Fitness Boxing Feat. HATSUNE MIKU: la recensione

Fai sport e divertiti a casa con Hatsune Miku!

Il filone fitness in ambito videoludico non è più una curiosa novità, bensì è possibile definirlo oramai una vera e propria tradizione, capace di riscuotere grandi successi presso un pubblico di massa piuttosto allargato, grazie all’opera di rivoluzione compiuta proprio da Nintendo ai tempi del Wii. Wii Fit, infatti, fece storcere il naso a moltissimi appassionati, durante la sua presentazione nel corso dell’attesissimo E3 dell’ormai lontanissimo 2007, complice la torre d’avorio dalla quale ai fan hardcore piace emettere giudizi e sentenze, spesso più leggere di una piuma, nonché giustificate solamente dal proprio gusto personale e dalla (inconcepibile) paura di vedere intaccati i sacri valori della nostra viscerale passione per l’intrattenimento interattivo digitale. Ebbene, nonostante dubbi e ritrosie, quel particolare software accompagnato da una delle periferiche più bizzarre della storia dell’industria (la balance board, cioè sostanzialmente una bilancia digitale collegata con la console) diventò uno dei più grandi fenomeni di mercato (battendo nell’anno di lancio brand ben più affermati come Halo 3 su territorio americano), oltrepassando il grandioso traguardo dei 20 milioni di pezzi venduti nel mondo, lungo un percorso interrotto soltanto dal lancio del seguito, anche lui capace di bissare il medesimo successo. Da allora, in molti hanno cercato di replicare questa tipologia di offerta, soffrendo ovviamente durante i tempi bui del Wii U, ma trovando invece nuovo respiro e spazio grazie all’enorme cassa di risonanza di Switch che, complice la sua natura sostanzialmente omnicomprensiva in termini di possibilità d’uso e, conseguentemente, target di riferimento, ha saputo creare i presupposti per vendite record tanto per The Legend of Zelda, quanto per tipologie di software più casual.

Lo abbiamo visto con la rivisitazione in chiave JRPG del medesimo concetto, grazie a un Ring Fit che, sostituendo la bilancia con un nuovo bizzarro accessorio e inserendo esercizi e fitness in un contesto narrativo ispirato alla tradizione dei giochi di ruolo giapponesi, ha già venduto oltre 15 milioni di copie; ma lo abbiamo visto anche con altre produzioni. Se, da un lato, anche Switch Sports sta inaspettatamente ripercorrendo lo stesso tragitto commerciale dell’antesignano uscito ai tempi in bundle con Wii (avendo già superato i 13 milioni di pezzi distribuiti e continuando ad occupare le posizioni più alte di tante classifiche di vendita di vari mercati a livello mondiale), ci sono esempi anche terze parti, dal budget (di sviluppo e promozione) notevolmente più contenuto, ma non per questo meno preziosi per le casse delle software house responsabili del loro lancio sul mercato. Tra i tanti concorrenti possiamo identificare senza sforzo quello meglio realizzato e, guarda caso, capace di incontrare con più facilità il favore del pubblico: parliamo di Imagineer, team giapponese da sempre vicino alle console di Nintendo che, durante questa generazione, ha saputo sposare la vena casual dell’offerta garantita dall’hardware ibrido della casa di Kyoto con la serie Fitness Boxing. Una serie capace di superare senza sforzo il milione di copie vendute, tanto da garantirsi dapprima un seguito diretto e poi alcune, interessantissime e piuttosto riuscite, variazioni sul tema. Uno di esse l’avevamo già recensita proprio qui, sulle pagine di Switchitalia, apprezzando l’inventiva di unire il dinamismo del software originario alle atmosfere narrative post-apocalittiche di Hokuto no Ken (Ken il Guerriero, qui da noi occidentali), mentre l’altra arriva finalmente anche sui mercati occidentali, sposando fitness e musica, grazie alla partecipazione straordinaria di Hatsune Miku.

Contrariamente a quanto si possa pensare sul nostro territorio, il personaggio non è nato con la (relativamente più famosa da noi) serie di videogiochi musicali ritmici sviluppata da SEGA (tra le altre console, anche per Nintendo 3DS), bensì al di fuori dell’industria che tanto amiamo: si tratta infatti di una delle prime (e per diversi anni la più famosa) vocaloid del Sol Levante. In sostanza, è una banca dati vocale software sviluppata da Crypton Future Media assieme al suo personaggio/mascotte antropomorfa ufficiale, una ragazza di 16 anni con lunghi codini turchesi. La personificazione di Miku è stata commercializzata come un virtual idol nell’ambito musicale giapponese arrivando ad esibirsi in concerti virtuali dal vivo sul palco come proiezione animata (proiezione retrofusa su uno schermo di vetro appositamente rivestito). Visto il suo enorme successo nelle classifiche di vendita, SEGA decise di acquisirne la licenza per lanciare la sua serie di rhythm game mentre ora è il turno di Imagineer di includerla nel proprio software di fitness, in esclusiva per Nintendo Switch. E non potrebbe che essere così, visto l’uso intensivo delle periferiche di gioco principali, attorno alle quali si basa tutto il concetto di gioco di questo brand arrivato ormai all’ennesimo episodio per la console ibrida della casa di Kyoto. La giocabilità consiste infatti nell’impugnare una periferica in ciascuna mano e, prevalentemente in piedi nel salotto di casa davanti alla TV, seguire le indicazioni a schermo per sferrare varie tipologie di pugni (destri e sinistri, alti e bassi, diretti e ganci, jab e chi più ne ha più ne metta), cercando di tenere tanto il ritmo, quanto il tempo. A seconda dei livelli o del vostro stato di forma, infatti, le sequenze potranno susseguirsi a velocità diverse, mettendovi alla prova per valutare la vostra “età fitness” e, sulla base di quella, tarare al meglio le sfide e gli esercizi per mantenervi in forma. Per coinvolgervi, divertirvi e anche aiutarvi a tenere il ritmo, il tutto e accompagnato dalla voce del personal trainer ma anche dalla melodia di diverse canzoni, seguendo le quali sarà più facile percepire il momento esatto per sferrare il colpo in corrispondenza del simbolo grafico in movimento sullo schermo, in un prodotto che da sempre può essere visto anche come un rhythm game. Ed è qui che, a nostro giudizio, l’inclusione di Hatsune Miku risulta geniale.

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