C’è poco altro da aggiungere per non entrare in ambito di vero e proprio spoiler, soprattutto perché dobbiamo anticipare ai nostri lettori che il titolo è una di quelle visual novel assolutamente prive di elementi investigativi, di misteri da risolvere tramite deduzioni logiche o raccolta di indizi e che il tutto si risolve semplicemente leggendo le avventure e le disavventure del protagonista lungo l’interazione che esso avrà con i vari personaggi che si parano sul suo cammino, durante le peregrinazioni su questa particolare isola semi-abbandonata a sé stessa. Persino le scelte di dialogo sono sostanzialmente assenti, non offrendo al fruitore un particolare senso di personalizzazione dello svolgimento, tramite i più classici o semplici bivi narrativi. Non si tratta certo di una novità, per il genere, anzi: diciamo che sono forse le serie come Ace Attorney o quella recentemente rilanciata proprio su Switch da Nintendo di Famicom Detective Club a differenziarsi proponendo un maggior senso di controllo sullo svolgimento, mettendo il lettore in un ruolo decisionale più attivo e trascinandolo davvero al centro degli eventi. Questo aspetto di Toyotoki, invece, resta ancorato all’interpretazione più classica di libro audiovisivo, senza dubbio allontanando una certa fetta di pubblico potenziale, ma chissà: allo stesso tempo potrebbe rivelarsi al contrario una caratteristica di forte interesse per altri acquirenti, che possono contare senza dubbio su un ritmo compassato e atmosfere rilassate, ma allo stesso tempo su tematiche forti, emozioni vibranti e personaggi ben delineati e ancorati a un canovaccio piuttosto serio, seppur non privo degli usuali momenti di ilarità tipica dell’animazione giapponese.
Il comparto tecnico del gioco è ovviamente facilmente analizzabile, considerando quanto la limitatezza dell’interazione vada automaticamente ad alleggerire, eliminandoli, svariati elementi quali la fluidità, la reattività, i tempi di caricamento e altri stilemi che, seppur tipici del medium comunicativo da noi tanto amato, risultano non implementati all’interno di questa narrazione audiovisiva. Ed ecco allora che invece preme sottolineare come tutti i personaggi principali siano doppiati da professionisti giapponesi, sorretti da una localizzazione che ci è parsa buona nel mantenere intatte le atmosfere del racconto pur non facendo mancare nulla in termini di comprensione e leggibilità. Il ritmo dell’incedere dello svolgimento è, forse, a tratti fin troppo compassato, considerando quanto la mancanza di elementi interattivi faccia poggiare tutto il livello dell’attenzione da parte del fruitore soltanto sul canovaccio, ma al contempo contribuisce ad aumentare il senso di immedesimazione all’interno di questo mondo isolano e isolato, facente parte lui stesso del novero dei protagonisti. L’accompagnamento musicale invece ci è parso troppo sporadico e non sufficientemente in grado di accompagnare, evidenziandole progressivamente, le tante e diversificate emozioni che caratterizzano i tanti personaggi che sorreggono l’avventura. Nell’insieme, considerando anche la discreta qualità del tratto e della direzione artistica, dettagliata da un buon numero di apprezzabili illustrazioni, il prodotto risulta agli occhi del lettore come un bel libro audiovisivo.
La recensione
L'assoluta mancanza di elementi interattivi e ludici limita in maniera intrinseca il bacino di utenza potenzialmente interessato a quello che però, a conti fatti, sa rivelarsi un racconti audiovisivo accattivante, non banale e capace di affrontare anche tematiche ed emozioni in maniera seria e coinvolgente.