Emio – L’uomo che sorride: Famicom Detective Club: la recensione

Terzo caso investigativo su Switch per questa serie storica, che si rilancia nel panorama moderno con una storia di orrore e violenza, tutta da sviscerare

Per capire esattamente ritmo e tipologia, ricordiamo che tutti possono scaricare un’ottima demo dall’eShop, tramite la quale cominciare le indagini su questo crimine atroce, vivendo in prima persona il Prologo, nonché i primi 3 Capitoli dell’opera, per altro con la possibilità di trasferire i dati salvati nella versione completa del gioco, una volta acquistata. Questo vi aiuterà senza dubbio a chiarirvi il modo in cui tanto l’interattività, quanto le atmosfere del racconto vengono gestite in Emio, in modo molto similare a quanto già visto con i remake dei primi due capitoli della serie: si tratta infatti di una produzione con limitati elementi interattivi, dove l’aspetto ludico è secondario rispetto a quello prettamente narrativo, visto quanto le vicende più che essere rappresentate a schermo in maniera dinamica o tramite scenografiche sequenze animate prenderanno invece corpo e vita tramite la comunicazione testuale. Anche rispetto a serie affermate nel medesimo ambito, come Professor Layton o Ace Attorney, la casistica dei momenti in cui il lettore avrà una incidenza pregnante sul districarsi delle vicende è in realtà molto ridotta, dovendo sì spesso selezionare la propria preferenza all’interno di diverse opzioni di dialogo, ma senza incappare in conseguenze giuste o sbagliate capaci di causare un game over: si tratta più che altro di identificare, attraverso una lettura attenta e una deduzione logica intrinseca, il modo in cui riuscire a far proseguire il canovaccio, superando eventuali momenti di blocco dello stesso. I pericoli, quindi, possono essere quelli di mettere in discussione la propria intelligenza, sentendosi un po’ rimbrottati da alcuni NPC nel caso in cui non avessimo selezionato l’indizio corretto, oppure quello di restare fermi su una schermata, nell’attesa dell’illuminazione necessaria per innescare la fase successiva del racconto. Stiamo evidentemente parlando di una impalcatura di gioco molto tradizionale, ancorata a dinamiche persino fin troppo tradizionali, senza dubbio fedeli alla serie ma non per questo digeribili oggi da una fetta di mercato particolarmente ampia; ciononostante, per gli amanti delle visual novel e per chi anche in un videogioco sa farsi catturare più dalla storia che non necessariamente da dinamiche ludiche particolarmente accattivanti, Emio è una scelta consigliata: la trama risulta infatti assolutamente accattivante e saranno in molti a voler conoscere la risoluzione del mistero, spingendosi fino allo scioglimento della narrativa sapientemente gestita da Sakamoto a livello di sceneggiatura e dialoghi.

Pur restando nei limiti di una visual novel, va però detto che i valori di produzione di Emio – L’Uomo che Sorride: Famicom Detective Club sono assolutamente di valore più che discreto: la direzione artistica è quella tipica degli anime a ispirazione ottico-retinica, con i modelli dei personaggi principali ottimamente animati, nonché doppiati (non in lingua italiana), lungo un percorso comunicativo supportato da un’ottima traduzione italiana per tutti i testi a schermo, senza dubbio in grado sia di coinvolgere in maniera più spontanea il giocatore, che di alleggerirne il processo di immedesimazione all’interno di un arco narrativo testuale molto ampio, consentendo di equiparare la fruizione del gioco a quella di un buon libro a cavallo tra il genere giallo e quello thriller. La cura del dettagli riservata tanto agli scenari quanto alle emozioni dei protagonisti è davvero notevole, tanto da far davvero percepire la sensazione di essere all’interno delle vicende narrate, come se anche noi fossimo in Giappone, ad affrontare le disavventure di un macabro serial killer, in un periodo storico leggermente antecedente il nostro attuale. A completare il quadro tecnico, troviamo poi sia un ottimo comparto sonoro, forse più raffinato per quel che compete la realizzazione dei sound effect che non di una vera e propria colonna sonora, presente ma spesso di per sé dimenticabile, nonché alcuni tocchi di classe legati a specifiche migliorie di QoL: la quality of life trasmessa nel terzo capitolo della serie è innegabilmente più moderna e vicina alle dinamiche di fruizione che ci si aspetterebbe da un titolo del 2024, per quanto legato alla tradizione interna di una impalcatura che non stravolge gli stilemi dei precedenti episodi. Parliamo ad esempio del breve ma chiaramente intellegibile lampeggio di alcune opzioni di testo, atte a segnalarvi come poter sbloccare lo snodo narrativo proseguendo nella storia; della possibilità di salvare in qualsiasi momento, rendendo la fruizione anche mordi&fuggi tipica della modalità portatile on the go assolutamente perfetta per il tipo di esperienza proposta; ma anche del taccuino, finalmente studiato in maniera ottimale anche dal punto di vista grafico, sempre davvero utile per riepilogare lo stato attuale dell’indagine, suggerendo in qualche modo anche i passi successivi da intraprendere durante i dialoghi o i momenti di esplorazione ambientale, anche qualora abbiate dovuto interrompere il titolo per qualche giorno, senza procurarvi la fastidiosa sensazione di esservi persi nei meandri di un canovaccio ingarbugliati dai tanti misteri che si intrecciano nel corso dell’avventura.

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La recensione

7 Il voto

Forse fin troppo tradizionale nella sua impalcatura prettamente ludica, incentrata soprattutto sulla lenta e compassata comprensione del testo, Emio riesce però a catturare l'attenzione e la curiosità del giocatore-lettore grazie a buoni valori di produzione, un'ottima scrittura e la capacità di inserire tematiche non leggere né banali in un contesto narrativo mai superficiale

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