi e difetti dell’intera opera si possono racchiudere in un’unica definizione iniziale: Beyond Galaxyland è un approccio sfacciato agli stilemi più classici della letteratura sci-fi, ma pur avendo carattere e una certa spocchia, non gli manca mai il rispetto tanto per il genere, quanto per i capisaldi dello stesso, che hanno evidentemente ispirato quest’opera di intrattenimento videoludico. In esso, infatti, potrete vivere in ​​prima persona tutte le emozioni di un’avventura fantascientifica retrò, in cui un personaggio qualunque viene improvvisamente catapultato al centro dell’azione, con l’arduo compito di salvare…l’universo! Lungo il canovaccio del racconto, sarete chiamati ad esplorare un sistema solare costituito da mondi straordinari molto diversificati tra loro: ci saranno le pianure spazzate dalla bufera di neve di Arcos, affiancati agli anfratti della giungla tropicale di Erros; le città piene di neon di Neo e le aride dune di sabbia di Xalm. L’intera avventura saprà guidarvi nella scoperta di un ammasso cosmico di mondi unici, ognuno con le proprie missioni, enigmi ambientali e personaggi curiosi e interessanti, per quanto bizzarri, spesso presentati e sorretti da ottimi dialoghi, capaci di alternare ironia e divertimento, con serietà e coinvolgimento. Il tutto condito anche da una impalcatura ludica a tratti interessante. Molte situazioni, location o idee risultano eccessivamente derivative, ma sempre con quel tocco rispettoso che sembra più rendere omaggio che altro.

Il gioco infatti propone anche fasi di combattimento, che si articolano lungo gli stilemi piuttosto classici delle battaglie tattiche a turni: partecipando a questi scontri dovrete cercare di applicare una certa dose di ragionamento rispetto alle vostre caratteristiche e possibilità, confrontate con quelle dei vari nemici che si pareranno dinnanzi a voi, affrontando una vasta gamma di nemesi galattiche, con la possibilità ben accetta di un pizzico di interattività in tempo reale, potendo operare con tempestività specifiche mosse difensive, per ridurre al minimo i danni subiti. Ogni membro del gruppo ha una serie di abilità uniche a sua disposizione, ma per un ulteriore vantaggio tattico, sarà importante analizzare attentamente l’avversario specifico prima della battaglia per scoprire i suoi punti di forza e di debolezza. Il rito di gioco vede poi una impennata di difficoltà, ma anche di varietà, negli incontri ravvicinati contro i boss di livello: ciascun pianeta vanta infatti i propri pericoli distinti, ma soprattutto creature a capo della catena sociale o alimentare, pronti a farvi la pelle. Colossali draghi spaziali, fiori carnivori e il gigante bionico onnisciente conosciuto come Nexus Mind…un’ulteriore particolarità risiede poi nella possibiità di catturare i vostri nemici, per sfruttarli successivamente in battaglia, sfruttando le peculiarità della fauna planetaria a vostro vantaggio. Non siamo davanti a un battle system rivoluzionario, né in grado di rilanciare nuove idee per il genere di appartenenza, ma JoyCon alla mano il tutto funziona abbastanza da non farvi desistere nel proseguire lungo l’avventura.

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Pixel art mon amour, in Beyond Galaxyland! Per quanto la tecnica utilizzata sia così frequentemente utilizzata in ambito indie da risultare satura, se non addirittura indigesta, va riconosciuto al team di sviluppo il merito di utilizzarla attraverso il filtro di un’ottima direzione artistica che, tra uso delle luci e dei colori nonché design di ambienti e creature, riesce a spiccare. Neon e architetture fantasiose, schermi e tecnologie futuristiche si amalgamano sempre con forza e coerenza, restituendo al fruitore la netta sensazione di essere, di volta in volta, davanti a una vera e propria civiltà specifica, navigando tra i diversi pianeti che compongono l’universo (letteralmente!) di gioco. La colonna sonora non lascia invece il sengo, risultando più che altro un accompagnamento non dannoso, per quanto non piacevole. A livello puramente tecnico, il gioco su Switch a tratti presenta qualche incertezza, tra tempi di caricamento fin troppo evidenti o rallentamenti di fluidità inaspettati, per quanto non dovuti né giustificati. Nel suo insieme, però, il gioco riesce a livello di programmazione a restituire la visione stilistica pensata dai suoi creatori, e questo è senza dubbio già di per sé un buon risultato.

La recensione

7.5 Il voto

Beyond Galaxyland è un'avventura intrigante, sorretta da una sceneggiatura solida e da una direzione artistica convincente. Gli elementi enigmistici si amalgamano bene con quelli di esplorazione libera, in un prodotto intessuto di omaggi continui ai classici della fantascienza, riuscendo in ogni caso a mantenere una sua propria personalità.

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