Xbox Series S: Kena: Bridge of Spirits: la recensione

Finalmente una delle esclusive PS più attese si apre alle altre piattaforme: per la rubrica The Outer Worlds, Kena: Bridge of Spirits versione XBOX.

THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Quest’oggi abbiamo un graditissimo approdo su XBOX, parliamo di Kena: Bridge of Spirits che, dopo un iniziale lancio in esclusiva per Playstation, è finalmente giunto anche su altre piattaforme! Un lancio fatto con tutti i crismi dato che la versione Xbox includerà tutti i contenuti aggiuntivi e gli aggiornamenti rilasciati finora, permettendo ai giocatori di vivere un’avventura completa al 100%.

Kena: Bridge of Spirits è stato sviluppato da Ember Lab, un piccolo studio di sviluppo indipendente con sede nella soleggiata California. Ember Lab, prima di questo titolo di esordio in campo videoludico era nota soprattutto per la sua esperienza nel campo dell’animazione e della produzione di contenuti digitali. Come vedremo tra poco questo imprinting fatto di cortometraggi animati sarà ben visibile in Kena, portando la loro esperienza visiva e narrativa in questa nuova avventura. Il titolo narra la storia di Kena, una giovane guida spirituale con il compito di aiutare gli spiriti inquieti a trovare la pace. Una sorta di ponte in grado di collegare gli spiriti dei defunti all’oltretomba (il bridge of spirits appunto). Armata del suo bastone magico, che può essere utilizzato in moltissimi modi come vedremo, e accompagnata dai Rot, piccoli e goffi spiriti che possono manipolare l’ambiente, Kena intraprende un viaggio per scoprire la causa di una misteriosa corruzione che sta distruggendo la terra. Una infestazione oscura infatti sta dilagando, corrompendo tutto quello che incontra sul suo percorso e causando morte e disperazione ovunque. Il compito di Kena è quello di ristabilire l’equilibrio e riportare l’armonia tra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. Durante il suo viaggio, Kena incontra vari spiriti che hanno storie personali e dolorose. Ogni spirito rappresenta una parte importante del puzzle più grande della corruzione che affligge la terra. Kena deve aiutare questi spiriti a risolvere i loro conflitti interiori, spesso legati a tragici eventi del loro passato, per permettere loro di trovare la pace. Raramente si è vista a schermo tanta delicatezza, tanta dolcezza, tanto incanto. Personalmente il momento in cui, alla fine di determinate fasi di gioco, riusciamo a riportare l’armonia nel mondo, diradando la corruzione, mi ha ricordato le pennellate di colore di Okami. Come facilmente immaginabile verranno toccati temi profondi come il lutto, il sacrificio, la redenzione e la connessione con la natura. La narrazione è toccante e ben costruita, arricchita da personaggi memorabili e da una splendida ambientazione. Si può dire che si tratta di un gioco story driven, nella migliore delle accezioni possibili.

Il gameplay di Kena si suddivide sostanzialmente in due fasi: quella esplorativa e quella di combattimento, entrambe comunque votate allo scopo primario di diradare la corruzione da villaggi, templi, aree boschive e liberare le anime li imprigionate. Lo strumento principale del quale Kena può avvalersi è un bastone magico, utilizzabile in primis come arma, per scatenare attacchi leggeri ed attacchi pesanti, ma poi in grado di tramutarsi in un arco, in una bomba ed in molto altro. Con lo stesso bastone nelle fasi esplorative potremo attivare una sorta di sonar, tramite il quale rivelare casse bonus o raccogliere i Rot incontrati lungo il percorso. Cosa sono i Rot? Esteriormente sono delle goffe e buffe palle di pelo, ma ad un livello più profondo sono delle emanazioni di madre natura, nonché un utilissimo supporto per tutta la durata del gioco. L’utilità di questi piccoli esserini è molteplice. Durante le esplorazioni ci aiuteranno a spostare oggetti, aprire casse, avvinghiarsi alle radici della corruzione e molto altro. Ancora più determinanti in combattimento quando potremo lanciarli contro i nemici per distrarli e darci modo di portare a compimento qualche attacco al riparo. Con il procedere dell’avventura saranno ancora più determinanti dato che potremo compattarli ed utilizzarli come fossero un martello piuttosto che come detonatore per fare quanto più danno possibile. Da un punto di vista più puramente di “entertainment” i Rot possono essere personalizzati con cappellini e vestiti, in modo da renderli più distinguibili e, soprattutto, ancora più pacioccosi. Senza contare la possibilità di farli mettere in posa per foto di gruppo, accarezzarli, chiacchierare con loro e farli ballare.

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