Guayota: la recensione

Ispirato alle leggende delle isole Canarie e alla mitologia Guanches, Guayota racconta la storia di un gruppo di esploratori mandati dal regno spagnolo alla ricerca della leggendaria isola di San Brandano: capirai presto che quest’isola, ritenuta un paradiso in terra, potrebbe in realtà nascondere segreti più oscuri...

Da tantissimo tempo ormai la letteratura, la comsogonia e le atmosfere narrative profondamente basate sulla descrizione aptica e sull’incomprensibile mistero dell’Altrove ispirano decine e decine di produzioni d’intrattenimento, siano esse letterarie, cinematografiche o videoludiche. Il genio di Howard Phillips Lovecraft, infatti, ha segnato senza ombra di dubbio migliaia di menti creative, oltre che milioni di lettori, nel corso del tempo, andando a determinare persino la spinta immaginifica alla base di tante iniziative e molteplici produzioni. Alcune tendono a ricalcarne nomenclatura e tassonomia, altre prediligono i toni onirici di poesie e racconti brevi, moltissimi cedono il passo all’orrore inimmaginabile dei Grandi Antichi e del loro assoluto disinteresse nei confronti della vita percepita attraverso i limitati e persino ridicoli crismi della concezione umana. Solo alcuni riescono però a trarne indicazioni geografiche specifiche, riferimenti culturali precisi e la capacità di inserire il terrore tra le pieghe delle più classiche tradizioni culturali locali, così come avviene ad esempio nella ricostruzione del villaggio iniziale del famosissimo Resident Evil 4. Tra gli svariati tentativi di radicare l’orrore lovecraftiano innestandolo nel ceppo culturale e sociale di alcune specifiche regioni geografiche, troviamo il progetto indie analizzato qui oggi per voi, sulle nostre pagine di Switchitalia: Guayota.

Ispirato alle leggende legate alle Isole Canarie e alla mitologia dei Guanci, Guayota racconta la storia di un gruppo di esploratori, inviati dal Regno spagnolo per trovare la leggendaria isola di San Brendan. Come protagonista, capirete presto che quest’isola, considerata da alcune tradizione come il vero paradiso terrestre, potrebbe in realtà nascondere segreti più oscuri. Sospinti da un canovaccio narrativo non banale, per quanto fin troppo ermetico nell’esporre le vicende soggiacenti a questo universo finzionale, dovrete immergervi in un ricco puzzle game che trae ispirazione dalla leggenda di quest’isola pittoresca. Alla disperata ricerca dei vostri compagni, scomparsi misteriosamente nei meandri di questo luogo esotico ma inaspettatamente tenebroso, vi troverete ad esplorare i templi di antichi dei, ognuno dei quali custodisce un profondo e oscuro segreto, in grado di fornirvi un pezzo del misterioso puzzle rappresentato dall’enigmatico passato dell’isola.

Per quanto ogni scenario, sostanzialmente riassumibile in un labirinto suddiviso in diverse aree o quadri da interpretare correttamente per identificare il modo di procedere verso l’area successiva, si distinguano tra loro a livello tanto tematico quanto contenutistico per i diversi puzzle che li strutturano, il vostro avatar sarà quasi sempre equipaggiato con una torcia, oggetto fondamentale e costituente dell’intero titolo. Tramite esso, dovrete cercare di utilizzare i poteri del fuoco, delle luci e dei laser per esplorare i templi e risolverne i tanti enigmi che si parano dinnanzi a voi, impedendovi di proseguire. Man mano che avanzerete, le sfide diventeranno sempre più complesse e richiederanno un’osservazione sempre più precisa e attenta, anche per via di un eccessivo ermetismo nel dialogo tra gioco e fruitore. A venirvi incontro c’è il fatto che ogni tempio presenta enigmi unici e trappole pericolose spesso incentrate sulla medesima tematica strutturale, indirizzandovi almeno minimamente verso la corretta risoluzione del puzzle contestuale, ma non illudetevi: la frustrazione è dietro l’angolo, anche a causa di trappole spesso mortali che vi spingeranno a spron battuto sul terreno sempre insidioso (per il divertimento del giocatore) del trial&error. Interessante però come, per quanto la ripetitività sia assolutamente presente in maniera piuttosto invasiva all’interno dello stesso labirinto, man mano che il vostro viaggio su Saint Brendan continuerà, incontrerete sempre nuove sfide che coinvolgono nuovi modi di risolvere gli enigmi ambientali di ciascun templio. Un altro elemento comune però a tutte le aree, intrigante sulla carta ma capace fin troppo spesso di aumentare più che altro la confusione di lettura degli amnbienti e, conseguentemente, della risoluzione dei puzzle in essi disseminati, è la distinzione tra le due modalità esperienziali del mondo di gioco: da un lato il “mondo reale” e dall’altro l’immancabile (per gli amanti di H.P.L.) “piano della follia”: il concetto di base in pratica è che la realtà a volte può essere ingannevole e nella vostra costante ricerca della via della verità, sarà imprescindibile esplorarle entrambe. Sperando di non perdere l’orientamento…o la sanità mentale!

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