Sappiamo bene che in letteratura e nel cinema sono davvero tante le sfaccettature che può assumere l’orrore, da quello splatter, a quello gotico, soprannaturale, fantasy, fino a quello che personalmente prediligo, l’horror psicologico. In quest’ultimo caso a fare paura non è tanto quello che si vede, non salteremo sulla sedia per l’improvvisa apparizione di un fantasma, ma a terrorizzare è proprio quello che potrebbe celarsi dietro l’angolo o che potrebbe persino nascondersi solo nella nostra mente. È lungo questa via che si è addentrato uno dei maestri dell’horror dei primi del ‘900, H.P. Lovecraft, che insieme ad E.A. Poe e, in tempi più moderni, a S. King, è universalmente riconosciuto come uno dei pilastri del genere. Lo scrittore di Providence incentrò buona parte della sua opera sull’Orrore Cosmico, qualcosa di talmente enorme ed indicibile che le nostre povere menti umane faticano a comprendere, di fronte a entità maligne provenienti da altri universi, da altri piani della realtà, in grado quindi di farci precipitare dall’orlo dell’insanità mentale. Venendo al nostro campo di interesse, più prosaicamente, è proprio su questo baratro sulla follia che gli sviluppatori Vixa Games hanno collocato il loro ultimo titolo, Edge of Sanity, titolo che potremmo appunto tradurre come il confine che ci separa dalla follia. Questo piccolo gioiellino di survival horror 2D attinge a piene mani dall’universo immaginario di cui si è accennato sopra, in particolare a quelli riferiti al ciclo dei miti di Cthulu. Lo stato mentale del personaggio, la sua sanità mentale o la sua follia, come vedremo, hanno un ruolo di primo piano in questa avventura che, non potrebbe essere altrimenti, ha una fortissima connotazione narrativa. In questo ci risulterà di grande supporto la continua presenza di una roca voce narrante, in grado con poche parole di farci addentrare ulteriormente in questo viaggio nella mente umana.
Siamo nella desolata e glaciale Alaska, siamo parte di una squadra di supporto incaricata di portare riferimenti ad un avamposto scientifico impegnato in studi non meglio precisati. Scopriremo ben presto che qualcosa è andato terribilmente storto, che la stazione è stata abbandonata ed è ora infestata da creature mostruose. In questo scenario davvero poco raccomandabile dovremo tentare di sopravvivere e di stabilire una base operativa nel mezzo delle nevi, in un ambiente altamente ostile. Il tutto cercando di tenere in vita i pochi sopravvissuti che incontreremo, oltre che, ovviamente, salvare la nostra pelle. Da qui, dovremo affrontare pericolose spedizioni in solitaria esplorando miniere, caverne e laboratori, il tutto per comprendere cosa è successo all’interno dei labirintici laboratori e che fine hanno fatto gli scienziati. Come accennato però il viaggio del nostro malcapitato eroe non sarà solo all’interno della base, bensì anche e soprattutto all’interno della sua mente. Dovremo infatti considerare con un occhio di riguardo l’indicatore della Follia, non un mero elemento narrativo, bensì qualcosa con importanti conseguenze a livello di gameplay. Incontrare creature mostruose e l’atmosfera opprimente mineranno infatti la sanità mentale del nostro esploratore. Al contempo le risorse vitali sono scarse e fare scelte moralmente discutibili (come nutrirsi dei cadaveri dei mostri), influirà ulteriormente sulla nostra follia. Questo non è solo un elemento narrativo, ma influenza profondamente il gameplay, ci confonderà con visioni di una realtà alternativa, ma anche nuove abilità, nuove opzioni di dialogo, nuove modalità di crafting. La componente di crafting, usando nel modo corretto le risorse sparse negli ambienti di gioco, ci consentirà di alimentare la nostra lampada, ma anche di creare armi, medi-kit e molte altre piccole componenti in grado di renderci la vita un pò più agevole.
L’esperienza di gioco è sempre parecchio ansiogena, persino nei momenti di calma apparente. Un altro aspetto che infatti dovremo tenere costantemente sotto controllo è l’andamento del nostro accampamento e dei suoi abitanti, anche loro, come noi, sempre sull’orlo della follia. Portare al campo qualche trofeo delle nostre missioni (risorse, cibo e acqua in primis) ci lascerà un minimo rifiatare, facendoci guadagnare credito presso i nostri compagni di sventura. Dovremo essere bravi nel gestire le risorse umane, non solo quelle materiali, mettendo i vari sopravvissuti al lavoro, cercando tuttavia di seguire un minimo le loro attitudini, per non minare il loro già labile stato mentale. Graficamente la pixel art 2D utilizzata riesce egregiamente nel rendere questo mondo sull’orlo della follia, grazie a fondali ed a characters sempre ben leggibili e riconoscibili. Il tutto anche con un uso sapiente di palette di colori a tono e di frequenti alternante fra luce e buio, che dovremo oltretutto utilizzare a nostro favore. Va infatti detto che il nostro eroe, pur potendo utilizzare alcune armi di fortuna, come pietre, asce e coltelli, il più delle volte dovrà utilizzare l’arguzia o, meglio ancora, l’antichissima arte della fuga a gambe levate. Il gioco non premia particolarmente un approccio sfacciato, pronto ad affrontare i nemici a viso aperto, quanto piuttosto un approccio quasi stealth o comunque ben pianificato. Man mano che avanzeremo nella narrazione noteremo come la distinzione tra realtà e follia diventi gradatamente sempre più impalpabile, grazie alle suggestioni ed agli incubi che assumeranno sempre maggiore tangibilità, travalicando la mente del protagonista.
La recensione
Che bella sorpresa questo Edge of Sanity! Questo piccolo horror survival indie è riuscito a catturare il nostro interesse grazie ad una raffinata unione tra elementi narrativi intriganti ed un gameplay mai banale. L'implementazione del sistema di follia è davvero azzeccato e riesce a dare quel pizzico di ansia in più ad una atmosfera generale già di suo piuttosto carica. Buona la resa grafica ed il comparto audio, così come un combat system che comunque premia un approccio più stealth. A chiudere la componente logistico/strategica della gestione del campo base, a dare un ulteriore tocco di varietà ad un titolo che davvero merita una prova.