The Plucky Squire: la recensione

Vesti i panni dell'eroe delle favole, estendendo la tua leggenda anche...al mondo reale!?

Ma allora in The Plucky Squire è tutto una favola? Purtroppo no, anche se molti dei difetti riscontrati si fanno perdonare anche per la natura inedita di questo nuovo universo finzionale, che ci auguriamo possa rafforzarsi lungo i medesimi binari, limando alcune imperfezioni, nel corso di possibili futuri nuovi episodi. Ad esempio: gli enigmi linguistici sono davvero molto facili: una nota forse positiva per alcuni, considerando come il gioco non sia tradotto in italiano, ma al contempo il tutto si riduce molto semplicemente nel sostituire una parola, presa da una scritta, a un’altra, presa da un’altra frase in qualche modo adiacente, solo occasionalmente chiedendo al fruitore un minimo di puzzle solving legato alla concatenazione non lineare di più di due situazioni; in aggiunta, le fasi di combattimento si risolvono spesso in maniera un po’ banale, fatto salvo per i minigiochi che invece si rivelano piuttosto divertenti e in grado di variare ritmo e situazioni con successo; in ultima analisi, un po’ tutto il prodotto lascia poco spazio alla libera esplorazione di questo mondo, rivelandosi ben più lineare di quanto la sua natura adventure potesse far presupporre in fase di promozione o durante i primi momenti di gioco ai quali si poteva perdonare una certa limitatezza strutturale, visto il ruolo di tutorial che andavano a ricoprire. Questo ultimo difetto non è necessariamente un problema, visto come anche giochi non aperti né ampi possono risultare indubbiamente fruibili e godibili a un’ampia fetta di pubblico, ma se nelle fasi bidimensionali il tutto non risulta fastidioso, ammettiamo che un minimo di maggior libertà esplorativa nei contesti tridimensionali ce lo saremmo aspettato, quantomeno per differenziare maggiormente il feeling per il giocatore, evidenziando e sottolineando in maniera ancor più netta la separazione tra le due tipologie di approccio. L’ultimo evidente appunto che va mosso poi al titolo è senza dubbio quello di interrompersi troppo spesso, per spiegare nuove situazioni di gioco, per introdurre personaggi o guidare lo svolgimento del canovaccio: la sensazione che si ricava è quella di non uscire mai definitivamente dall’accompagnamento delle fasi introduttive, quasi come se tutto il prodotto fosse un lungo e interminabile tutorial. Al contrario, nel momento in cui il fruitore riesce a prendere controllo del proprio avatar e a sbizzarrirsi con le varie possibilità di interazione offerte, il titolo si lascia giocare con un senso di soddisfazione infinitamente maggiore.

Sotto il versante tecnico, il team ha al contempo svolto un lavoro egregio, senza evitare però alcune problematiche probabilmente risolvibili qualora il titolo fosse stato ottimizzato al meglio su Nintendo Switch, ma andiamo con ordine. Il passaggio tra il 2D e il 3D, infatti, viene gestito in maniera ottimale, per altro mantenendo invariata la cornice stilistica offrendo un prodotto coerente e coeso agli occhi del fruitore; la cura riposta nelle animazioni dei personaggi, tanto per quel che concerne il protagonista che inerentemente alle numerose tipologie di avversari presenti, è di livello molto alto, anche in questo caso in entrambe le modalità di gioco. Anche l’accompagnamento degli effetti sonori non delude, aumentando il senso di immedesimazione all’interno di questo universo finzionale. Ci sono però dei punti dolenti: la OST non si imprime con decisione nella mente del giocatore; la latenza degli input in alcuni livelli potrebbe persino rendervi difficile l’esecuzione di alcune azioni, soprattutto negli intermezzi platform, o anche durante le fasi stealth; il frame rate balbetta in più di una circostanza, contrariamente a quanto si potrebbe pensare non necessariamente nei momenti tridimensionali ma anche in quelli bidimensionali , paradossalmente, di più in modalità TV che portatile, dove invece il titolo si esprime al meglio (anche per quanto riguarda la qualità dell’immagine che, quantomeno sullo schermo OLED dove il titolo è stato testato, risulta davvero piacevole, grazie a una direzione artistica davvero di altissima qualità). I tempi di caricamento, però, giocano un po’ contro a questo tipo di fruizione, visto che intervengono in maniera insistita anche nel semplice cambio di livello, corrispondente alla pagina sfogliata del libro, pertanto in maniera piuttosto frequente. Insomma, l’esperienza di gioco è ben più che gradevole, divertente e a tratti innovativa, ma è palese come il prodotto necessiterebbe di una patch migliorativa per quanto riguarda alcuni aspetti delle performance su Nintendo Switch.

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La recensione

8 Il voto

Non tutto è perfetto né funziona o convince fino in fondo, ma ci piace premiare l'enorme slancio creativo, tanto sul versante estetico che per quel che concerne l'ambito strutturale di un gioco che, letteralmente, esce dalla sua dimensione più comoda per tentare qualcosa di nuovo e, in gran parte, comunque riuscito.

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